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Tag: disuguaglianze

Il Punto

Si arriverà a una commissione parlamentare d’inchiesta su Mps. La novantunesima della serie nella storia della Repubblica. Per qualcuno si tratta di produzione di carte a mezzo carte. Per altri sono importanti strumenti di monitoraggio della vita pubblica. La loro efficacia dipende molto da come sono composte.
Rompendo finalmente gli indugi, la signora May ha enunciato i suoi 12 punti fissi alla base del negoziato per la Brexit. Chiara a parole, nel dettare le condizioni alla Ue. Ma confusa nel rivendicare tutto e il contrario di tutto nei rapporti con la Scozia, con l’Irlanda, sul ripudio della giustizia europea e anche sull’immigrazione.
Trump si insedia alla Casa Bianca e passerà dagli annunci ai fatti con la sua proposta di budget per il 2018.   Sapremo dunque con precisione come si svilupperà il suo programma dai tagli delle tasse agli investimenti pubblici, alle misure protezionistiche. I mercati finanziari calcoleranno le ricadute sull’economia reale e mostreranno se la luna di miele col nuovo presidente continuerà o no. E vedremo con quali politiche, in concreto, il tycoon cercherà di mantenere il consenso di un elettorato che ha votato uno degli uomini più ricchi d’America come portavoce degli sconfitti.
Sulla scacchiera europea dei grandi gruppi di telecomunicazioni e media, l’assalto di Vivendi a Mediaset è in un momento di stallo. Nella nostra infografica è evidente la posizione dominante di Bolloré, grande azionista di Tim e della società del Biscione. Tocca all’Agcom indicare come sciogliere il legame perverso.
Continua a crescere da oltre 30 anni la disuguaglianza tra ricchi e poveri nei paesi industrializzati. Per l’Ocse non è solo questione di come la si divide ma anche di quanto grande diventa la torta. La mancanza di equità crea tensioni sociali, riduce le risorse delle famiglie a basso reddito e sfavorisce l’accumulazione di capitale umano. Della qual cosa poco si cura la politica italiana. Dei costi di benessere delle disuguaglianze si era occupato fin dai primi anni ‘70 Anthony Atkinson, il grande economista che ci ha lasciati in questo inizio d’anno e che ancora una volta ricordiamo sulle nostre pagine.

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Se a crescere è solo la disuguaglianza

Disuguaglianza e povertà sono un ostacolo allo sviluppo umano e alla crescita economica. Lo afferma l’Ocse, che sostiene la necessità di contrastarle con politiche che favoriscano socializzazione, scolarizzazione, inserimento lavorativo e tutela della salute. Un approccio mai applicato in Italia.

Tony Atkinson, pioniere degli studi su ricchezza e povertà

Con le sue analisi teoriche ed empiriche, Tony Atkinson ha offerto contributi fondamentali e pionieristici alle ricerche sulla distribuzione del reddito. Disuguaglianze considerate non solo come il risultato dell’operare del mercato, ma come il prodotto della mancanza di politiche atte a ridurle.

Il Punto

2017, primo anno di Trump e avvio della Brexit vera. Con Usa e Regno Unito obbligati a crescere e a importare di più, a beneficiarne potrebbe essere la Ue. Molto però dipende dalle decisioni delle multinazionali e dalla capacità dei governi dell’Europa continentale di attrarne gli investimenti.
Archiviata come gaffe ministeriale la frase del ministro Poletti sui giovani che emigrano “e in molti casi è bene che rimangano dove sono”, mettiamo a fuoco il problema attraverso i numeri. Che dal 2009 si sono impennati. Sono per lo più persone istruite in cerca di prospettive migliori. Molti dal Sud. Dove non ritornano.
Il ministro degli Interni Minniti annuncia un giro di vite sugli stranieri non in regola: molte più espulsioni e riapertura dei Cie. Ma passare ai fatti è un’impresa titanica. Per contrastare l’irregolarità meglio puntare su corridoi umanitari con una selezione alla partenza, riaprire i flussi per tipo di lavoro, organizzare rimpatri volontari assistiti.
Grande economista e vero scienziato sociale interessato al dialogo tra discipline, Anthony Atkinson ha gettato le basi della moderna teoria della misurazione della disuguaglianza, riportandola ai suoi fondamenti etici. Con il chiodo fisso di politiche di welfare per contrastare povertà e iniquità e di un’Europa che metta al centro le persone e il loro benessere. Lascia un’eredità scientifica fondamentale e – a chi ha avuto l’onore di lavorare o studiare con lui – il ricordo di una grande carica umana.
Tra Natale e l’Epifania lavoce.info ha aggiornato quotidianamente il sito con nuovi articoli. Parlando di Monte dei Paschi, corporate governance, oro delle banche centrali, qualità dell’istruzione, politiche demografiche, alternanza scuola-lavoro, lotta ai cambiamenti climatici, scuole paritarie.

Buon 2017 a lettori e autori!

Tre nuovi ingressi in redazione: Paolo Balduzzi, Silvia Merler e Alessandro Santoro che i lettori de lavoce.info già conoscono attraverso numerosi loro interventi. Ci daranno contributi originali e di alto livello rispettivamente su temi politico-istituzionali, banca e politica monetaria, fisco e finanza pubblica. A Paolo, Silvia e Alessandro un caloroso benvenuto. 

Il Punto

Mentre il Tesoro deve rinnovare i vertici delle società partecipate, paragoniamo remunerazioni e curricula degli attuali Ad e presidenti di aziende pubbliche con quelli in imprese britanniche equivalenti. Così si scopre che “Spendere meno si può”. Una nuova puntata della nostra inchiesta su sprechi e privilegi del paese. Tra questi, le pensioni dei vertici dell’Arma dei Carabinieri. Che si sono fatti raddoppiare la pensione nel mezzo della crisi, mentre milioni di italiani stringevano la cinghia.
Sono in uno stato peggiore dei peggiori scenari i bilanci delle fondazioni bancarie. Lo certifica uno studio di Mediobanca. Ma per il presidente dell’Acri Guzzetti quello che conta è non perdere il controllo delle banche.
La Grande crisi ha tagliato i redditi. Di tutti gli italiani. Aumentando di 4 milioni il numero di poveri. Lo documenta l’ultima indagine Banca d’Italia sui redditi delle famiglie. Obama ha annunciato misure a favore dei più poveri che però avranno un’efficacia limitata. Forse anche per questo la sua analisi della dinamica delle disuguaglianze negli Stati Uniti è molto carente.
È decisamente una politica non convenzionale quella suggerita alla Banca centrale europea dalle colonne del Financial Times: la Bce dovrebbe comprare azioni anziché riempirsi la pancia di indigesti titoli degli stati in sofferenza. Vediamo i potenziali vantaggi e i limiti di questa proposta.

 

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