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Categoria: La parola ai numeri Pagina 17 di 30

Effetto Jobs act sul mercato del lavoro?

grafico inps rifatto immagine

Fonte: INPS – elaborazione al 10 Dicembre 2015

Campo di osservazione: archivi Uniemens dei lavoratori dipendenti privati esclusi lavoratori domestici e operai agricoli. Sono compresi i lavoratori degli enti pubblici economici.

Nel grafico sono evidenziati i cambiamenti tendenziali annualizzati nel numero di posti di lavoro negli ultimi due anni, per tipo di contratto. Prendiamo la linea blu quella dei contratti a tempo indeterminato. Come si evince, a partire da gennaio 2015 i posti di lavoro a tempo indeterminato sono iniziati ad aumentare rispetto allo stesso periodo del 2014. A ottobre 2015, vi sono circa 400mila posti a tempo indeterminato in più rispetto a a ottobre 2014.
Cosa possiamo imparare, rispetto al Jobs act, da questo grafico? E’ difficile trarre conclusioni. Dal mese di gennaio di quest’anno è operativa la decontribuzione per nuovi assunti a tempo indeterminato mentre da fine marzo è operativo il nuovo contratto. Certamente hanno avuto un ruolo importante entrambe le politiche, anche se dal grafico si evicne un boom già a partire dei primi mesi del 2015, quando solo la decontribuzione era operativa.
A partire da gennaio, la decontribuzione sarà notevolmente ridotta, mentre il nuovo contratto a tutele crescenti sarà ancora operativo. Nei prossimi mesi continueremo a monitorare questi dati per avere maggiori certezze.

La lenta risalita del Pil

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Legge di Stabilità: i nuovi numeri per il 2016

Sono ora disponibili i numeri definitivi del ddl 2111, la legge di stabilità 2016, arrivata per la discussione in Senato. Eccone un riassunto per il solo anno 2016 in una tabella che distingue tra le risorse e gli impieghi (gli interventi finanziati dalle risorse predisposte allo scopo dalla legge di stabilità).

Pil: prosegue la ripresa

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La sperimentazione clinica dei vaccini

Vaccini attualmente sottoposti alle diverse fasi di sperimentazione clinica (trial clinici) suddivisi per classi di patologie

Davvero Lombardia e Veneto non hanno posto per i migranti?

 
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Il grafico mostra il rapporto tra numero di migranti ospitati nei centri di accoglienza (o altre strutture temporanee) delle varie regioni e la popolazione totale delle stesse.
Dati ricavati dal ministero dell’Interno.

Pil: finisce la recessione, non la crisi

Il Pil dell’Italia smette di stagnare e ritorna a crescere non marginalmente su base trimestrale (+0,3 per cento rispetto al quarto trimestre 2014).
E’ per la prima volta che ciò accade dopo la crisi dell’euro dell’estate 2011. Speriamo che sia il primo di una lunga serie di trimestri positivi. Ce n’è bisogno: al Pil di oggi mancano 9,4 punti percentuali rispetto al livello raggiunto sette anni fa, nel primo trimestre 2008.
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I giovani Neet e la disoccupazione

I recenti dati sul mercato del lavoro dell’Istat hanno di nuovo indicato un calo dell’occupazione, soprattutto tra i giovani. In questo contesto vengono spesso citati anche i cosiddetti Neet, ovvero quei giovani ( di età compresa tra i 15 e i 24 anni) che non sono né occupati né impegnati a scuola o all’università. Si tratta di un’utile classificazione perché permette di capire se il basso tasso di occupazione tra i giovani sia dovuto effettivamente al fatto che molti di essi non trovino lavoro, oppure più semplicemente al fatto che molti sono ancora impegnati in un percorso scolastico. I dati riportati nel grafico mostrano l’andamento nel corso degli ultimi 10 anni dei giovani occupati, disoccupati e inattivi  in rapporto alla popolazione totale dei 15-24enni. Si nota molto chiaramente che i Neet sono aumentati costantemente dall’inizio della crisi e che tale aumento è dovuto principalmente ai disoccupati. Gli inattivi non impegnati a scuola sono anch’essi in aumento ma il trend non sembra aver risentito in modo significativo della crisi del 2008.
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Piu’ istruiti e meno corrotti

Il grafico mostra la correlazione tra istruzione e corruzione.
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È un sindacato per vecchi

L’Inps ha messo a disposizione per la prima volta i dati sui pensionati iscritti al sindacato. Scopriamo finalmente che la percentuale di pensionati iscritti aumenta fortemente con l’età. Il grafico mostra che dal 35 per cento di pensionati under 65 iscritti a un sindacato si passa al 53 per cento per gli over 79. Ancora non sappiamo quale sia l’evoluzione delle iscrizioni tra i lavoratori e nelle classi di età più giovani ma questo trend così marcato pone forti interrogativi sulla reale capacità di rappresentanza del sindacato tra i lavoratori attivi le cui istanze rischiano di essere molto spesso in antagonismo con quelle di chi già riceve una pensione.
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