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Tag: Deutsche Bank

Con un sacrificio Deutsche Bank tenta l’ennesimo rilancio

Con il quinto piano anticrisi in sette anni, Deutsche Bank sacrifica la divisione banca di investimento, che ha una struttura di costi ormai insostenibile. Ma ora da dove arriveranno i ricavi? Perché la concorrenza di vecchi e nuovi attori è agguerrita.

Il Punto

Con il ritorno del Qe annunciato da Draghi, la nomina di Lagarde a capo della Bce e la non procedura di infrazione verso l’Italia, lo spread Btp-Bund è crollato a 200 punti. Si poteva fare meglio. Con il costo del debito della Spagna – paese che ha problemi simili ai nostri – avremmo risparmiato 5 miliardi di interessi negli ultimi due anni e mezzo. Chi è convinto che i nostri malanni siano frutto di un complotto internazionale gioisce dei guai di Deutsche Bank, grande banca tedesca, all’ennesimo piano anticrisi. Con 18 mila licenziamenti, soprattutto nell’investment banking e la ricerca di nuove fonti di redditività, stretta tra la concorrenza delle banche locali e il fintech. A misurarsi presto con i mercati sarà anche la Grecia, dove la nuova maggioranza di centrodestra di Mitsotakis promette crescita e modernizzazione dopo i quattro anni di austerity con la sinistra di Tsipras al governo.
Il Rapporto Inps di quest’anno commenta l’avvio di reddito di cittadinanza e quota 100. Il primo, al momento, riguarda 685 mila famiglie (1,7 milioni di individui); il secondo 139 mila persone che diventano 226 mila con gli altri meccanismi in vigore di pensionamento anticipato. Con adesioni minori del previsto.
Il “governo del cambiamento” cambia l’organizzazione del ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibac). Per marcare una discontinuità con la riforma Franceschini del 2014, si torna alla centralizzazione: meno autonomia e procedure allungate. Senza un perché.

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Il Punto

Nel discutere delle riforme sottoposte a referendum, si raffronta spesso il nuovo Senato con il Bundesrat tedesco. Le due camere sono a rappresentanza regionale. Ma i senatori italiani rispecchiano la distribuzione dei seggi nei consigli di origine, mentre gli omologhi tedeschi devono votare secondo gli interessi dei governi degli stati federati. Politicamente collegato al referendum, l’Italicum sarà forse il primo sistema elettorale riformato prima di sapere se funziona. In ogni caso, impossibile cambiarlo senza rinunciare ai suoi due capisaldi: la certezza del vincitore “la sera del voto” e la garanzia di governi di legislatura.
Per attenuare gli squilibri finanziari globali, Usa e Cina hanno notevolmente ridotto il rispettivo avanzo delle partite correnti. La Germania invece – al primo posto con 274 miliardi di dollari di avanzo – non ci vuole sentire e continua a risparmiare più di quanto investa, sottraendo munizioni all’anemica crescita europea. Anche sul fronte bancario, i tedeschi predicano bene ma razzolano male. I problemi di Deutsche bank sono sintomo di un sistema finanziario che deve rimettere ordine in casa, al pari di altri ma per ragioni diverse. Lo abbiamo documentato in vari articoli recenti, ora raccolti in un Dossier.
Industria 4.0, il piano nazionale per incentivare gli investimenti nelle tecnologie, dovrebbe servire a colmare le lacune e recuperare i ritardi. Ma anche a irrobustire l’impegno nelle tecnologie in cui l’Italia ha già vantaggi in termini di specializzazione e di risorse ottenute in sede europea. Con una mappatura dettagliata.
Panino a scuola anziché mensa scolastica? È un diritto delle famiglie, ha stabilito il tribunale di Torino. L’accresciuta libertà riduce però le funzioni di socializzazione ed educazione alimentare insite nella refezione collettiva degli alunni. Oltre il sandwich c’è di più.

 

Banche: anche la Germania deve fare i compiti a casa

Se per i tedeschi è tutta colpa di Draghi

Davvero i tassi sotto zero imposti dalla Bce sono all’origine delle difficoltà in cui si dibatte Deutsche bank? Così si sostiene a Berlino, dimenticando che tali livelli sono praticati da altre banche centrali. In realtà l’origine dei problemi di Deutsche è da cercare al suo interno e nel sistema tedesco.

Il Punto

Il piano Industria 4.0 del ministro Calenda spinge le imprese ad accelerare l’adozione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). Per ora – lo dice un confronto con la Germania – scontiamo un ritardo che ci rende meno competitivi. E che dipende dalla dimensione di impresa, non da incapacità gestionali. Il contesto – certificato dalla Nota di aggiornamento al Def – è quello di una crescita in chiaro rallentamento. I numeri della nostra infografica  confrontano le previsioni del governo con quelle di Ue, Fmi, Ocse e Confindustria.
Deutsche Bank – con il suo investment banking – è fonte di rischio sistemico, ha accumulato enormi sanzioni per illeciti e quindi non riesce a tornare a fare la banca delle imprese. Eppure a Berlino si lamentano: colpa della Bce di Draghi che tiene i tassi sotto zero. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò.
Esame di maturità: si cambia. L’obiettivo è rendere più omogenee la valutazioni degli studenti sul territorio nazionale. Come? Il voto sarà affiancato dal risultato di un test Invalsi. Anche per risparmiare qualche soldo, le prove saranno ridotte a due e le commissioni non avranno più membri esterni.
Legge dello stato da luglio, l’Italicum probabilmente non verrà mai utilizzato come sistema elettorale. Con meccanismi bizzarri e in odore di incostituzionalità, una volta riformato può diventare oggetto politico di scambio nella contesa tra “sì” e “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre.
Approvato dalla Camera, il disegno di legge contro bullismo e cyberbullismo colma un vuoto su un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante. Ma, a ben guardare, la norma è inadeguata e fatta male. Affida al Garante della privacy compiti che difficilmente potrà svolgere e dà spazio a ingiuste censure sul web.

 

Fusione tra Deutsche e Commerzbank? No, grazie

Si vocifera di una fusione tra le due principali banche tedesche, Deutsche Bank e Commerzbank. Tutti applaudono, mentre l’operazione dovrebbe suscitare solo scetticismo. A che serve unire due grandi istituti con molti problemi? I ritardi nella ristrutturazione del sistema bancario europeo.

Il Punto

Bloccare come ha fatto il Tar della Lombardia l’aumento delle bollette elettriche mortifica l’autorità di regolazione e colpisce le società di distribuzione elettrica che si limitano a scaricare sulle tariffe i maggiori costi del mercato all’ingrosso. Sui quali si può eccepire perché non hanno una chiara motivazione. Ma la pezza scelta dal Tar è peggiore del buco.
Ci vorrebbero oltre 7 miliardi all’anno per far arrivare il reddito di inclusione alle famiglie povere come previsto dalla legge delega approvata pochi giorni fa. In realtà al momento ci sono risorse per 1,6 miliardi per i primi due anni. Un piccolo aiuto a un massimo di 1,3 milioni di persone indigenti, il 30 per cento del totale.
Il governo teme che qualcuna (una) delle nostre banche esca con le ossa rotte dagli stress test dell’Eba (Autorità bancaria europea). Per questo sta negoziando con la Ue una controversa applicazione del bail-in che eviti perdite agli obbligazionisti subordinati. Il problema è: bisogna salvaguardarli tutti o solo i truffati? Parlando di bilanci bancari, se Roma piange Berlino non ride, anche se per ragioni diverse dalle nostre. Le grandi banche tedesche (in prima fila, Deutsche bank) sono piene di derivati, strumenti finanziari anche più opachi dei bond subordinati e potenziali cause di una nuova crisi sistemica.
Il Parlamento europeo ha approvato la nuova Guardia costiera per il controllo comune dei flussi migratori extra-Ue, con più risorse e più autonomia di Frontex. L’esperienza americana dice che, senza interventi nei paesi d’origine, la sua efficacia sarà limitata perché nasceranno nuove rotte ad arricchire i trafficanti. Nei giorni in cui il mondo assiste impotente alla repressione di Erdogan, diventa ancora più urgente studiare la relazione tra Islam, democrazia e politica. In Indonesia e Malesia la religione scende a patti con la vita pubblica in termini di pluralismo e tolleranza. Molto più di quanto accada in Medio Oriente e, ora, in Turchia.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

 

 

I veri rischi di Deutsche bank

L’enorme esposizione di Deutsche bank sui contratti derivati rischia di produrre un crack dai gravi effetti sistemici? Intanto, l’esposizione effettiva è minore. E le obbligazioni emesse per assorbire le perdite non sono nei portafogli dei piccoli risparmiatori. Come invece accade in Italia.

Il Punto

Se il governo italiano spera di chiudere un buon accordo con la Ue sul salvataggio delle banche, è anche perché i nostri non sono gli unici istituti problematici. Come diceva il Fondo monetario la banca tedesca Deutsche bank, esposta per cifre iperboliche con i derivati, può rappresentare un rischio sistemico. Almeno, però, a differenza delle piccole banche italiane, ha piazzato i suoi titoli agli investitori professionali e non ai risparmiatori. Da noi gli scandali hanno evidenziato l’opacità del collocamento ai clienti che include vari raggiri legalizzati. Ad esempio, molti fondi comuni con cedola garantita la pagano – quando la gestione non ha rendimento – intaccando il capitale investito. Il che è riportato in prospetti letti poco e capiti di meno. Ci si chiede anche se non sia anticostituzionale il bail-in, la procedura europea che addossa le perdite delle crisi bancarie ad azionisti, obbligazionisti e correntisti ora incorporata nella legge italiana. Vari motivi per sollevare il dubbio. L’alternativa era ed è quella di far pagare comunque Pantalone.
Le imprese familiari nei paesi sviluppati sono per lo più guidate da manager esterni. In Italia, invece, più di due terzi delle posizioni di responsabilità sono coperte da membri della dinastia proprietaria. È credibile che nella stessa famiglia ci siano tutte le eccellenze necessarie al successo dell’azienda?
Un nome evocativo, Nuova via della seta, per un piano di potenziamento del traffico commerciale della Cina con l’Europa. Con sei corridoi che uniscono mare e terra. Forse una grossa opportunità per l’Italia e per il Mezzogiorno. Se si supera la frammentazione del sistema portuale e non si distrugge l’ambiente marino.
Si scoprono, in Lombardia, giudici tributari corrotti. Le mele marce vanno eliminate ma il rischio più alto della giustizia tributaria è in una proposta di legge per l’abolizione delle commissioni tributarie, assegnando le controversie a sezioni specializzate dei tribunali ordinari. Anche se le une appaiono più efficienti degli altri.

Corrado del Bò e Francesco Pallante commentano l’intervento di  Giovanni Facchini e Cecilia Testa “Meno potere alle lobby con la riforma del Senato”.

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