Lavoce in 3 passi è la nuova iniziativa mensile de lavoce.info. Tre articoli su uno stesso argomento – pubblicati in sequenza – che accompagnano il lettore lungo un percorso logico e particolareggiato. Michele Polo ci guida nel complesso mondo dei mercati digitali e nelle problematiche della loro regolamentazione.
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Per tutelare la concorrenza nei mercati digitali, gli Usa confidano nelle autorità antitrust, mentre la Ue ha varato una regolamentazione specifica. Nessuno dei due approcci è del tutto soddisfacente. Poi ci sono decisioni che competono solo alla politica.
Il numero degli utenti raggiunti e i dati che offrono sono fondamentali nei mercati digitali. Producono esternalità di rete che consentono alla piattaforma leader di diventare ancora più grande e potente. Quindi, difficilmente scalzabile dai concorrenti.
Ripercorrere le tappe iniziali dei mercati digitali permette di comprenderne meglio il funzionamento. Per scoprire le dinamiche che dall’instabilità iniziale portano a una più o meno elevata concentrazione, fino alla creazione degli ecosistemi digitali.
La Bce prepara il lancio dell’euro digitale, per modernizzare i pagamenti nell’Eurozona. La nuova moneta elettronica punta a garantire più autonomia, più sicurezza e costi più bassi per utenti e imprese. L’incognita è come sarà accolta dai consumatori.
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha affossato ogni possibilità di introdurre una tassa globale minima sulle multinazionali. Ora però la Ue potrebbe ricorrere a una imposta sui servizi digitali in risposta ai dazi Usa. Ecco difficoltà e controindicazioni.
Nell’avvicinamento delle big tech all’amministrazione Trump gli interessi economici contano più dell’adesione ideale a tesi libertarie. A dar fastidio sono i tentativi di regolamentazione in patria e soprattutto in Europa, dove le regole sono incisive.
Apple e Google hanno pubblicato le condizioni per aprire i loro app store a imprese concorrenti, in conformità col Digital Market Act europeo. La complessità delle procedure previste potrebbe spingere la Commissione a un intervento correttivo.
Prima che sia troppo tardi, è arrivato il momento di arginare l’eccessivo potere delle big tech e dei loro proprietari. Istituzioni e cittadini devono impegnarsi per riportare le opportunità offerte dalla tecnologia all’interno del contratto sociale.