Le conseguenze economiche del cambiamento climatico sono molto diverse da paese a paese. I più vulnerabili sono di gran lunga quelli in via di sviluppo. Ma anche per gli stati ricchi ci sono rischi. Il rating climatico può aiutarci a capire quali sono.
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Populismi e nazionalismi ottengono consenso negando il problema del clima e attaccando le istituzioni scientifiche. Invocano una libertà senza responsabilità . Ma la crisi climatica non conosce frontiere e si lega a quella democratica.
La Ue ha fissato per il 2035 il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel. È un impegno preso oggi per una scelta che sarà attuata domani. È una buona strategia per non farsi condizionare da chi propone risposte semplici a un problema complesso.
È difficile pensare di affrontare il riscaldamento globale senza mettere in discussione il comportamento umano. Invece cittadini e governi mostrano scarso interesse per il tema, perché è un rischio che riguarda altri e un futuro che sembra distante da noi.
Lavoce in 3 passi è la nuova iniziativa mensile de lavoce.info. Tre articoli su uno stesso argomento – pubblicati in sequenza – che accompagnano il lettore lungo un percorso logico e particolareggiato. Matteo Motterlini ci guida tra i temi che legano le scienze cognitive e il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico è una delle più importanti sfide globali. Ma le politiche adottate per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi incidono sui bilanci pubblici. Uno studio fa i primi calcoli delle conseguenze per la Svizzera da qui al 2060.
Il secondo mandato di Trump avrà conseguenze sulle politiche del clima a livello internazionale. Molto probabilmente gli Usa usciranno dall’Accordo di Parigi e forse abbandoneranno anche l’Unfccc. L’Europa deve tornare a esercitare un ruolo di leadership.
A parte la breve parentesi del programma Philoxenia, finora l’Unione europea si è occupata poco di turismo, per ragioni storiche e per i diversi interessi fra stati. Ma il cambiamento climatico promuove nuove mete e la situazione potrebbe mutare presto.
Arrivano molti spunti di riflessione dalla Cop28 di Dubai: sul ruolo dei paesi produttori di fonti fossili e su quello dei paesi consumatori; sulla volontà di crescita dei paesi in via di sviluppo e sulle speranze legate alle tecnologie, di oggi e di domani.
I dati del mercato agroalimentare italiano confermano l’importanza e il buon andamento del settore, anche a livello internazionale. I cambiamenti climatici e la scarsa predisposizione dei nostri governi alla prevenzione rappresenteranno però un rischio.