L’obiettivo del raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio deciso da Trump è non lasciare alle imprese Usa altra alternativa che acquistare da fornitori americani. Il protezionismo nel settore è di vecchia data, ma non ha dato grandi risultati, anzi.
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Stati Uniti e Cina cercano di disinnescare la guerra commerciale in corso: hanno annullato alcuni dazi punitivi reciproci e sospeso altri per novanta giorni. Ma cosa significa per il resto del mondo l’accordo tra le due maggiori economie?
La Fed non abbassa i tassi di interesse, come invece chiedeva il presidente Usa. Come ha ribadito Powell, l’incertezza e in particolare i rischi di una ripresa dell’inflazione spingono ad agire con prudenza, senza cedere ai desideri del potere politico.
Il commercio può svolgere oggi le stesse funzioni coercitive della politica estera, della diplomazia o del potere militare. Da Marx a Hirschman, gli scienziati economici ci consentono di rintracciare le ragioni alla base delle politiche commerciali di Trump.
Bisogna intervenire subito per ristabilire la fiducia sui mercati finanziari e fermare il circolo vizioso avviato dai dazi americani. Perché in un’economia basata sulla finanza, gli shock di politica economica si propagano ben oltre il loro ambito iniziale.
Il gioco falco-colomba mostra che per spezzare una guerra commerciale si deve rendere costoso l’atteggiamento aggressivo. Solo quando le conseguenze negative del conflitto appaiono chiare a tutti, si apre la possibilità concreta di accordi collaborativi.
Trump si disinteressa totalmente delle conseguenze immediate dei dazi imposti praticamente a tutti i paesi del mondo. Il fine ultimo di una strategia che prevede di negoziare accordi bilaterali con i partner commerciali è riportare a casa la manifattura.
Le ripercussioni dei dazi americani sui prodotti italiani non si vedranno subito, ma nel lungo periodo, con alcuni settori che saranno particolarmente colpiti. Favorire la transizione della produzione verso nuovi mercati sarà una sfida di tutta la Ue.
L’offensiva protezionistica del 2018 voluta dalla prima amministrazione Trump non ha dato i risultati sperati e ha danneggiato gli americani. Oggi è soprattutto l’incertezza causata dalla guerra commerciale nella competizione internazionale a creare problemi.
Le tariffe danneggiano l’economia. Ma il rapporto al Parlamento europeo di un gruppo di esperti giunge a conclusioni forse troppo ottimistiche su quelle imposte dall’amministrazione Trump perché non tiene conto di possibili effetti collaterali.