Il secondo mandato di Trump avrà conseguenze sulle politiche del clima a livello internazionale. Molto probabilmente gli Usa usciranno dall’Accordo di Parigi e forse abbandoneranno anche l’Unfccc. L’Europa deve tornare a esercitare un ruolo di leadership.
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A parte la breve parentesi del programma Philoxenia, finora l’Unione europea si è occupata poco di turismo, per ragioni storiche e per i diversi interessi fra stati. Ma il cambiamento climatico promuove nuove mete e la situazione potrebbe mutare presto.
Arrivano molti spunti di riflessione dalla Cop28 di Dubai: sul ruolo dei paesi produttori di fonti fossili e su quello dei paesi consumatori; sulla volontà di crescita dei paesi in via di sviluppo e sulle speranze legate alle tecnologie, di oggi e di domani.
I dati del mercato agroalimentare italiano confermano l’importanza e il buon andamento del settore, anche a livello internazionale. I cambiamenti climatici e la scarsa predisposizione dei nostri governi alla prevenzione rappresenteranno però un rischio.
Il consenso verso le politiche contro il cambiamento climatico dipende anche dalla professione svolta. Chi rischia di perdere il posto di lavoro si opporrà più spesso a queste misure. Programmi di compensazione possono aiutare l’attenzione per l’ambiente.
L’acqua dolce è diventata una risorsa scarsa, anche al Nord. Mentre l’Europa chiede nuovi impegni sugli inquinanti e sul riuso. Serve allora una strategia che dia indirizzi coerenti per affrontare la situazione in un’ottica di medio-lungo termine.
Cambiamenti climatici, pandemie, guerre sono fattori che minano la sicurezza alimentare anche dei paesi avanzati. Più che illudersi di poter fermare i fenomeni, il compito dei governi nazionali è cercare di minimizzarne le ricadute. Ma l’Italia è in ritardo.
Cambiamento climatico e aumento delle disuguaglianze sono fenomeni complessi e interconnessi. Eventi estremi causeranno una crescita delle disparità di reddito globali e anche tra regioni europee. Servono politiche di adattamento e mitigazione.
Le compensazioni ai paesi che più subiscono i danni dei cambiamenti climatici sono un tema centrale della Cop 27. La scienza economica e sociale può aiutare a quantificare gli impatti del clima in modo rigoroso. E dare una base solida ai negoziati.
I cambiamenti climatici avranno ripercussioni significative sull’attività economica, nei più disparati settori. Un progetto di ricerca vuole misurarne gli effetti e dare un contributo all’individuazione di politiche di mitigazione e adattamento.