Due provvedimenti finiscono per cambiare il valore di Aspi proprio mentre Cassa depositi e prestiti si accinge a presentare l’offerta di acquisto. Ma gli aspetti giudiziari non dovrebbero influenzare il normale funzionamento di un mercato regolato.
Tag: Autostrade per l’Italia
L’accordo del 14 luglio non ha risolto tutte le questioni del caso Aspi. Perché allora non riproporre il modello del 1999, con Atlantia nel ruolo di venditore e Cdp in quello di nucleo stabile acquirente? Servirebbe più tempo, ma con benefici per tutti.
Per creare un sistema sicuro ed efficiente di concessioni autostradali, si devono considerare le responsabilità di tutte le parti interessate. Ed è fondamentale rafforzare l’attività di vigilanza e accorparla nell’Autorità di regolazione dei trasporti.
Revoca della concessione, regolamentazione delle tariffe e manutenzione delle infrastrutture: sono tre questioni che si intersecano e rendono volatile il quadro regolatorio e la redditività del settore. La soluzione è rafforzare l’autorità di settore.
Le condizioni di “uscita” dei concessionari di autostrade, aeroporti e terminal portuali sono una giungla che andrebbe dipanata. Le soluzioni dovrebbero permettere di evitare ingiustificati arricchimenti sia del concessionario sia del concedente.
Più volte il governo ha annunciato di voler revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. Intanto, con una decisione dell’Autorità dei trasporti è stato modificato il metodo di determinazione dei pedaggi. Ma il contenzioso sarà lungo e incerto.
Autostrade per l’Italia costruirà il passante di Genova ed altri investimenti per un totale di 7,8 miliardi. In cambio il ministero le garantisce la proroga della concessione e un lauto indennizzo di subentro. A pagare il conto saranno le future generazioni.