Resoconti e commenti sulle nuove operazioni di prestito della Bce stanno creando un mito: alle banche della zona euro arriveranno mille miliardi di euro, con il vincolo che siano prestati alle imprese. Non è vero. Anche i nuovi finanziamenti potranno essere usati per comprare titoli di Stato.
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Le nuove operazioni di rifinanziamento lanciate dalla Bce riusciranno a garantire la ripresa del credito nei paesi dell’Eurozona? Negativo il fatto che l’incentivo non riguardi i mutui. Ma il vero problema sono i vincoli troppo deboli imposti alle banche sull’utilizzo dei fondi presi a prestito.
Il secondo intervento della guida alle regole europee in materia di bilancio si concentra sull’Obiettivo di medio termine. Si calcola attraverso una formula complessa e ben poco intuiva. Per uscire dal vicolo cieco, l’Europa ha bisogno invece di semplificare e rendere trasparenti i suoi parametri.
Con la riforma del Patto di stabilità e crescita, le regole europee in materia di bilancio sono diventate più flessibili, ma meno comprensibili per i cittadini. Come orientarsi? Proponiamo una guida, iniziando dal saldo strutturale e dall’output gap. Con l’auspicio di stime più precise in futuro.
Le decisioni della Banca centrale europea serviranno a sostenere la debole ripresa dell’Eurozona, ma sono tutt’altro che risolutive. Manca ancora una vera politica di Quantitative easing: l’acquisto diretto di attività finanziarie sul mercato per immettere liquidità in settori dell’economia diversi dalle banche, come investitori istituzionali e imprese non finanziarie.
Draghi ha annunciato misure che potremmo definire storiche, ma la cui efficacia è dubbia. La vera svolta sarà il quantitative easing, che però deve ancora arrivare. I provvedimenti annunciati da Mario Draghi, quando entreranno in vigore e gli effetti che dovrebbero avere.
La Bce mette in atto misure innovative. Necessarie, ma non ancora sufficienti ad affrontare  i problemi dell’area euro: l’incertezza che paralizza le banche e la crescita di flussi di capitale non orientati a investimenti produttivi. Con il problematico sovra-apprezzamento dell’euro.
Dopo la sua grande vittoria, Renzi dovrà fare i conti con un’Europa in cui hanno avuto una grande affermazione i movimenti populisti. Il loro successo si spiega con le spinte migratorie dai paesi ad alta disoccupazione giovanile a quelli a bassa disoccupazione per gli under 25.
L’ultimo libro di Bini Smaghi contiene molte verità su Europa ed euro. E qualche discutibile tesi. La principale riguarda gli obiettivi assegnati alla politica monetaria, volti soltanto a mantenere un obiettivo d’inflazione senza considerare la situazione economica più generale.
L’Unione bancaria ha aspetti senz’altro positivi. Ma introduce anche rigidità nella valutazione dello stato di salute delle banche e nel meccanismo di risoluzione delle crisi. Il problema è il mancato riconoscimento che moneta, banche e sovranità fiscale sono dipendenti gli uni dagli altri.Â