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Smart working anche nel dopo-emergenza

Con l’espandersi del coronavirus a molti lavoratori è stato chiesto di lavorare da casa. Una ricerca condotta prima dell’emergenza sanitaria mostra i vantaggi dello smart working. E suggerisce che sarebbe positivo per tutti mantenerlo anche in futuro.

Come sarà la recessione che ci aspetta

La recessione si è ormai estesa a un insieme ampio di settori. Eppure, se la politica italiana ed europea faranno la loro parte, contenendo il virus e aiutando la ripartenza dell’economia, alla brusca recessione potrebbe seguire una rapida ripresa.

Per l’Europa il rischio del “troppo poco, troppo tardi”

La Commissione europea annuncia un primo piano per affrontare la crisi da coronavirus: è insufficiente. La mancanza di una capacità fiscale comune e di un coordinamento efficace della politica fiscale è il tallone d’Achille della Unione monetaria.

Quanto peserà il Covid-19 sull’economia mondiale

È difficile indicare stime su quali saranno gli effetti del Covid-19 sull’economia mondiale. Si possono però ipotizzare alcuni scenari sulla base di studi effettuati dopo le ultime epidemie. Ricordando però che oggi l’interdipendenza è maggiore.

Il Punto

Mentre l’Italia si blinda in un crescendo di ansia mal controllata dal governo torniamo a discutere del prezzo giusto delle mascherine contro il coronavirus. C’è chi pensa che lo stato farebbe bene a tenere basso il costo di una protezione essenziale per operatori sanitari, infetti, immunodepressi. Come fosse un farmaco salvavita. Per arginare i grandi danni economici dell’epidemia si fa appello alla Ue perché autorizzi lo sforamento dei parametri fiscali. Rimane che l’Europa non ha quelle funzioni di coordinamento sanitario che sarebbero importanti in questo momento. Intanto vediamo, con grafici e tabelle, le misure anti-contagio adottate finora nei maggiori paesi del mondo.
Quest’anno per le donne un 8 marzo davvero poco festoso, ma almeno pieno di confronti su temi importanti. Uno troppo poco trattato è quello della previdenza delle lavoratrici. Spesso non consapevoli che le loro pensioni saranno inferiori a quelle degli uomini. A causa di salari più bassi, meno anni di lavoro, spesso part time o discontinuo. Fortuna che per le vedove (e per vedovi e orfani, in numero minore) ci sono le pensioni di reversibilità e le indirette. In Italia sono un pezzo rilevante della protezione sociale per 4,4 milioni di persone. In molti casi l’unico argine al rischio di povertà.
Per il lavoratore straniero qualificato, con la Brexit non cambia nulla mentre arrivano vacche magre per chi ha basse qualifiche. Questa è la politica industriale al tempo di Boris Johnson: le imprese che basano il loro business sui bassi salari o si riconvertono o chiudono. Intanto qui da noi negli ultimi dieci anni i lavoratori autonomi sono diminuiti dell’8,5 per cento e i dipendenti cresciuti del 4,4 per cento. Al contrario di chi parlava di declino delle relazioni di lavoro subordinato a favore degli “imprenditori di sé stessi”, professionisti qualificati o fattorini con partita Iva.

Coronavirus, come si comportano gli altri paesi

Di fronte al diffondersi dell’epidemia, l’Italia ha scelto la strada più dura, imponendo misure con riflessi molto pesanti sull’economia. Si tenta così di ridurre in maniera drastica il contagio. Ma cosa fanno gli altri paesi, in Europa e nel mondo?

Ma sulle mascherine ha ragione Macron

Con la diffusione del coronavirus i prezzi delle mascherine sono saliti alle stelle. Giusto lasciar fare al mercato o invece lo stato deve intervenire, come ha fatto il presidente francese? Ecco perché in questo caso i profitti in eccesso sono un rischio.

Cosa fa la Ue contro le epidemie*

La UE affronta epidemie come il coronavirus attraverso un complesso sistema di raccolta informazioni. L’obiettivo è accelerare l’identificazione di potenziali pericoli e permettere una risposta tempestiva. Il tempo dirà se in questo caso ha funzionato.

Il Punto

L’8 Marzo che cade nel mezzo della chiusura delle scuole per arginare l’epidemia del coronavirus mette ancor più in evidenza la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. Senza un cambio culturale e politico le donne che diventano madri continueranno a guadagnare e lavorare meno di quanto potrebbero. I divari di genere – appena illustrati dai dati Eurostat – cominciano già al nido dove, secondo ricerche recenti, i bambini sembrano avvantaggiarsi dell’apprendimento più delle bambine.
La necessità di fronteggiare il Covid-19 riguarda anche i banchieri centrali che – partendo da tassi a zero o poco sopra – devono combattere il calo della domanda causato dall’incertezza. Per sbloccare il sistema è cruciale garantire alle banche la liquidità da indirizzare alle imprese strozzate dall’emergenza. L’epidemia fa anche ripensare al ruolo della sanità privata. Nel nostro sistema sanitario, strutture pubbliche e private accreditate – entrambe oggetto di tagli di budget negli scorsi anni – sono ora chiamate a garantire cure intensive e posti letto per pazienti infettivi. Mostrando che sanno collaborare.
Davanti alla tragedia dei profughi respinti alla frontiera greca, la Ue di Ursula von der Leyen sceglie una realpolitik che di fatto ammaina la bandiera dei diritti umani. E appare al traino delle decisioni del presidente turco Erdogan che usa migliaia di disperati d’ogni età come una minacciosa bomba umana contro l’Europa.
Dopo il super martedì – con primarie in 14 stati – la corsa alla candidatura democratica contro Trump si è ristretta a due: Bernie Sanders e Joe Biden. Il secondo ha recuperato abbondantemente il ritardo accumulato, ma è possibile che alla convention di luglio nessuno arrivi con la maggioranza in tasca.

Il Punto

Dopo un’iniziale noncuranza, le borse si sono accorte che il coronavirus potrebbe diventare una pandemia, cioè un’epidemia che riguarda tutti. Così è nata la settimana di mercato peggiore dal 2008, con venti di recessione alimentati dall’incertezza sul futuro e dal rischio di interruzioni produttive. Proprio la tenaglia tra consumi rinviati e stop alla globalizzazione della produzione è una particolarità della crisi in corso rispetto ad altri episodi del passato. Insieme alla sua caratteristica di globalità che chiama in causa risposte – sanitarie e finanziarie – che necessariamente devono andare oltre i confini nazionali. Perché la prevenzione del contagio è un esempio di bene pubblico globale – l’azione di un paese che giova al singolo cittadino, alla comunità, agli altri stati. Servirebbe un protocollo mondiale sulla prevenzione e un fondo internazionale di supporto a chi adotta provvedimenti.
La diffusione della contrattazione collettiva nazionale nel nostro paese garantisce omogeneità dei salari sul territorio. Mentre il costo della vita è ben diverso da luogo a luogo e può crescere fino al 40 per cento nelle città rispetto alle campagne. Ma di come allineare salari e produttività a livello locale non si può quasi parlare.
Risparmiare energia determina vari effetti positivi. Si può promuovere con meccanismi di mercato come i “certificati bianchi” che permettono efficienza a costi ridotti. E che vanno salvaguardati, riformandoli.

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