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Tag: Giuseppe Conte

Cura Italia: bene ma fino a un certo punto

Il decreto del governo cerca di garantire un ombrello protettivo del reddito a un grande numero di lavoratori e di favorire la conciliazione famiglia-lavoro. Alcune categorie però restano escluse. Forse si dovrebbe ascoltare di più il terzo settore.

Il Punto

Un paese fermo, che non cresce, incerto, pieno di disuguaglianze e con più immigrati irregolari da gestire. È questa l’Italia che Conte, capo del governo gialloverde, ha consegnato a Conte, capo del governo giallorosso. Ecco numeri e indicatori dei 15 mesi vissuti con Lega-M5s a dirigere lo stato.
Torniamo sulla massiccia immissione di liquidità fatta dalla Federal Reserve nei giorni scorsi per spiegare cosa sono i repo, “repurchase agreement”, perché il loro mercato è entrato in tensione al punto da determinare l’intervento della Fed e quali problemi potrebbe causare questa mossa a fine anno.
Ci sarà presto il taglio del numero dei parlamentari. Ma senza la nuova legge elettorale. Quasi tutti la vogliono proporzionale e basta. Ci vorrebbe una riforma che, nel metodo e nel merito, restituisse legittimità al sistema democratico fermando l’antipolitica degli ultimi anni.
Tra i paesi Ocse, il nostro si conferma ultimo nel livello di istruzione dei cittadini. Due le anomalie tutte italiane: primo, anche negli investimenti nell’università siamo fanalino di coda (0,9 per cento del Pil, in calo dal 2010); secondo, mancano, dopo la maturità, i titoli biennali mentre i laureati magistrali sono addirittura più dei triennali. Anche gli asili nido sono in una situazione vergognosa: troppo pochi (solo per un bambino su quattro) e molti di questi sono privati, a prezzi salati. Così tante donne con figli rinunciano a lavorare e quelle con un’occupazione rinunciano a far figli. Da qui viene la bassa natalità, ai minimi europei e in continua discesa. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove più mancano le scuole per l’infanzia, si potrebbero sperimentare asili nel bosco. Con strutture minime e costi molto bassi, sono diffusi nel Nord Europa ma l’Italia ha già all’attivo un centinaio di esperienze. Positive.

Governo: bene i diritti ma poi ci vorrà un bagno di realtà

Il governo Conte bis si è dato un programma di sinistra populista, incentrato su un’ambiziosa estensione dei diritti individuali e sociali. Obiettivi da sottoporre a un bagno di realtà per rendere il piano praticabile.

Di che colore è il governo Conte

Confrontando le posizioni espresse nel discorso di insediamento di Giuseppe Conte con quelle dei suoi predecessori emerge un esecutivo a favore dell’intervento dello stato nell’economia, poco europeo, ma molto attento alla lotta alla corruzione.

I compiti dell’avvocato difensore del popolo

Il presidente incaricato si è definito l’avvocato difensore del popolo, impegnandosi a tutelarne il benessere. Dovrà quindi curare l’adozione di misure per la crescita di produttività e occupazione, riducendo il carico fiscale senza far scoppiare lo spread.

Il Punto

Se vorrà essere “l’avvocato difensore del popolo italiano”, il premier incaricato Giuseppe Conte dovrà individuare bene quali sono le minacce. Non quelle dei comizi elettorali (Ue, euro, Germania, Cina) ma piuttosto quelle vere: bassa produttività, poca innovazione, rischio paese sui mercati internazionali. E non creare un bilancio insostenibile per mantenere promesse azzardate. Nel frattempo, malgrado un breve accenno polemico contro il Jobs act, il contratto M5s-Lega sul tema lavoro è in continuità con le politiche degli ultimi 25 anni. Scomparsa anche la resurrezione dell’articolo 18, promessa dal partito di Di Maio sotto elezioni. In prima fila, tra i nemici dei (buoni) cittadini che Conte dovrà combattere c’è l’evasione fiscale. Al recupero di essa è affidata (con ottimismo) la copertura dei costi delle riforme promesse. Senza una parallela individuazione degli strumenti per realizzarla. Semmai, con la “pacificazione fiscale” arriverebbe un condono.
Sempre nel Contratto c’è un capitolo dedicato all’acqua pubblica. Con imprecisioni, dimenticanze e alcuni buoni propositi. Decenni di incuria hanno ridotto a un colabrodo la rete idrica italiana, tanto che il 41,4 per cento dell’acqua immessa si perde per strada. Ci vogliono ingenti investimenti per rimodernarla e di conseguenza mettiamoci il cuore in pace: bisogna alzare le tariffe, oggi tra le più basse d’Europa.

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