L’Italia è in ritardo nella costruzione delle infrastrutture per le reti a banda ultra larga, in modo da raggiungere case, uffici e aziende delle zone interne. La Corte dei conti ha indicato le linee di azione per superarli. Ora si tratta di attuarle.
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Nonostante un rasserenamento nei rapporti negli ultimi mesi, la Commissione europea ha deferito la Polonia alla Corte di giustizia. È una decisione di notevole importanza sul piano giuridico, istituzionale e politico. E riguarda anche il governo italiano.
Il termine per l’approvazione della legge di bilancio è stato rispettato a spese del controllo del Parlamento. Forse a preoccupare i mercati finanziari più dell’esercizio provvisorio sono altre difficoltà del paese.
A più di due mesi dal termine del G20 di Roma, si possono cominciare a valutare i risultati conseguiti, con uno sguardo specifico a ciò che si era discusso in passato e a quello che ci aspetta in futuro. Gli accordi raggiunti, in particolare in ambito fiscale, sembrano dimostrare che il multilateralismo possa ancora dire la sua.
Come si può arrivare a decisioni rapide e flessibili sugli appalti pubblici? È necessario ridurre il numero dei centri decisionali. E ripensare la cornice normativa, intervenendo su Codice degli appalti, ruolo dell’Anac e commissioni di gara.
Gli interventi nelle infrastrutture finanziati dal Recovery Fund richiedono una revisione della cornice giuridica per gli appalti pubblici. Le strategie che si possono seguire sono almeno tre. La più adatta riprende il percorso della semplificazione.
Il deficit di trasparenza nella gestione della pandemia influisce negativamente sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Lo confermano le pronunce del Tar del Lazio sulle mascherine chirurgiche a scuola e sul piano nazionale di emergenza.