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Sommario 20 gennaio 2004

I condoni sono attesi e giustificati proprio da chi è in grado maggiormente di evadere. Ce li si aspetta quando i conti pubblici vanno male. C’è dunque il rischio di un circolo vizioso: le aspettative inducono riduzioni dei pagamenti all’erario e questo impone ai governi di fare i condoni. Lo dimostra un sondaggio condotto da Demoskopea per lavoce.info.

Con il nuovo anno sono aumentati i pedaggi autostradali. L’ennesimo episodio di una privatizzazione non sufficientemente regolata che ha offerto benefici eccessivi ai concessionari ai danni degli utenti. Mentre continuano gli scioperi nei trasporti, una nuova proposta per disincentivarli.
E una rassegna della stampa estera sul caso Parmalat, su cui presto ritorneremo. Il presidente di Confindustria D’Amato sulla stampa estera chiede controlli più serrati sulle imprese italiane quotate.

Abbiamo superato la quota dei 13.000 iscritti alla newsletter. Grazie a tutti voi per la fiducia accordata.

Sommario 15 gennaio

Il settimanale “Time” dedica a una ricercatrice italiana la sua ultima copertina. Un solo, forse spiacevole, dettaglio: Sandra Savaglio ha lasciato l’Italia, insegna e fa ricerca alla Johns Hopkins University di Baltimora. Cosa si può fare per contrastare la fuga di cervelli dal nostro paese? Per migliorare la governance degli atenei e la qualità della ricerca scientifica? Per permettere all’università di meglio contribuire al progresso economico del paese?
Va anzitutto modificato il sistema di rappresentanza democratico corporativo delle nostre università. Intervenire sugli incentivi non basta, se non si mette mano agli assetti istituzionali. Va poi ripensato il percorso del dottorato. Il progetto di riforma 3+2+3 non aiuta, anzi. Ancora più che in passato, a rimanere in Italia saranno soprattutto coloro che non sono riusciti ad andare all’estero. Infine, va favorito il riorientamento del sistema scolastico e universitario a favore delle competenze generaliste e delle capacità logiche e relazionali. Quasi il contrario di quanto si sta facendo oggi …
Dopo gli scioperi selvaggi bisogna affrontare il problema dei trasporti locali. Non c’e’ tempo da perdere. Bisogna decentrare la contrattazione e il finanziamento, rafforzando al tempo stesso la concorrenza. Se ci sono meno rendite da spartire, ci saranno anche meno scioperi.

Sommario 13 gennaio

Cosa ha fallito nella catena dei controlli nel caso Parmalat? La Centrale dei bilanci non riesce a controllare un’impresa che prende fondi all’estero anche con l’aiuto di istituzioni straniere. Servirebbe probabilmente un’Authority sovra-nazionale. I controlli interni sono segnati da un conflitto di interesse che ne pregiudica l’azione. Proponiamo quattro misure che possono limitarlo. Insieme a un inasprimento delle pene per i reati societari, possono contribuire a ridare credibilità ai bilanci delle società.
Bisognerebbe mostrare di avere imparato la lezione, a partire dai controlli nel settore del calcio, in cui molte società sono a rischio di crack. Ma sono ancora in molti a voler lasciare tutto com’è.
Cop9, la conferenza sul clima svoltasi a Milano il mese scorso ha evidenziato come non vi siano alternative al protocollo di Kyoto, anche se troppi paesi ancora sono riluttanti ad accettarlo. Non c’e’ tempo da perdere.

Abbiamo superato i 12500 iscritti alla newsletter e i 45.000 Euro di finanziamento. Ricordiamo che chi contribuisce entro il 15 gennaio potrà ancora ottenere un nostro piccolo omaggio (modestissimo, ma di cuore…).

Sommario 4 gennaio 2004

Il debito pubblico diminuisce, ma soprattutto grazie alla vendita di partecipazioni in Enel, Eni e Poste alla Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta finanziata dalle Fondazioni bancarie, cui viene garantito un rendimento del 3 per cento al netto dell’inflazione. Una catena di S.Antonio che snatura enti con ben altre finalità, riducendo ulteriormente la trasparenza dei conti pubblici proprio mentre in tutto il mondo si cerca di migliorare la qualità e la comparabilità delle statistiche sui conti pubblici. Colpa anche di procedure di bilancio che hanno privato il Parlamento di qualsiasi ruolo, blindando di fatto la manovra di finanza pubblica. C’è una relazione stretta fra trasparenza e democrazia.

Torniamo sul caso Parmalat spiegando, in risposta a domande dei lettori, perchè un decreto ad-hoc poteva essere evitato.

Mentre la trattativa sulla riforma delle pensioni non sembra procedere, promesse fatte in campagna elettorale vengono al pettine: riesplode il pasticcio delle “pensioni da un milione al mese“. E non sarà l’ultima volta che provoca cocenti delusioni per molti.

Lorenzo Bini Smaghi, dirigente generale del Ministero dell’Economia, interviene nel dibattito sulla decisione dell’Ecofin del 25 novembre scorso, contro cui potrebbe ricorrere la Commissione Europea la prossima settimana.

Sommario 30 dicembre 2003

Secondo il Financial Times, il caso Parmalat rappresenta la più grossa frode contabile (l’ammanco è di circa lo 0,8 per cento del Pil italiano) nella storia finanziaria europea e non è sorprendente sia avvenuto in Italia piuttosto che in Finlandia. Il Governo è intervenuto con un decreto che stabilisce una procedura accelerata di amministrazione straordinaria, al fine di conservare la posizione di mercato dell’impresa. È un provvedimento opportuno? O piuttosto rafforza l’immagine di un paese dove si approvano leggi ad hoc per sanare situazioni di crisi e dove le regole esistono solo per essere disattese? Gli esempi, dal falso in bilancio ai vari condoni, non mancano. Il sistema delle nostre imprese è attrezzato per competere nel mercato globale, dove trasparenza e fiducia degli investitori sono cruciali? Costruire un sistema di regole stringenti e credibili è la prima priorità per il governo della nostra economia. In particolare, è necessario il riordino del sistema di vigilanza e controllo sui mercati finanziari. Verso quale modello di regolamentazione ci si dovrebbe indirizzare? Gli scandali finanziari non sono un’esclusiva italiana. Una modesta proposta per rendere più remunerativa l’onestà.

Auguri di buon anno a tutti. Molti lettori lamentano di non aver ricevuto il nostro regalo di Natale. È un piccolo dono riservato a chi sottoscrive: c’è tempo fino al 15 gennaio.

Sommario 22 dicembre

Un interrogativo che angoscia i risparmiatori travolti dalle crisi Argentina, Cirio e Parmalat: è possibile costruire campanelli d’allarme che segnalino un’imminente situazione a rischio? Applicato all’Argentina, un sistema di questo tipo avrebbe fatto scattare l’allarme già nel 2000. Funzionerebbe in altre situazioni?
Alla vigilia di Natale si apre — alla buon ora — il confronto fra Governo e sindacati sulla riforma della previdenza. Ma sembra già chiuso. Se il Governo non prevede la possibilità di interventi prima del 2008, più graduali di quelli previsti, non sembrano esserci margini per la trattativa.
E’ Natale, ma non per tutti. Un profilo del disagio economico. Con meno di 7 miliardi di euro potremmo portare tutti al di sopra della linea della povertà relativa.

Per chi subisce gli scioperi selvaggi nei trasporti, una piccola consolazione. Anche senza scioperi non andrebbe molto meglio: un racconto di viaggio di un nostro collaboratore.

Per favore segnalateci se non riuscite a trovare il libro sul primo anno de lavoce.info nelle librerie.

Auguri di Buon Natale a tutti. E un viaggio virtuale che raccomandiamo soprattutto a quegli esponenti politici che pensano che gli immigrati siano venuti a rubare la nostra prosperità: vadano sul sito www.ellisisland.org. Si ricorderanno dei 4 milioni di italiani emigrati negli Stati Uniti quasi cent’anni fa.

sommario 18 dicembre 2003

Si conclude la presidenza italiana con due episodi che indeboliscono le istituzioni europee: lo scontro all’Ecofin e lo stallo sul progetto di costituzione. La presidenza italiana poteva fare di più? La risposta è sì. Sul Patto di stabilità , se ci si fosse mossi con maggior tempismo, si sarebbero potute prendere in considerazione le proposte della Commissione e del gruppo Sapir che si proponevano di conciliare rigore e flessibilità. Sulla bozza di costituzione, il vertice europeo avrebbe potuto sottolineare l’ampio consenso che, con l’eccezione del sistema di voto, esisteva sul progetto della Convenzione. E adesso? Raccogliere i cocci non sarà facile, ma non c’è tempo da perdere. Il bilancio della presidenza italiana include anche l’accordo sull’Opa europea. Desta non poche perplessità.

Il caso Parmalat come emblema delle potenzialità e debolezze del capitalismo italiano.

CGIL, CISL e Confindustria rispondono al nostro invito a discutere di riforme delle pensioni alternative a quella formulate dal Governo. Presto nuove puntate.

sommario 16 dicembre 2003

Torniamo sulla proposta di istituire un Istituto italiano di tecnologia. Ponendoci nuovi quesiti: è davvero non riformabile il sistema universitario italiano? E cosa dovrebbe fare l’Iit? Quali  lezioni si possono trarre dall’esperienza degli Institutes of Technology di maggiore successo? Riusciremo con l’Iit a bloccare l’emorragia  di cervelli o, quantomeno, ad assicurarci “cervelli in transito”?

Roberto Perotti interviene sulla proposta di istituire uno sciopero virtuale.
La controreplica di Pietro Ichino.

Siamo arrivati a 43.728 euro di sottoscrizione, con il vostro aiuto potremmo raggiungere il traguardo di 50.000 per la fine dell’anno.

Sommario 11 dicembre 2003

Siamo alla vigilia di nuovi scioperi nei servizi pubblici.   Danneggiano gli utenti e non la controparte che siede al tavolo delle trattative. Una proposta per superare questa anomalia: uno sciopero virtuale che costerebbe caro alle aziende e non colpirebbe i cittadini.
La Conferenza intergovernativa che si apre domani a Bruxelles rappresenta l’ultima possibilità per approvare la Costituzione europea durante il semestre di presidenza italiana. Risolta, forse, la questione del numero dei membri della Commissione, resta il problema delle regole di voto per le decisioni a maggioranza qualificata nel Consiglio. Per uscire dall’impasse si può far valere la minaccia di una Unione a due velocità:  si può ballare anche senza il flamenco.
Nel frattempo, anche in Italia procedono le proposte di riforma istituzionale, con l’idea di premierato che avanza. Ma invece della governabilità sembrano aumentare soprattutto i rischi che i veti incrociati blocchino i processi decisionali.
Molti iscritti alla newsletter hanno risposto alle nostre domande sul futuro del Patto di Stabilità e crescita. Ecco i risultati del sondaggio.

Abbiamo superato i 12.000 iscritti alla newsletter. Ringraziamo tutti i nostri lettori e coloro che ci sostengono con un contributo.  Speriamo di arrivare a 50.000 euro di sottoscrizione entro la fine dell’anno.

Sommario 9 dicembre 2003


Perché ci sia un vero confronto sulla riforma previdenziale occorrono maggiori informazioni sugli effetti degli emendamenti del Governo e proposte alternative. Lavoce.info offre il proprio contributo su entrambi gli aspetti. Poniamo alcuni interrogativi sulle stime dei risparmi fornite dal Governo. Discutiamo gli effetti di una riforma che si limiti ad anticipare l’entrata in vigore del regime contributivo, pro rata. E altri correttivi, come la possibilità di aumentare volontariamente i contributi per garantirsi un dato livello di prestazioni. E mostriamo quali potrebbero essere gli effetti della diversificazione dei risparmi previdenziali permessa dal dirottamento del TFR verso i fondi pensione.

Lieti di ospitare altre proposte. Cominciamo con quella di Nicola Rossi, economista, esperto dei sistemi di welfare e parlamentare dei Ds.

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