La Corea del Sud affronta la crisi pandemica con una strategia diversa da quella utilizzata in altri paesi. Non prevede la chiusura generalizzata delle attività del paese, conta molto sulla tecnologia e non si preoccupa troppo della privacy dei cittadini.
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Con l’epidemia di Covid-19, la recessione è alle porte. Ci saranno contraccolpi anche per il settore bancario. Sarebbe forse il momento di abbinare alla pressione regolamentare una visione più ampia, che dia maggiore flessibilità alle banche.
La Cina è il modello per capire l’evoluzione del coronavirus anche in Italia. Lì ci sono voluti circa due mesi di rigida quarantena per batterlo. Da noi significa quindi guardare alla prima metà di maggio per la fine dell’emergenza.
Le cifre su possibili contagi e morti negli Stati Uniti a causa del coronavirus sono impressionanti. L’epidemia mette a nudo tutti i gravi limiti di quel sistema sanitario e di welfare. E rivaluta l’importanza dei servizi sanitari nazionali universali.
La storia lo insegna: le grandi epidemie si diffondono lungo le rotte commerciali. Accadeva ai tempi della peste nera e accade ai nostri giorni. E la soluzione migliore è sempre la quarantena. Anche a costo di gravi sacrifici per l’economia.
L’unico modo accettabile per ridurre la diffusione del coronavirus è limitare il numero di incontri tra gli individui. È possibile farlo attraverso misure drastiche. Ma perché abbiano successo serve un coordinamento mondiale. E la Cina può fare da guida.
La crisi sanitaria può trasformarsi in una recessione globale e minare la stabilità finanziaria. Serve una immediata risposta europea, con la costruzione di sistema di assicurazione comune e reciproca, che aiuti le imprese a superare il momento critico.
Con l’espandersi del coronavirus a molti lavoratori è stato chiesto di lavorare da casa. Una ricerca condotta prima dell’emergenza sanitaria mostra i vantaggi dello smart working. E suggerisce che sarebbe positivo per tutti mantenerlo anche in futuro.
La recessione si è ormai estesa a un insieme ampio di settori. Eppure, se la politica italiana ed europea faranno la loro parte, contenendo il virus e aiutando la ripartenza dell’economia, alla brusca recessione potrebbe seguire una rapida ripresa.
I mercati hanno reagito in modo molto negativo alle parole di Christine Lagarde sullo spread dei titoli sovrani. Invece proprio questo sarebbe il momento di mostrare che anche nella zona euro la cooperazione tra politica monetaria e fiscale non è un tabù.