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Dopo la tempesta, deficit programmato per i comuni

Ai comuni dovrebbe essere garantita la discrezionalità di finanza in deficit che il governo centrale si è già assicurato. L’ammontare complessivo andrebbe fissato come obbiettivo nella legge di bilancio. E andrebbe previsto un fondo straordinario verticale.

Non son solo numerini

Il governo si dice disponibile a limare il deficit 2019, aspettando le elezioni Ue e senza recepire la sostanza delle obiezioni alla legge di bilancio. Intanto potremmo essere esclusi dall’accesso ai fondi del nuovo bilancio dell’Eurozona.

Monetizzare il deficit è un’illusione pericolosa

Lo statuto della Bce vieta la monetizzazione del deficit di un singolo stato membro. E lo fa a ragion veduta. Un eventuale intervento della Banca centrale è possibile solo attraverso le Omt. Ecco perché si tratta di una virtù e non di un vizio del sistema.

2019, salgono i tassi. L’anno sbagliato per fare più debito

È arrivata la nota di aggiornamento al Def, con tante nuove voci di spesa. Il governo vuole imprudentemente puntare sull’incremento di deficit e debito proprio quando la Fed si attende di aumentare per tre volte il suo obiettivo di riferimento per i tassi di interesse.

L’azzardo nei conti del governo Lega-M5s

In attesa della nota di aggiornamento il ministro Tria ha descritto la strategia del governo: più deficit, più crescita e meno debito. Un piano che rinnega gli impegni assunti in precedenza e sottostima il costo per il bilancio delle misure proposte.

Alla ricerca di possibili coperture

Dove trovare le risorse per finanziare le tante promesse del governo? L’unica via percorribile sembra quella della riduzione della spesa. Ma le sorti delle varie spending review non lasciano ben sperare. E la revisione delle spese fiscali parte male.

Ma il bilancio dello stato non è teatro dell’arte*

Nessuno impedisce al governo di realizzare tutto ciò che ha promesso in campagna elettorale. Basta ridurre altre spese o aumentare altre imposte. L’idea del finanziamento in deficit è invece pessima. E un conflitto con l’Europa avrebbe gravi conseguenze.

Il Punto

Passata un’altra estate senza uscire dall’euro ora ci tocca fare i conti con le regole esistenti. E così la coalizione Lega-M5s se la prende con il tetto Ue del deficit al 3 per cento del Pil. In effetti, al posto di una soglia assoluta meglio sarebbero regole flessibili. Che in Europa ci sono già e consentono di finanziare in deficit spese straordinarie (ma non flat tax o reddito di cittadinanza). In ogni caso, preoccupati dalle chiacchiere dell’esecutivo italiano, i mercati hanno reagito. In maggio e giugno c’è stata una fuga di capitali dall’Italia per 76 miliardi. Ben di più che nell’estate 2011. Per questo il ministro Tria è in giro per il mondo a caccia di investitori stranieri.
In Italia ci sono 700 mila lavoratori nella gig economy – l’economia dei lavoretti. Una ricerca ne disegna il profilo: tipicamente maschi, tra i 30 e i 50 anni, poco istruiti e con basso reddito. Fenomeno in rapida evoluzione e da regolamentare. Anche a vantaggio delle imprese del settore. Che lasciano il nostro paese.
Il ministro degli Interni Salvini guarda con interesse a “No way”, il sistema australiano di immigrazione. Una politica criticata che – in barba alle convenzioni internazionali – appalta ai piccoli paesi vicini la gestione di Guantanamo locali di “accoglienza” dei migranti. Un bel modello virtuoso cui ispirarsi.
Nel suo ridisegno degli accordi di libero scambio, Donald Trump rimette mano al Nafta tra Usa, Canada e Messico. Troppi lavori – secondo il tycoon – finiscono in paesi a bassi salari come Messico (e Cina). Oggi la borsa brinda all’accordo ma l’America first presto presenterà il conto: più alti prezzi per le auto e meno profitti per le multinazionali.
Dopo dieci anni di austerità per la Troika la missione Grecia è compiuta. Permangono dubbi sulla capacità di Atene di rispettare gli impegni presi e quindi sulla sostenibilità della strada intrapresa. È però significativo che da un paese così provato arrivi un segnale positivo per l’Europa.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce.info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano, presso l’Università Bocconi. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Reddito di cittadinanza o gioco delle tre carte?

Il reddito di cittadinanza così come raccontato dal M5s è un reddito di disoccupazione condizionato alla partecipazione attiva al mercato del lavoro. Come si finanzia? Ci sono solo due opzioni: o in deficit o avrà effetti minimi su occupazione e reddito.

Conti pubblici: qualcuno ci può giudicare

La musica sembra cambiata in Europa per i conti italiani. L’ennesimo sforamento della legge di bilancio 2017 sugli obiettivi precedenti non ha trovato l’atteggiamento benevolo del passato. Anche il rating del debito ne soffre. È arrivato il momento per la spending review sempre rinviata.

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