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Tag: debito implicito

Perché è utile esplicitare il “debito implicito” *

Un intervento del consigliere economico di Palazzo Chigi su questo sito e una sessione della Commissione Lavoro della Camera hanno voluto sminuire l’importanza delle stime del debito previdenziale implicito. Un atteggiamento pericoloso per un paese che continua a scaricare oneri sulle generazioni future. 

Il Punto

Il ministro Poletti difende la sostenibilità delle nuove misure sulle pensioni. Che non convincono, però, l’Inps, preoccupato dalla creazione di “debito implicito”: provvedimenti come questi, con costi limitati nel breve termine, possono domani far aumentare fortemente gli oneri sulle generazioni future.
Dai dati sul lavoro di dicembre 2016 si vede che il Jobs act – con 242 mila nuovi posti di lavoro rispetto ai 12 mesi precedenti (+1 per cento) – ha in effetti creato occupazione. Ma tutta la crescita ha riguardato gli over 50 e non i giovani che delle nuove opportunità avrebbero dovuto beneficiare in modo particolare.
In attesa del 7 febbraio, prima giornata contro il bullismo, ricordiamo che in quinta elementare 4 ragazzi su 5 lamentano di esserne bersaglio proprio a scuola. Il fenomeno è in crescita, più diffuso tra maschi e tra studenti provenienti da un contesto sociale debole, specie se d’immigrazione. Il decreto sui nidi, i “servizi educativi integrati alla scuola per l’infanzia”, riconosce l’importanza di iniziare al più presto il percorso educativo. Ma i 229 milioni annui stanziati sono una goccia nel mare dei bisogni territoriali. C’è chi non è abbastanza povero per godere di accesso gratuito e non abbastanza ricco per pagarlo a cuor leggero.
Per combattere il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale, il Nobel Joseph Stiglitz e l’esperto di anti-corruzione Mark Pieth hanno stilato una serie di suggerimenti per le autorità di tutti i paesi. Dalla lotta ai prestanome alla protezione dei “whistle-blower”, dallo scambio di dati fiscali ai limiti sull’uso di contante.

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Il Punto

Sarebbe un autogol l’abbandono del Nafta promesso da Trump. Dopo 22 anni di libero scambio, Usa, Messico e Canada sono diventati i migliori clienti l’uno dell’altro per export e import. E le aziende americane (incluse quelle che fanno autoveicoli) creano valore nei tre paesi senza riguardo ai confini.
Mario Draghi ha correttamente ricordato che un paese in uscita dall’euro dovrebbe regolare integralmente le attività e le passività della sua banca centrale verso la Bce. Bankitalia ha un saldo negativo per 355 miliardi, mentre la Bundesbank è a credito per 754. Sono i pagamenti tra banche che transitano – attraverso gli istituti centrali che formano l’Eurosistema – per circa 2 mila miliardi di euro ogni giorno sulla piattaforma Target 2. Un meccanismo tecnico che proviamo a spiegare. E che regge senza contraccolpi fintanto che esiste la moneta unica.
A dicembre si è invertita dopo 43 mesi la forbice salari-prezzi: +0,4 per cento la crescita degli stipendi, +0,5 quella dei prezzi (rispetto a dicembre 2015). Una piccola differenza destinata ad ampliarsi nel 2017, con il ritorno dell’inflazione all’1 per cento e l’ulteriore rallentamento delle retribuzioni.
Ha acceso un vivace confronto il punto di vista del presidente dell’Inps Tito Boeri secondo il quale la manovra pensionistica nella finanziaria 2017 fa aumentare il debito implicito e perciò scarica gli oneri sulle generazioni future. C’è chi concorda con questa tesi, con motivazioni anche di equità attuariale e redistributiva. E c’è chi – come la Ragioneria generale e la Commissione Ue – considera il concetto di debito implicito un criterio di valutazione astratto perché, mentre si alternano le generazioni, cambiano i governi e spesso le riforme. Mettiamo le opinioni a confronto.
Parlando di cooperazione allo sviluppo, meglio gli aiuti di programma (cioè al bilancio degli stati) o quelli a progetto? Più misurabile l’impatto dei secondi. Ma la prima modalità di intervento, se si riescono a evitare corruzione e sprechi, ha un maggiore potenziale di coinvolgimento del paese ricevente.

Un commento di Alfredo Del Monte  all’articolo di Piero David “Referendum: il ‘no’ cambia da Nord a Sud”.

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Pensioni: serve un criterio coerente*

Negli interventi sul sistema pensionistico si dovrebbero considerare almeno tre profili: finanza pubblica, equità attuariale, azione redistributiva. Sono obiettivi già difficilmente compatibili per essere resi ancora più complicati e inefficienti, come fanno le misure della legge di bilancio 2017.

Sistema previdenziale, i conti col futuro*

Per misurare il costo degli interventi previsti dalla legge di bilancio sulle pensioni, il presidente dell’Inps ha richiamato il concetto di debito implicito. Ma è azzardato considerare spese e risparmi su un orizzonte troppo lungo. Efficace redistribuzione tra pensionati della stessa generazione.

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