Che si cominci dalle famiglie povere con figli, come prevede la legge di stabilità 2016, o dai pensionati, l’importante è avviare un percorso che riveda in modo ampio e approfondito il nostro sistema assistenziale. Per sanare le iniquità e per rispondere al complesso dei bisogni delle persone.
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La legge delega di riforma del sistema fiscale puntava a una relazione tra fisco e imprese improntata a equità e trasparenza. Ma nel decreto attuativo la ricerca di un interesse comune scompare e torna la prevalenza dell’interesse erariale. Certezza fiscale preventiva solo per grandi industrie.
Con l’approvazione degli ultimi cinque decreti attuativi si è concluso il lungo cammino della riforma fiscale. Ma possiamo dire che il sistema tributario è stato riformato? Per l’equità, pesa il mancato intervento sul catasto, mentre su certezza e semplificazione qualche miglioramento è arrivato.
Il rapporto Brambilla sul sistema previdenziale italiano induce all’ottimismo, a patto che le stime di crescita e inflazione siano corrette. Ma le generazioni più giovani non sono penalizzate tanto nella generosità delle pensioni, quanto dal fatto che le riceveranno per molti meno anni.
Niente scuse: è possibile chiedere un contributo di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni di importo elevato. Si incasserebbero più di quattro miliardi di euro, riducendo privilegi concessi in modo poco trasparente.
La riforma dell’Isee è stata completata. Il nuovo indicatore dovrebbe avvantaggiare le famiglie numerose e quelle in cui sono presenti i disabili più gravi e più poveri. Se i controlli saranno effettivi, dovrebbe contribuire a migliorare la scarsa efficacia redistributiva del welfare italiano.
La Legge di stabilità abolisce l’Imu e introduce la Tasi, la nuova imposta sui servizi indivisibili. Cosa cambia per i contribuenti? Stime di gettito per la Toscana mostrano che il carico fiscale sul patrimonio immobiliare non diminuisce. Semmai aumenta l’iniquità del sistema fiscale.
Si continua a discutere di un prelievo sulle pensioni più alte. Da calcolare non solo sull’ammontare, ma considerando anche il rendimento dei contributi versati. Il gettito sarebbe limitato. Tuttavia garantirebbe un flusso annuo di risorse utili per interventi di welfare.
Il costo delle riforme delle pensioni è stato sopportato in minima parte dai pensionati. I giovani rischiano di pagare due volte. Oggi, perché entrano in un mercato del lavoro duale con altissima disoccupazione, domani perché avranno una pensione molto più bassa dei loro padri in età più avanzata.
Continua la discussione sulle pensioni d’oro e sul possibile “contributo di equità”. Simulazioni su dati Inps confermano che il gettito sarebbe limitato. Ma garantirebbe risorse che potrebbero essere destinato alla tutela di generazioni penalizzate dal sistema di welfare.