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Quanto costa il sostegno alle famiglie nel programma Pd

Nel suo programma elettorale il Pd propone una riforma complessiva degli interventi a favore delle famiglie con figli. Porterebbe a una razionalizzazione e semplificazione del sistema, oltre a ridurre in modo significativo disuguaglianze e povertà.

Il Punto

La Corte costituzionale dice di aver ridotto il proprio costo a carico dei contribuenti di 9 milioni. Al netto di riclassificazione di voci, i milioni tagliati sono però solo due. Gocce nel mare della spesa pubblica. Ma i giochetti contabili da parte di uno dei massimi organi della Repubblica sconcertano.
Il sospetto di manipolazione dei dati sorge anche quando grandi imprese britanniche – sotto l’impulso di una nuova legge – si trovano a dichiarare che il differenziale di stipendi tra uomini e donne è zero. Una prima analisi dei dati italiani indica che da noi il divario è più alto per le grandi che per le piccole imprese.
Volge alla fine la breve guerra tra Berlusconi e Bolloré, il patron di Vivendi che ha tentato di scalare Mediaset e controlla Tim con il 24 per cento delle azioni. Proprio quest’ultima pagherebbe il prezzo della pace tra i due litiganti. Ma è ora che di tutto ciò il mercato venga informato chiaramente.
Sognano di metter su famiglia con un paio di figli i giovani italiani e francesi. Ma i primi rinviano le loro scelte, mentre i secondi – dicono i numeri – realizzano i progetti. Merito di scelte coerenti nelle politiche per la famiglia, qui carenti e occasionali. Le troveremo (ed espresse come) in qualche programma elettorale?
Il flusso di immigrati regolari, in maggioranza con competenze limitate, sembra aumentare la già elevata polarizzazione del mercato del lavoro e nei livelli di istruzione in Italia. Chi percepisce bassi salari non trova conveniente studiare di più, mentre chi fa lavori ben pagati beneficia di servizi meno cari – dice uno studio recente.
Diventano più stringenti le regole europee sui crediti inesigibili (Npl) che richiedono alle banche di farli emergere e disfarsene in tempi rapidi. In Italia, però, c’è un macigno che blocca il cammino: la lentezza della giustizia civile. Un ostacolo che le lobby degli avvocati e dei magistrati non vogliono rimuovere.

Crisi delle nascite, un macigno sul nostro futuro

Politiche che aiutino le famiglie a realizzare i propri obiettivi di vita dovrebbero diventare la priorità. E non solo per frenare la denatalità, ma anche per ridurre le diseguaglianze e per una più solida crescita economica. Il buon esempio della Francia.

Il tempo dei papà per ridurre le disuguaglianze fra bambini

I congedi di paternità sono un fattore importante per promuovere la cultura della condivisione nella cura dei figli. Ma rendono anche più omogeneo l’uso del tempo fra famiglie. Riducendo il rischio che i bambini crescano in nuclei dove sono limitate le risorse di tempo oltre a quelle finanziarie.

L’equità che manca alla manovra

La legge di bilancio 2017 stanzia quasi 2 miliardi per le pensioni e solo 600 milioni per il sostegno alle famiglie con figli. Ma le risorse non sono l’unico problema. La frammentazione degli interventi finisce per portare alla riproduzione intergenerazionale e territoriale della disuguaglianza. 

“Dopo di noi”, buone intenzioni di scarsa efficacia*

La cosiddetta legge “Dopo di noi” dovrebbe garantire protezione, cura e assistenza ai disabili gravi, anche dopo la morte dei genitori. Ma non rimedia all’attuale frammentazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali. E la sua attuazione è minata da tempi incerti e percorsi complessi e tortuosi.

Più nonne in pensione, più mamme al lavoro?

In un’Italia dove i nidi sono pochi, le nonne garantiscono alle mamme che lavorano un servizio di cura dei figli affidabile e a basso costo. Le riforme pensionistiche potrebbero perciò avere effetti negativi sull’occupazione delle donne con bambini piccoli. E il bonus bebè non basta a compensarli.

Il Punto

Un progetto europeo che coniughi concretezza e sogno – evocato da Renzi a Ventotene – è arduo da realizzare. Prima o poi, infatti, riemergono gli interessi nazionali, cioè, per Italia e Francia, la richiesta di flessibilità di bilancio. Che potrebbe arrivare, ma solo con la prosecuzione delle riforme e con il rallentamento dell’economia.
Non basta il Pil per misurare gli effetti delle politiche pubbliche su povertà, diritti delle donne, salute, innovazione e occupazione. C’è da predisporre un adeguato sistema di valutazione che oggi non abbiamo. Gli strumenti legislativi per svilupparlo esistono, se c’è la volontà di investire nella ricerca.
Incentivi alle madri under 30: così, secondo il ministro con delega alla famiglia Costa, si abbassa l’età della maternità e si combatte il calo delle nascite. Sbagliato e arbitrario. Il sostegno alle famiglie è efficace quando è stabile nel corso della vita del bambino e si rapporta alla sua età, non a quella dei genitori.
Soffocata dal debito pubblico e con la deflazione sempre in agguato, l’Italia a crescita zero è “a rischio Giappone”? Magari! In realtà il paese asiatico ha continuato a crescere dall’inizio della sua crisi (1991). Molto più di noi. Vedere questo nostro grafico per credere.
Tra le riforme monche dell’era Renzi brilla per incompiutezza e iniquità quella della giustizia civile. Che ha reso le cause più onerose e negato di fatto i ricorsi in tribunale ai cittadini comuni, in particolare ai piccoli proprietari. A vantaggio di locatari che non pagano l’affitto.
Notizia: a giugno in Italia l’energia elettrica generata da fonti rinnovabili ha superato quella da fossili.  Sorpasso storico? Quasi, perché avvenuto anche grazie ai bassi consumi. Però potremmo essere alla vigilia  di una nuova epoca. Ora si tratta di governare il cambiamento.
Di solito si discute se sia più probabile che un governo adotti le riforme sull’orlo di un precipizio o quando l’economia va bene. Eppure una ricerca sui dati di 53 paesi in oltre 30 anni arriva a definire un ulteriore elemento che le favorisce: l’incertezza. Una tesi controcorrente.

Nelle due settimane centrali di agosto, come di consueto lavoce.info ha sospeso l’invio della newsletter. Abbiamo però aggiornato costantemente il sito con nuovi articoli su: riqualificazione dei vecchi immobili, donne e corruzione politica, cassa integrazione concorsuale, Isee e disabilità, distretti culturali, welfare e senso civico, fuga dei cervelli.

Michele Lalla risponde ai commenti al suo intervento “Riforma costituzionale: perché serve il limite di mandato

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

Gender gap: a che punto siamo

L’8 marzo è il giorno dell’anno in cui si registra la persistenza del divario di genere in Italia. Ma stavolta qualcosa si muove.

Conciliazione lavoro e famiglia: avanti a piccoli passi

Uno dei decreti attuativi del Jobs act contiene varie misure per la tutela della maternità e per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. Ma il vero banco di prova per capire quanto il governo intenda investire sul lavoro delle donne saranno i decreti sugli incentivi fiscali.

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