Il governo italiano tenta di evitare la procedura di infrazione per deficit eccessivo con una risposta piena di critiche all’Europa e agli altri partner europei. Ma omette i dettagli sugli impegni che intende assumere, soprattutto per il 2020.
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Con la presentazione del Documento di economia e finanza 2019 va in onda di nuovo uno spettacolo già visto: annunci di obiettivi responsabili accoppiati a nuove promesse incoerenti e non credibili. Fino alla prossima ritirata o salita dello spread.
È stata finalmente pubblicata l’analisi costi benefici del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. Soffre di gravi carenze metodologiche e risente di ipotesi arbitrarie. Particolarmente discutibili appaiono quelle su accise e pedaggi autostradali.
Le analisi costi benefici sono necessarie per misurare gli effetti economico-sociali dei progetti e la loro convenienza. Alla politica spetta però il compito di dare indicazioni chiare su regole di calcolo, parametri e assunzioni per ciascun settore.
L’austerità basata sulla riduzione della spesa pubblica costa meno in termini di crescita di quella fondata sull’aumento delle entrate. Lo spiega, con un’analisi rigorosa, il libro di Alberto Alesina, Carlo Favero e Francesco Giavazzi in uscita per Rizzoli.
In attesa della nota di aggiornamento il ministro Tria ha descritto la strategia del governo: più deficit, più crescita e meno debito. Un piano che rinnega gli impegni assunti in precedenza e sottostima il costo per il bilancio delle misure proposte.
In alcuni casi i contributi al Fondo di solidarietà comunale finiscono per minare la capacità delle amministrazioni locali di fornire servizi ai propri cittadini. Queste situazioni paradossali si possono evitare con un leggero aggravio per lo stato centrale.
Sono bastate due settimane per trasformare un’apprezzabile manovrina non elettorale in un provvedimento che introduce e rinnova bonus, detrazioni e deduzioni. Si preservano, in modo opaco, i saldi, preparando il terreno per la prossima fiducia.
Nei paesi avanzati le competenze economico-finanziarie dei cittadini non sono importanti solo per le scelte individuali, ma anche per quelle collettive. Perché per i politici è più difficile un uso strategico della politica fiscale. E l’Italia è un caso esemplare.
La musica sembra cambiata in Europa per i conti italiani. L’ennesimo sforamento della legge di bilancio 2017 sugli obiettivi precedenti non ha trovato l’atteggiamento benevolo del passato. Anche il rating del debito ne soffre. È arrivato il momento per la spending review sempre rinviata.