I test Invalsi mostrano che la legge Gelmini ha avuto effetti negativi sugli apprendimenti dei bambini della primaria. Ma l’assunzione di nuovi docenti senza alcun controllo sulla loro qualità, come prevede la “buona scuola” del Governo Renzi, riuscirà a migliorare il sistema scolastico italiano?
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A quattro anni dalla discussa riforma Gelmini, l’attenzione si concentra sugli effetti del nuovo sistema di reclutamento e valutazione dell’Anvur. Tre articoli sugli effetti attesi e inattesi della riforma.
EFFETTI DELL’ABOLIZIONE DELLE FACOLTÀ
“Semplificazione” è una parola chiave del programma di riforme dell’attuale Governo. E, per quanto riguarda il funzionamento dell’università, tutti – dal ministro al Cun ai docenti che lanciano appelli in rete – chiedono di renderlo più semplice. Ma la semplificazione organizzativa era già uno degli obiettivi principali della riforma del 2010.
LA VERTICALIZZAZIONE PREVISTA DALLA LEGGE 240
La riforma Gelmini aspirava a cambiare radicalmente le caratteristiche degli assetti di governo delle università italiane. In particolare, intendeva rafforzare le capacità di governo degli atenei al fine di superare quelle caratteristiche (il bicameralismo simmetrico, la logica corporativa e distributiva dei processi decisionali interni, l’incapacità a prendere decisioni strategiche) che erano ritenute una delle concause del loro cattivo funzionamento e dei loro risultati insoddisfacenti.
Conclusi i primi concorsi per professore ordinario e associato condotti secondo le regole della riforma Gelmini, ecco un’analisi dei risultati, in attesa delle scelte effettive degli atenei. Il ruolo delle commissioni tra valutazione delle pubblicazioni e rete di conoscenze.