I risultati delle elezioni comunali del 2013 dimostrano che gli elettori usano il voto di preferenza. E se la preferenza è legata al genere, eleggono le candidate donne. Le scelte sulla composizione del nuovo Senato rappresentano una opportunità per il riequilibrio della rappresentanza di genere.
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Il voto popolare nel Regno Unito non ha premiato il governo Cameron. I conservatori ottengono la maggioranza per il crollo dei liberal-democratici, i laburisti perdono per il prevalere del nazionalismo scozzese. Un sistema non più bipolare e le richieste di una legge elettorale più proporzionale.
Smentito dal voto britannico il previsto testa a testa conservatori-laburisti. Cameron esce dal confronto con la maggioranza. Ma il bipartitismo storico rimane azzoppato. Alla massiccia rappresentanza dei nazionalisti scozzesi, si affiancano i deboli liberaldemocratici.
La vittoria della sinistra radicale alle elezioni porterà a una soluzione dei problemi della Grecia? Non è detto. Il successo di Syriza si fonda su una narrazione semplicistica della crisi. Che ora rischia di radicalizzare le posizioni di tutti, bloccando ogni possibile compromesso con la UE.
Le prossime elezioni politiche in Grecia sono un passaggio delicato per tutta l’Unione. Si aprono scenari diversi, che potrebbero condurre a una nuova politica economica per l’euro, con l’interpretazione meno restrittiva dei vincoli di bilancio. Oppure al rinnovarsi dei rischi di crisi finanziaria.
L’astensionismo elettorale non è affatto un problema secondario. Al contrario, quando la partecipazione è bassa, chi vota meno sono le persone più vulnerabili soprattutto in un momento di grave crisi economica. Così i politici saranno ancora meno motivati a rappresentare gli interessi dei più poveri.
Meno male che la Bce ha acceso un faro sullo stato di salute delle banche. Solo così sono state costrette a mettere in luce tutti i crediti deteriorati che le zavorrano. E a correggerne i valori in bilancio. Per le banche italiane (12 miliardi) è servito molto di più che per gli altri istituti dell’Eurozona.
Poiché molte fonti di energia creano anche effetti dannosi, le politiche fiscali possono portare il loro costo a un livello “giusto”, capace di remunerare le “esternalità” che producono. Una ricerca del Fondo monetario propone di tassare di più l’utilizzo di energia per i trasporti. Per una volta l’Italia, con le sue accise sulla benzina, è tra i paesi più virtuosi.
Chi comanda nelle scuole inglesi? Quanto costa l’istruzione alle casse pubbliche? Qual è lo stipendio degli insegnanti? Questo secondo articolo completa la descrizione del sistema d’oltremanica, uno dei modelli che ci può fornire suggerimenti per riformare il nostro.
Proviamo a stimare, con un esercizio semi-serio, quanto vale il tempo passato su Facebook da ognuno dei 25,2 milioni di utenti italiani. Grosso modo 3.650 euro all’anno. In totale quasi 92 miliardi. Calcolare per credere!
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Nelle due regioni dove si è votato domenica, l’affluenza alle urne è stata molto bassa, in particolare in Emilia Romagna. Certo, chi ha vinto è legittimato a governare. Ma l’astensionismo deve preoccupare. Anche perché esiste una correlazione fra partecipazione elettorale e spesa sociale.
Il bonus di 80 euro varato alla vigilia delle Europee ha influito sul voto? Gli elettori l’hanno giudicato come politica pensata nell’interesse generale o personale? Nel primo caso, risulterebbe limitato l’incentivo a usare i soldi di tutti per ottenere consensi.
I flussi di immigrazione che nel recente passato hanno caratterizzato il nostro paese hanno contribuito a modificare le preferenze dell’elettorato, a favore dei partiti che sostengono una regolamentazione più restrittiva del fenomeno. Escluse, però, le grandi città. I risultati di uno studio.
Il presidente della Commissione europea è sì indicato dai governi, ma deve anche avere una maggioranza al Parlamento europeo. Da qui lo stallo, complicato dal fatto che i grandi partiti hanno perso consensi. Una proposta per riunire i ruoli di presidente della Commissione e del Consiglio europeo.