Terminata l’emergenza, il deficit dovrebbe trasformarsi in surplus e il debito accumulato dovrebbe rientrare rapidamente. Ma non sempre accade. Servono una politica monetaria coraggiosa, piani di rientro credibili ma soprattutto una spesa che stimoli la crescita.
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È vivo il dibattito che contrappone il Mes ai coronabond, in realtà strumenti di indebitamento identici. La vera distinzione è tra emissione unilaterale e simultanea di nuovo debito. Con i coronabond l’Italia si illude di spuntare una tripla concessione.
I coronabond andrebbero introdotti non perché la pandemia sia uno shock simmetrico, ma per creare una unione fiscale in Europa. Difficile però che si realizzino. E tra ricorso al Mes e nuovo debito italiano non è per niente ovvio che cosa sia preferibile.
I governi orientati a sinistra fanno scendere il rapporto debito-Pil più di quelli conservatori, in Europa e in Usa. Ma il riconoscimento che l’indebitamento di oggi ha un costo per le generazioni future è messo in dubbio dal successo dei populisti.
Il labirinto di deduzioni, detrazioni e altre agevolazioni fiscali (in gergo: le spese fiscali) è in Italia molto ampio e variegato. E si è esteso nel tempo. Ridurre le spese fiscali colpirebbe le categorie interessate di contribuenti e rischierebbe di far perdere i loro voti. Ma una profonda revisione di questa materia è sempre più necessaria.
Aumentare il debito pubblico è di destra o di sinistra? L’analisi delle serie storiche dice che i governi tendenti a destra sono più propensi ad espandere il debito rispetto a quelli dello schieramento opposto. Questi ultimi però tendono a finanziare politiche di spesa e di maggiori tasse. Negli Usa come in altri 24 paesi Ocse. Italia compresa.
Chissà come finirà con l’ex-Ilva di Taranto. In ogni caso, tre erano i punti chiave nella lettera di recesso di ArcelorMittal: lo scudo penale (messo e tolto quattro volte) che deve tutelare proprietari, manager e quadri, l’integrale automatizzazione di tre altoforni imposta dalla magistratura e, infine, chiarezza sulla volontà di aumentare la produzione. L’acciaio, agli albori dell’Europa unita, era accomunato – nella Ceca – al carbone che ora sta andando fuori gioco per ragioni ambientali ed economiche. Ma va garantita una decarbonizzazione ordinata della Ue dove, anche su questo tema, non tutti i paesi sono allineati.
La crisi post-Lehman e la rivoluzione tecnologica in corso hanno ridotto gli sportelli bancari di circa un quarto. Il personale è sceso del 5,2 per cento in Europa e del 6,7 per cento in Italia. Non è solo questione di numeri: arrivano nuove figure professionali. E – per cambiare – le donne continuano a rimanere indietro.
Il podcast de lavoce.info
Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Fantasticare sulle pensioni dei giovani”, con Vincenzo Galasso.
Nel lungo periodo, quando per tutti varrà il regime contributivo, la legge 26/2019 consentirà un’uscita più flessibile dal lavoro. Ma nel breve periodo, i tanti che andranno in pensione con il regime misto determinano un aumento significativo della spesa previdenziale.
In Portogallo le elezioni politiche hanno visto il successo del partito socialista di António Costa. Negli ultimi anni il paese ha saputo riprendersi dalla crisi, ma restano ancora alcuni problemi, che il contesto internazionale potrebbe aggravare.
La crisi di governo ha prodotto la nascita di un nuovo esecutivo, espressione della maggioranza Pd e M5s. Ma quale paese si trova a dover amministrare dopo 15 mesi di governo gialloverde? Un’Italia ferma, che non cresce, piena di incertezza e iniquità e con più immigrati irregolari da gestire.
Un intervento di Olivier Blanchard ha ottenuto un grande successo mediatico perché sembra suggerire che il debito pubblico non è in fin dei conti un problema di cui preoccuparsi troppo. Ma si tratta di un’interpretazione del tutto fuorviante.
Nel suo discorso di inizio anno all’American Economic Association, il presidente uscente Olivier Blanchard ha suggerito che, se i tassi di interesse sono bassi, deficit e debiti pubblici sono poco dannosi. Musica per le orecchie di sovranisti e keynesiani duri e puri di tutto il mondo. Una tesi ardita che proviamo a smontare.
L’ultima di Salvini per far tornare i conti è quella di far emergere i contanti che gli italiani tengono nelle cassette di sicurezza o sotto il materasso: 100 miliardi di euro, si stima. La sanatoria (solo di reati tributari!) porterebbe qualche vantaggio economico e la solita, generosa dose di ingiustizia. Con serie difficoltà di attuazione.
Sul reddito di cittadinanza la vera questione non è se le 674 mila richieste siano tante o poche ma quanti, pur avendo i requisiti, non lo domandano. La verità è che i più poveri – meno informati e con meno “relazioni” – sono scoraggiati dai meccanismi che escludono i comuni, cioè gli enti più informati sul disagio economico e sociale.
Come sarà Libra, la criptovaluta che Mark Zuckerberg lancia in queste ore su Facebook e WhatsApp? Utile una moneta internazionale, stabile, capace di circolare, al servizio degli scambi. Ma il controllo di un colosso tecnologico privato a vocazione monopolistica desta fondate inquietudini.
Mentre 150 tavoli di crisi aperti richiedono l’attenzione attiva del ministro del Lavoro, diverse altre imprese si aggregano per rafforzarsi sul mercato. Passi per superare la frammentazione dell’industria italiana, un tempo considerata fattore positivo di flessibilità, oggi ostacolo strutturale alla crescita.
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