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Cina, la lenta marcia delle riforme

La prossima tappa del processo di riforma in Cina dovrebbe essere la liberalizzazione delle banche. Per venire incontro alle esigenze di piccole imprese e famiglie, che finora con i lori risparmi hanno sussidiato la grande industria pubblica e gli enti locali. Ma resta ancora molto da fare.

Programmi elettorali: come far crescere le imprese

Dalle piattaforme elettorali per le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, si ricava l’impressione di impegni generici, a volte semplici slogan. Anche quando le proposte sono più puntuali, come quelle del Partito democratico, non è facile capirne le potenzialità e i tempi per l’attuazione.

Un errore “annacquare” la liquidità

Dopo lo scoppio della crisi dei subprime, le autorità di regolamentazione finanziaria si sono concentrate sul tema della liquidità delle banche. Anche il Comitato di Basilea ha cercato di imporre un approccio prudenziale nella scelta delle attività possedute. Ma difficoltà e rischi non mancano.

Così è (se vi pare)

L’ambiguità interpretativa è una costante per molti aspetti del nostro vivere quotidiano. Anche il comportamento del sistema bancario in tempo di crisi si presta a diverse interpretazioni. Così come il fatto che aziende apparentemente in salute chiudono i battenti.

Quei rischi che le banche corrono ancora

Le banche europee non hanno risolto i loro problemi e non sono pronte per Basilea 3. Ma regole più severe sono necessarie per rendere più sicuro il sistema finanziario. E mentre continuano a litigare, spalleggiate dai rispettivi governi, a pagare il prezzo più alto è l’economia.

Le sofferenze nascoste delle banche

Con il permanere della crisi aumentano le sofferenze bancarie. Non tutte dichiarate nei bilanci dagli istituti maggiori, che temono di dover ricorrere a indesiderate ricapitalizzazioni. Ma tutto ciò ha conseguenze sull’erogazione di credito all’economia reale.

Chi pensa alle banche in crisi?

Dopo il fondo salva-Stati e il progetto di unificazione della vigilanza, resta da aggiungere un ultimo tassello: un equilibrato sistema di regole in grado di governare le crisi delle banche. Se l’onere di una crisi bancaria non può essere sopportato dalle finanze di un solo paese e deve necessariamente spalmarsi su tutta la comunità, è necessario che le autorità di vigilanza nazionali facciano un deciso passo indietro a favore di un’unica resolution autority comunitaria con adeguati poteri. Altrimenti, rischia di saltare tutta l’architettura faticosamente costruita.

Il momento di dire la verità

La Commissione europea ha presentato la proposta per la creazione di una supervisione bancaria unica nei paesi dell’area euro. È un buon inizio, ma è necessario un passo ulteriore. È arrivato il momento di affermare esplicitamente che l’Eurozona ha bisogno di un prestatore di ultima istanza e che l’unica istituzione che può assumere quel ruolo è la Bce. Serve anche un accordo fra gli Stati membri sulla ripartizione dei costi dei salvataggi delle banche, oltre a un sistema di regole che li riduca al minimo.

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