Con il piano sulle banche venete, lo stato salva depositanti, obbligazionisti senior e dipendenti. Ma abbandona al loro destino gli azionisti danneggiati dalle condotte tenute in sede di collocamento e di esecuzione degli ordini di vendita.
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La conclusione della vicenda delle banche venete evidenzia ancora una volta una tendenza che ha caratterizzato la gestione delle crisi bancarie degli ultimi anni: rimandare la soluzione dei problemi e subordinare la logica economica a quella politica.
Intesa Sanpaolo si dichiara disponibile a sciogliere il groviglio creatosi sulle due banche venete in dissesto. A patto che non le costi nulla e che siano d’accordo le autorità europee: un esito per nulla scontato.
Sembra non esserci alternativa alla fusione tra Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Anche i precedenti storici spingono in quella direzione. A pagare saranno gli impiegati più degli azionisti. Le responsabilità della magistratura, rimasta ferma dopo le segnalazioni della Banca d’Italia.