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Il Punto

Nel nostro convegno annuale “I primi cento giorni di populismo” (eccone le “slide” presentate) abbiamo riunito presso l’università Bocconi di Milano redattori, collaboratori e lettori di questo sito per riflettere oltre l’attualità su rappresentanza, politiche e percezioni dei nuovi temi presenti nell’arena politica. Un esempio di come i nuovi leader offrano ricette troppo facili per la soluzione di grandi problemi è l’affermazione del vicepremier Salvini che ha quantificato in 20 miliardi i possibili proventi di un condono (“pace fiscale”) che chiuda i contenziosi con un bello sconto del 90 per cento sul dovuto. Salvo che – come chiarisce il fact-checking de lavoce.info – nella migliore delle ipotesi la raccolta sarebbe di 5,6 miliardi. Il populismo britannico si chiama Brexit e si incarna nella premier Theresa May. Che nel tempo si è convertita a un’uscita soft dalla Ue non condivisa da vari politici Uk. In un clima più da commedia con riso amaro che da dramma. E proprio in questa chiave la presentiamo ai nostri lettori.
Anche Emmanuel Macron scende in campo contro la povertà in Francia: quasi 9 milioni di persone, 14,2 per cento della popolazione. Con uno strumento, il reddito universale di attivazione, che presenta punti in comune con il reddito di cittadinanza del M5s. E l’Eliseo propone altre 21 azioni mirate allo scopo. Quanto al reddito di cittadinanza, è assodato che può funzionare solo se funzionano i centri per l’impiego. E infatti il M5s pensa di investirci oltre 2 miliardi. Non è solo un problema di soldi: vanno affrontate le disfunzioni strutturali.
Dal sito web del governo si apprende che è finita per i corrotti (hashtag #spazzacorrotti) con il disegno di legge che istituisce l’agente sotto copertura, incentiva il pentitismo e bolla con un “daspo” i colpevoli di corruzione. Però a leggere bene si capisce che l’impianto della riforma è molto debole.
La ministra Bongiorno vuole assumere 450 mila persone nella pubblica amministrazione. Certo, di forze fresche c’è bisogno perché il blocco del turn over del 2008 ha indebolito e invecchiato l’organico. Ma per evitare un’infornata elettoralistica di nuovi contratti ciò deve avvenire migliorando la qualità dei servizi, valutando il personale e puntando sulla digitalizzazione.

Nel momento della scomparsa di Carlo Dell’Aringa, amico e collaboratore de lavoce.info, la redazione ne ricorda l’impegno didattico e politico ed è vicina ai suoi familiari.

Per la lotta alla corruzione c’è l’hashtag ma non i contenuti

Il disegno di legge “spazzacorrotti” rischia di essere solo un annuncio. Perché non incide sulle problematiche che impediscono una lotta sistematica alla corruzione. E i tre pilastri del provvedimento sono o difficili da attuare o facili da aggirare.

Di che colore è il governo Conte

Confrontando le posizioni espresse nel discorso di insediamento di Giuseppe Conte con quelle dei suoi predecessori emerge un esecutivo a favore dell’intervento dello stato nell’economia, poco europeo, ma molto attento alla lotta alla corruzione.

Quando l’incompetenza fa più danni della corruzione

Il nuovo codice degli appalti istituisce un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti sulla base di criteri di qualità, efficienza e professionalizzazione. Manca però il decreto attuativo. Eppure, potrebbe essere un aiuto alla spending review.

La corruzione sconfitta dalla libertà e dalle donne*

Le quote di genere non sono la formula magica contro l’illegalità. Per combattere la corruzione e agevolare la parità tra i sessi bisogna incentivare le libertà individuali, contrastare le discriminazioni e promuovere strumenti trasparenti di selezione nelle cariche politico-amministrative.

Tempi più duri per corrotti e corruttori?

Nei suoi primi due anni il governo Renzi ha rafforzato i poteri dell’Autorità anticorruzione e ne ha affidata la guida al magistrato Raffaele Cantone. Ha poi inasprito le pene per corrotti e corruttori, anche dal punto di vista economico. Varie le occasioni mancate e le lacune da colmare.

Mazzette, dalla culla alla tomba

Non ci sono episodi di grande corruzione nell’inchiesta sulle tangenti Anas. Ma sono tutte le fasi della gestione di un appalto a rappresentare altrettanti capitoli dove la decisione amministrativa può essere addomesticata in cambio di favori. Struttura di autorità e ruolo marginale dei politici.

Le contraddizioni della trasparenza all’italiana*

La sempre più sentita domanda di legalità coesiste con la percezione che il rispetto della legge sia un ostacolo alle attività di cittadini e imprese. Evidentemente, la trasparenza, prevista dalla legge per i procedimenti normativi e amministrativi, non funziona come “antidoto alla corruzione”.

Ma un segretario comunale può arginare la corruzione?

La prevenzione della corruzione non può essere lasciata solo ai segretari comunali, come prevede la legge attuale. L’inchiesta Mafia Capitale ne è la conferma. Meglio creare nuclei alle dipendenze funzionali dell’Autorità anticorruzione, anche per rafforzare le sue funzioni di prevenzione.

L’eterno ritorno del calcioscommesse

Il calcioscommesse è estremamente difficile da debellare, come la cronaca degli ultimi anni mostra. E non solo in Italia. Gli antidoti proposti in questi giorni sono illusori. E anche un ricambio ai vertici del calcio servirebbe a poco. Un fenomeno con cui convivere? Certamente non va ignorato.

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