La commissaria uscente alla Concorrenza lascia un’impronta profonda. La sua azione ci ha ricordato che l’intervento antitrust è uno degli strumenti più potenti della Commissione europea, in grado di produrre benefici considerevoli per i cittadini europei.
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Margrethe Vestager, responsabile dell’antitrust nella Commissione Ue uscente, ha punito con mega multe i comportamenti anti-concorrenziali dei giganti Usa del web, ha cercato di frenare gli aiuti di stato nascosti nei sistemi fiscali e si è opposta alla nascita di “campioni europei”. Lasciando un segno.
A parte pochi negazionisti, tutti siamo coscienti dei danni che sta subendo l’ambiente a causa dell’attività umana. Ma spesso coltiviamo ossessioni (ora è il momento della plastica monouso) su chi e cosa inquina di più il pianeta. Dimenticando che i danni sono causati da comportamenti impropri, non dai materiali di per sé.
L’aggressività crescente della politica dell’Iran verso l’Occidente si spiega con la durezza delle sanzioni economiche Usa ma anche con due vicine scadenze elettorali che inducono il governo Rouhani a creare consenso intorno a sé contro nemici esterni. Mentre sboccia un’affettuosa amicizia con Russia e Cina.
In discussione alla Camera, la nuova Imu cancella la Tasi ma non sfiora nemmeno i problemi fondamentali dell’imposizione immobiliare (come la riforma del catasto) e dell’autonomia tributaria degli enti locali. Un’occasione sprecata.
Convegno annuale de lavoce.info il 16 settembre a Milano. Save the date!
“Abolire davvero la povertà” è il titolo del convegno annuale de lavoce.info che si svolgerà nel pomeriggio di lunedì 16 settembre all’Università Bocconi di Milano con speaker di eccezione. Sarà un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo il programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni). Chi vuole è ancora in tempo per fare una donazione.
Non ci sono grandi novità nel cosiddetto decreto crescita che in realtà con il super-ammortamento, la detassazione degli utili reinvestiti in azienda e una revisione dei limiti sui Pir corregge tre errori della legge di bilancio 2019. A qualcosa servirà, ma meglio non aspettarsi un boom.
Il reddito di cittadinanza è il più grande trasferimento di sempre a chi ha un basso reddito in Italia. Ma la fretta di farlo produrrà varie iniquità. Esclusi dal sostegno stranieri in Italia da meno di 10 anni e famiglie del Nord povere ma non abbastanza, anche a causa di soglie di accesso non differenziate per località. Sfavoriti ingiustamente i nuclei numerosi. Un altro provvedimento controverso, la legge sulla legittima difesa voluta da Matteo Salvini, farà salire ancora le armi regolarmente in circolazione. Già oggi non poche: 1,4 milioni di licenze e, si stima, tra 4 e 10 milioni di pistole e fucili.
La crescita italiana soffre anche del rallentamento della Germania, almeno parzialmente inatteso nella sua entità. I dati mostrano chiaramente la forte interconnessione tra l’economia tedesca e quella italiana, sia per mercati di sbocco che in termini di catene del valore.
Con la crescita di concorrenti giganti americani e cinesi, la Ue deve decidere quale politica industriale perseguire: quella dei campioni europei favorendo fusioni anche transnazionali o quella – sinora praticata – di rigoroso antitrust che mette consumatori e mercato al primo posto? Su questi temi l’Europa ha battuto un colpo nei giorni scorsi quando il Parlamento Ue ha approvato la direttiva sul copyright dei contenuti pubblicati sul web. Innovativa ed equilibrata, tutela la proprietà intellettuale nei confronti delle grandi compagnie internet. E potrebbe diventare un modello per il resto del mondo. In effetti il Parlamento di Strasburgo, che verrà rinnovato con il voto di maggio, nella passata legislatura si è mostrato attivo su vari temi. E molti dei 73 eletti italiani si sono dati da fare sia in termini di presenza sia con proposte di provvedimenti. Come mostrano i numeri che pubblichiamo.
Concorrenza a colpi di decine di miliardi di dollari (per ora tra società Usa ma a livello globale) nei servizi di video in streaming. Dopo la rivoluzione Netflix, c’è stata Amazon prime, poi Warner acquisita da At&t, Disney (con Fox), Sky comprata da Comcast e infine Apple (Tv+). Tutti con modelli di business differenti.
Il divieto alla fusione Siemens-Alstom ha aperto il dibattito sulla politica industriale dell’Europa. Ma il consumatore-lavoratore è meglio difeso se vi sono imprese che creano occupazione sostenibile perché competitive sul mercato globale.
L’Antitrust ha multato Enel e Acea per abuso di posizione dominante. Il caso ripropone la necessità di rendere più efficace la regolazione, anche in vista dell’introduzione dei contatori di seconda generazione e dei dati che se ne potranno ricavare.
La Commissione europea ha imposto a Google la più alta sanzione pecuniaria della storia dell’Unione. Ma la questione esemplifica l’attuale complessità del rapporto tra politica antitrust e le dinamiche che caratterizzano i nuovi mercati digitali.
L’apertura ai mercati internazionali genera incertezze, specie se combinata con una lunga crisi. Ma in Italia alla domanda di protezione sociale per i più deboli, si affiancano le richieste dei gruppi di pressione. L’unico argine è l’Autorità antitrust.
Le grandi aziende di Internet meritano sicuramente lo scrutinio delle autorità antitrust. Ma con cautela. Perché c’è il rischio che una politica eccessivamente interventista non favorisca la concorrenza, ma riduca gli incentivi alla continua innovazione.
La Lega calcio si appresta a vendere i diritti della Serie A per il triennio 2018-2021. Il bando accoglie i rilievi dell’Antitrust, ma resta ancorato al concetto di piattaforma. Più vantaggiosa per tutti sarebbe stata una vendita per prodotto.
Su concorrenza e mercati, il governo Renzi ha avuto la capacità di mettere in agenda temi in rottura con il passato. Ma si è visto anche un intrecciarsi di visioni più dirigiste e approcci più liberali. I casi della legge sulla concorrenza e del piano strategico per lo sviluppo della banda larga.