L’ultimo Rapporto sulla finanza pubblica italiana dedica un capitolo all’autonomia differenziata. Una simulazione mostra i limiti del Ddl Calderoli sul finanziamento delle materie devolute. Sarebbe più adeguato uno schema di compartecipazione dinamico.
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Nel disegno di legge sull’autonomia differenziata manca uno schema di riferimento organico per il finanziamento delle funzioni aggiuntive. Da integrare con un sistema di perequazione appropriato per le materie già ora attribuite alle regioni.
Ci sono almeno tre aspetti da riconsiderare nel disegno di legge sull’autonomia differenziata: criteri per l’attribuzione delle competenze alle regioni, meccanismi per finanziarle, definizione dei Lep in modo da condurre alla convergenza territoriale.
L’autonomia differenziata potrebbe cambiare per sempre gli equilibri tra stato e regioni, tra cittadini del nord e del sud, ma è stata preparata troppo in fretta. Riflessioni utili potrebbero arrivare dalle problematiche incontrate con la sanità.
Ammesso che si riesca a definirli, come saranno finanziati i Lep per attuare il federalismo differenziato? Oggi probabilmente sulla base della spesa storica. Ma in futuro si prospettano rischi finanziari se si usano solo compartecipazioni differenziate.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Lascia aperte ancora tante questioni cruciali, dal ruolo del Parlamento ai Lep, fino al tema più importante: l’assegnazione delle fonti di finanziamento.
Il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata implica trasformazioni radicali degli assetti di potere in Italia. Sono temi cruciali. E a definirli non può essere una semplice intesa tra stato e singola regione, travalicando il Parlamento.
Il Ministro Calderoli ha presentato alle regioni la bozza di Ddl sull’attuazione dell’autonomia differenziata. È un primo passo necessario. Ma appare caratterizzato più da contenuti controversi che da una reale volontà di riformare il federalismo italiano.
Forme asimmetriche di decentramento potrebbero offrire soluzioni flessibili ed efficaci per prevenire i conflitti intergovernativi, accentuati dall’emergenza Covid-19. Ma come garantire vantaggi alle regioni con più autonomia senza danneggiare le altre?
Il governo ha presentato una bozza di legge quadro sul federalismo differenziato. L’intento è stabilire i principi generali secondo cui dovrà essere attuata l’autonomia. Rispetto alle pre-intese siglate in precedenza ci sono alcune differenze di rilievo.