In Europa si lavora meno che negli Stati Uniti. Sempre meno. Dobbiamo interpretare gli accordi alla Daimler-Chrysler e alla Bosch (si veda la rassegna della stampa estera) e la proposta del Ministro delle Finanze francese di abolire le 35 ore come il segnale di una inversione di tendenza? In realtà il gap in ore lavorate fra Europa e Stati Uniti è dovuto soprattutto al fatto che molte persone non lavorano del tutto, piuttosto che a un basso numero di ore mediamente lavorate per addetto. Non è colpa della presunta pigrizia degli europei, nè di accordi sindacali che hanno negoziato condizioni molto vantaggiose in quanto a orari e ferie per i dipendenti, ma di politiche che hanno al tempo stesso tassato il lavoro e pagato chi se ne stava alla larga dal mondo del lavoro. Insomma, possiamo partire per le vacanze senza sensi di colpa, ma riflettendo sul fatto che le politiche che tengono molte persone in età lavorativa lontane dal lavoro non sono più alla nostra portata.
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La Cgil abbandona il tavolo di trattativa sulla contrattazione salariale. Lobiettivo è di proteggere i lavoratori più deboli, evitando uno spostamento del baricentro della contrattazione verso la periferia. Ma è proprio così? Il tentativo della Cgil di rafforzare il ruolo del centro potrebbe indurre la Confindustria a non stipulare il contratto nazionale. E gli attuali assetti contrattuali penalizzano proprio i lavoratori più deboli, che la Cgil vorrebbe difendere.
Per tre anni lesecutivo ha contato sulla ripresa economica per ridare respiro ai conti pubblici. Nel frattempo però i nostri conti pubblici hanno tratto vantaggio dai livelli eccezionalmente bassi dei tassi di interesse. Una ripresa sostenuta a livello europeo potrebbe però indurre la Bce ad aumentare i tassi di interesse. Se lItalia poi non riuscisse ad agganciarsi al treno dellEuropa, leffetto complessivo sui conti pubblici potrebbe riservare spiacevoli sorprese.
La legge sul conflitto di interessi cerca un difficile compromesso fra verifiche ex-post e filtri ex-ante. Non solo non risolve il problema di fondo, ma rischia di politicizzare la scelta del presidente delle Authorities.
Difficile tagliare le tasse senza mettere a rischio la sostenibilità del debito pubblico, anche ipotizzando che i tassi di interesse non aumentino. Bisogna prima trovare le risorse per sostituire le una tantum del 2004: questo dovrà essere il compito prioritario del nuovo ministro delleconomia.
Intanto la manovra che doveva correggere i conti pubblici nel 2004 con misure permanenti si rivela l’ennesima una tantum. Con buona pace degli impegni presi dall’Italia all’Ecofin.
Una rassegna della stampa estera sul downgrading del debito italiano da parte di Standard & Poors.
Berlusconi promette, oltre ai tagli alle tasse, anche tanto cemento. E inaugura opere con cantieri inesistenti, come lautostrada Milano-Brescia. Anche lopposizione promette cemento. Prima di avere spiacevoli sorprese, meglio minare molte granitiche certezze sullutilità delle grandi opere infrastrutturali.
Strano che ai vertici di Confindustria prenda sempre più peso unimpresa in crisi. Ancora più strano che il nuovo amministratore delegato della Fiat, chiaramente uomo di fiducia dellazionista di maggioranza, prima della sua nomina figurasse come “amministratore indipendente“.
Lex monopolio di stato, Eni, realizza extra-profitti ai danni degli utenti. Un altro esempio di privatizzazione senza liberalizzazione.
In una settimana abbiamo raccolto quasi 2000 euro di contributi. Grazie. Continuate a sostenerci.
Mentre si cerca un nuovo Ministro dellEconomia, discutiamo leredità lasciata da Giulio Tremonti. Il controllo pubblico delleconomia resta invariato, con il paradosso di imprese in mano pubblica che si comportano come private. Sul lato delle entrate, condono e scudo fiscale tramandano al successore un calo strutturale del gettito. Sul lato della spesa, non cè stato alcuno sforzo di ridurla, ma neanche una completa perdita di controllo come spesso paventato.
Gli artifici sul debito hanno ridotto la trasparenza dei nostri conti pubblici. Non riuscendo peraltro ad ingannare le agenzie di rating: Standard & Poors ha declassato il debito pubblico guardando al disavanzo 2004.
Non pensavamo di celebrare il nostro secondo anniversario orfani di Tremonti. Rischiamo di rimpiangerlo perchè l’interim di Berlusconi apre scenari inquietanti. Né ci saremmo aspettati che la legge Gasparri fosse messa in atto così rapidamente. C’è sempre più bisogno di voci libere nel nostro paese, soprattutto nel campo dell’informazione economica.
Mentre la Francia si allontana dalle 35 ore, tre economisti francesi dibattono di crescita, ore lavorate e produttività.
Grazie al regalo di un lettore, da oggi lavoce.info ha una voce. Contiamo sui lettori anche per avere nuove risorse che ci consentano di continuare a fornire il nostro servizio.
Con le dimissioni del relatore di maggioranza, si allontanano sempre più i tempi di approvazione del ddl sul risparmio. E’ una vittoria della lobby delle banche e delle società di assicurazione. E’ una sconfitta per il Paese che deve riparare al più presto al danno inferto dalla vicenda Parmalat.
Continua il confronto sul decentramento della contrattazione e la rappresentanza del sindacato, con l’intervento di Luigi Angeletti, segretario generale della Uil.
In un momento cruciale per il nostro mercato del lavoro — si tratta di capire gli effetti della riforma Biagi e il contenuto occupazionale della ripresa — si registra un blackout delle statistiche sul lavoro. Consoliamoci col fatto che le nuove serie saranno migliori di quelle utilizzate sin qui.
Il Ministro Pisanu permette agli immigrati di avere un foglio provvisorio per poter tornare a casa anche in attesa del rinnovo dei permessi di soggiorno.
Ma il problema rimane: le lungaggini burocratiche imposte dalla Bossi Fini ci stanno condannando ad avere più immigrati irregolari.
Archiviate le elezioni amministrative, si torna a discutere di riforme istituzionali e di riforme della legge elettorale. Vi è chi, tra le forze che sostengono l’attuale Governo, chiede di far avanzare il processo di riforma costituzionale, arrestatosi dopo l’approvazione in prima lettura al Senato. Altre forze politiche sembrano intenzionate a riformare la legge elettorale riproponendo un sistema proporzionale, pur con sbarramento. Ma le correzioni alla legge elettorale dovrebbero semmai andare nella direzione di rafforzare il maggioritario, con l’abolizione della quota proporzionale o con l’introduzione di un secondo turno.
Ringraziamo i tanti lettori che hanno risposto al nostro questionario e invitiamo chi non lo avesse ancora fatto a risponderci entro mercoledì 30 giugno. Grazie.
Il Consiglio Europeo approva il Trattato Costituzionale istitutivo dellUnione Europea. Avrà valore legale solo dopo la ratifica degli stati membri, dunque non prima di tre anni. Peggiora il testo elaborato dalla Convenzione, ma evita una pericolosa paralisi istituzionale dellUnione a 25, allindomani di un voto europeo sminuito dal forte astensionismo nei nuovi paesi membri.
Molto le lezioni da trarre dalla crisi, poi dal piano Parmalat. Speriamo che da queste si parta nel riscrivere la legge finanziaria. Mentre la squadra nazionale usciva mestamente dagli europei, molti italiani si sono consolati puntando sul pareggio per 2 a 2 fra Danimarca e Svezia. Un esempio di aspettative razionali.
Il Governo si è impegnato a tagliare le tasse subito dopo le elezioni. Ma il disavanzo 2004 viaggia verso il 4 per cento del Pil, rendendo ineludibile una manovra correttiva. Le prospettive per il 2005 sono ancora peggiori perché scadranno le misure una tantum. Meglio non inventarsene di nuove per fare spazio al taglio delle imposte: gli effetti sulla credibilità della nostra finanza pubblica sarebbero dirompenti.
Riprendono le privatizzazioni con la collocazione delle azioni Terna, ma non cambiano le cattive abitudini del passato: una pubblicità troppo aggressiva con un messaggio non del tutto corretto.
Diversi partiti e commentatori auspicano un ritorno al proporzionale. Ma la lezione di queste elezioni (e le schede-lenzuolo che abbiamo ricevuto nei seggi) è proprio che un sistema proporzionale porta ad una forte frammentazione della rappresentanza politica. Meglio non abbandonare il maggioritario. Semmai rafforzarlo anche uniformando le regole: oggi si vota con almeno cinque regole diverse tra comunali, provinciali, regionali, politiche ed europee.
Delle elezioni europee preoccupa l’elevato astensionismo (l’Italia è un’eccezione). La Ue è vista dai cittadini come un’entità troppo distante. Le associazioni dei consumatori potrebbero impegnarsi per dare più voce ai cittadini e contrastare l’influenza che i gruppi di pressione esercitano sulle politiche europee.
Torniamo sulla “questione meridionale“, è proprio vero che ciò che manca al Sud sono le infrastrutture? I dati sui risultati ottenuti dagli studenti meridionali fanno pensare che una scuola migliore è forse ancora più importante.