Furbo Berlusconi a trovare nell’Imu l’argomento per rilanciare una campagna elettorale che sembrava senza speranza. Furbo Letta a promettere, sapendo di non poter mantenere, la eliminazione dell’imposta assieme al taglio del costo del lavoro. Furbo Brunetta a mantenere per 6 mesi il governo sulla graticola, impedendo qualunque accordo sensato sull’imposta e mostrando così di essere il vero dominus del governo.
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Le scelte del Governo nelle prossime settimane sono decisive per consolidare i segnali positivi registrati dalla nostra economia. Va spezzato il circolo vizioso di stretta creditizia e sofferenze bancarie. E in Europa si deve puntare sul negoziato per la revisione del ruolo dei fondi strutturali.
Una riflessione prima della sentenza Berlusconi-Mediaset. Franco Tatò, ex-Ad del gruppo televisivo disse che non veniva informato sull’acquisto dei diritti televisivi. Perché? Chi decideva su un settore così importante? Il sospetto è che conti più l’azionista che l’impresa. In barba alla corretta corporate governance.
Silvio Berlusconi, Italia Domanda (Canale 5), 18 gennaio:
“È successo che la Germania, con la sua principale banca privata – la Deutsche bank – abbia deciso da gennaio a giugno di vendere l’88% dei titoli del debito pubblico italiano che aveva nel suo bilancio, e a questo si aggiunge la Commerzbank con un altro 8-9 mld di titoli e altre banche ancora […] A questo fecero seguito i fondi americani e i fondi internazionali […] e quindi sul mercato secondario questi titoli si abbassarono di valore e quello che era l’interesse di emissione, per esempio per l’Italia il 4,3% su un titolo che valeva l’80% dell’emissione diventò pressapoco il 5,5 – 6%”