Il governo ha trasmesso al Parlamento la Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr. Vi sono elencate le misure che incontrano più difficoltà nell’essere realizzate. Dalla Relazione si possono ricavare tre possibili linee di rimodulazione del Piano.
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Una sentenza della Corte costituzionale raccomanda al governo di correggere la struttura del Fondo di solidarietà comunale, che oggi prevede trasferimenti vincolati su particolari obiettivi. Due strategie per rispondere ai rilievi e garantire i servizi.
Nel disegno di legge sull’autonomia differenziata manca uno schema di riferimento organico per il finanziamento delle funzioni aggiuntive. Da integrare con un sistema di perequazione appropriato per le materie già ora attribuite alle regioni.
La Global Minimum Tax avrà conseguenze sulla distribuzione internazionale degli investimenti delle multinazionali tra diverse giurisdizioni. Senza la leva fiscale, alcuni paesi non riusciranno a compensare il loro svantaggio strutturale iniziale.
Le spese effettivamente sostenute per l’attuazione del Pnrr sono inferiori alle previsioni. Ma mancano informazioni su quali siano le aree di intervento in difficoltà. Una maggiore trasparenza renderebbe più significativo il dibattito intorno al Piano.
Per l’assegnazione delle risorse destinate dal Pnrr alla costruzione di asili nido, il Ministero ha scelto una procedura “dal basso”. Ma così si indebolisce l’obiettivo di offrire il servizio a tutti i bambini, indipendentemente da dove risiedano.
Coalizioni e partiti hanno visioni molto diverse del fisco. Ma in tutti i programmi manca un disegno complessivo di riforma fiscale, che invece servirebbe per rispettare gli impegni del Pnrr e, soprattutto, per garantire una crescita equa e sostenibile.
È finalmente possibile utilizzare i dati dell’Archivio dei rapporti finanziari per identificare i comportamenti a più alto rischio di evasione. Il Pnrr ha dato infatti una spinta decisiva per risolvere le questioni legate alla privacy dei contribuenti.
Con un nuovo testo concordato tra i partiti della maggioranza, riprende il percorso parlamentare della legge delega sulla riforma fiscale. I cambiamenti apportati rischiano di far prevalere uno status quo che tutti giudicano complesso, iniquo e inefficiente.
Dopo il cambio di rotta dell’amministrazione Usa e l’accordo al G7 di giugno, anche in sede Ocse è stato raggiunto un risultato di rilievo nell’ambito della tassazione delle multinazionali. Il rischio però è che si tratti di una soluzione parziale.