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sommario 3 luglio 2003

lavoce.info compie un anno. Lasciamo agli altri giudicare questa nostra iniziativa. A nostro avviso, le ragioni per cui esistiamo sono diventate più cogenti negli ultimi 12 mesi. A partire dalla concentrazione mediatica e dal clima di sospetto che circonda l’informazione in Italia. Soprattutto quella economica. Segnaliamo, a proposito di concorrenza televisiva, che sarà molto difficile completare entro il 2006 il passaggio al digitale, così come ipotizzato dal disegno di legge Gasparri in discussione al Senato.
Maggiore trasparenza è richiesta anche nei mercati finanziari europei. Un parere illustre ci spiega la necessità di un accordo a livello comunitario. E ci rivolge tanti auguri, che giriamo prontamente ai nostri lettori.

sommario 1 luglio 2003

Si inaugura la Presidenza Italiana dell’Unione Europea. Il Governo ha da tempo caldeggiato la proposta di escludere la spesa per ricerca dal computo del deficit pubblico, ai fini del rispetto del Patto di Stabilità e Crescita. Sarebbe però forse più opportuno finanziare a livello europeo i programmi di ricerca di base, perchè questi generano effetti positivi su tutti i paesi dell’Unione. La Convenzione e la parziale riforma della politica agricola completata in questi giorni offrono spazio per una gestione di questi beni pubblici a livello comunitario. In Italia, i problemi della ricerca vanno risolti non tanto destinando più risorse pubbliche alla ricerca e sviluppo, quanto incoraggiando l’accumulazione di capitale umano. Formazione e riforma dell’università sono due componenti chiave di una strategia per superare un modello di specializzazione sempre più vulnerabile. Non guasterebbe poi la rinuncia a tentazioni colbertiste che poco farebbero se non proteggere le imprese che operano in settori tradizionali, lontani dalla frontiera tecnologica. Occorre anche migliorare l’utilizzo delle risorse esistenti: molte imprese non ricorrono ai finanziamenti pubblici disponibili, perchè scoraggiate dagli oneri burocratici. Per la ricerca universitaria, che deve essere in primo luogo “ricerca pura” e non applicata, occore invece utilizzare al meglio le risorse scarse  puntando sulla formazione di “centri di eccellenza”.

sommario 26 giugno 2003

Mezzo paese in black-out energetico. Colpa del caldo record? Niente affatto. Era tutto prevedibile. Colpa della miopia di chi ci ha condannato a essere un paese che genera poca energia elettrica. E colpa di una riforma costituzionale che assegna troppi poteri in materia agli enti locali. La sicurezza energetica nazionale deve prevalere su interessi locali. Soprattutto ora che la liberalizzazione del settore a livello europeo imporrà di assegnare i diritti a importare energia su base competitiva. In questo quadro, i sussidi impliciti che lo Stato passa ad alcuni grandi clienti non trovano più giustificazione.
Continua la crescita dell’occupazione in Italia: abbiamo creato 2 milioni di posti di lavoro negli ultimi 5 anni. Evviva! Ma non crescono il reddito e i consumi. Forse allora è sommerso che emerge, in parte in seguito alla sanatoria degli immigrati. Le vere riforme del mercato del lavoro sono quelle che permettono di programmare realisticamente i flussi anzichè obbligare gli immigrati di cui abbiamo bisogno a entrare clandestinamente nel nostro paese. Bisogna anche intervenire sul dualismo territoriale. L’occupazione ristagna al Sud, mentre cresce al centro-nord.

sommario 24 giugno 2003

Promuovere i mercati significa anche costruire una infrastruttura adeguata a tenerli in vita.  Ci vogliono autorità che tutelino la concorrenza, capaci di pungere.  Bisogna anche prevenire il formarsi di coalizioni che agiscano contro i mercati.  Un efficiente sistema di protezione sociale fa parte di questa infrastruttura che serve a tenere in vita i mercati.  I lavoratori lasciati senza assicurazioni contro il rischio di mercato finiranno altrimenti per allearsi con i monopolisti nel combattere i mercati.  E’ già successo tante, troppe volte.  Bisogna salvare il capitalismo dai suoi peggiori nemici: i capitalisti.
Dietro alle dispute tra i Ministri Tremonti e Marzano sui nomi per il rinnovo dei vertici delle tre società nate per gestire la liberalizzazione del settore elettrico si cela un conflitto irrisolto tra diritto di proprietà e potere di indirizzo strategico. Da qui un’impasse molto grave, affrontata come ai tempi delle partecipazioni statali, con il regime di prorogatio.  Importante che si riveda al  più presto la normativa che crea questo perverso intreccio istituzionale e si chiariscano così ruoli e responsabilità.
La Pubblica Amministrazione italiana risulta in grave ritardo nell’adozione  dei software di frontiera. Ad esempio, il software  l’ Open Source (OS),  il programma che permette di far funzionare i siti Web, è diffuso nel 38 per cento della PA italiana rispetto al 63 per cento delle amministrazioni degli altri paesi. Importante che il Governo chiarisca al più presto se e come vuole colmare questo divario.

sommario 19 giugno 2003

Unione Europea e riforme istituzionali

sono al centro del dibattito. Al Consiglio Europeo di Salonicco viene presentata la bozza di Costituzione Europea elaborata dalla Convenzione.  Molti i delusi. Tra l’altro, perché la bozza non estende il voto a maggioranza in politica estera.  Ma è un problema relativamente secondario.  Se si applicasse il voto a maggioranza nell’attuale situazione, nessun Paese si sentirebbe responsabile delle decisioni comuni, con il rischio di far prevalere le scelte ideologiche su quelle realiste, come per la guerra in Iraq. In questo campo, non c’è alternativa ad un’assunzione diretta di responsabilità delle istituzioni europee. Ma i problemi non sono solo costituzionali. Il Patto di Stabilità strangola i paesi dell’EMU e li spinge a tagliare gli investimenti pubblici o a portarli fuori bilancio, riducendo la trasparenza dei conti pubblici. La proposta Tremonti di riprendere il piano Delors sull’infrastrutture transnazionali va nella giusta direzione ma appare del tutto insufficiente. Non c’è alternativa ad una revisione del Patto. Come non c’è alternativa ad una riforma della politica agricola europea. A dieci giorni dall’inizio del suo semestre di Presidenza, l’Italia non sembra intenzionata ad affrontare il problema.  Peccato, perché le follie della PAC le paghiamo soprattutto noi, date le inefficienze della nostra struttura produttiva.  Infine, anche in Italia riprende quota il dibattito sulle grandi riforme istituzionali. Ma ci sono forse riforme più semplici, come quelle sui regolamenti parlamentari, che consentirebbero e in tempi brevi progressi maggiori.

sommario 17 giugno 2003

Concorrenza poco tutelata e privatizzazioni che procedono a rilento, addormentatesi negli ultimi due anni. C’è una forte assonanza in questa diagnosi del declino economico italiano fra le Considerazioni Conclusive del Governatore Fazio e la relazione del presidente dell’Antitrust, Giuseppe Tesauro. Lodevole soprattutto il tentativo di misurare la zavorra che grava sulle imprese di esportazione che devono utilizzare beni prodotti da settori protetti. Concorrenza poco tutelata anche dal Codice delle Comunicazioni predisposto dal Ministro Gasparri, che ascrive a sè prerogative che dovrebbero essere assegnate ad authority indipendenti secondo le direttive comunitarie, soprattutto in mercati fortemente concentrati come il nostro. Se la concorrenza è un bene pubblico, lo è anche l’informazione. L’indipendenza dei media verrebbe meglio tutelata dalla quotazione in borsa dei grandi gruppi editoriali e dalla privatizzazione della RAI. Ma è anche un problema culturale. Giornalisti e direttori coraggiosi si vedono anche dal numero di lamentele che ricevono… dalla proprietà.

sommario 12 giugno 2003

Lavoro nuovamente sotto i riflettori. Tanti numeri in cui orientarsi. 15 il giorno del mese di giugno in cui si vota un referendum che vorrebbe estendere alle imprese fino a 15 dipendenti le norme dell’articolo 18. 30 il numero del decreto approvato in prima lettura dal Governo, di attuazione della legge delega sul mercato del lavoro. 2 milioni i contratti di collaborazione coordinata e continuativa che vengono messi fuori legge dal decreto. 1 anno per adeguarsi. 44 il numero dei contratti di lavoro che esisteranno nel nostro paese, se dovesse entrare in vigore il decreto: una enormità. Continua l’ingegneria contrattuale, un processo che non sembra avere fine. Finchè il legislatore rincorrerà il mercato, perderà sempre. Meglio stabilire per legge un minimo di tutele valide per tutti i tipi di lavoro ed estendere gli ammortizzatori sociali, lasciando che il resto venga stabilito dal mercato e dalla contrattazione collettiva. Alcuni rilievi utili per orientarsi nel voto sul referendum. Che effetti ha la soglia dei 15 addetti sulla crescita delle imprese? Piccoli, quasi impercettibili. Ma questo non vuol dire che abbassandola non si distruggano posti di lavoro. Non solo in Italia le imprese più piccole non sono soggette alle normative sui licenziamenti che valgono per le imprese più grandi. E ci sono validi motivi per questa esenzione dell’industria minore.

sommario 10giugno 2003


Europa senza più alibi.  Dopo l’ultimo taglio dei tassi deciso dalla BCE, nessuno potrà più chiamare in causa una politica monetaria troppo restrittiva per giustificare una performance economica deludente.  I fondamentali dell’economia sono buoni, ma pesa l’apprezzamento dell’euro che accentua i rischi di deflazione.  Ci vogliono ora politiche fiscali maggiormente ambiziose per imprimere una svolta.   E interventi che affrontino alle radici le cause della stagnazione europea, permettendo di meglio sfruttare i vantaggi dell’allargamento a Est, dunque dell’ampliamento dei mercati.  Integrandosi di più e ampliandosi l’Europa può tornare a crescere.  Ma mentre la Polonia vota a larga maggioranza il sì all’ingresso nell’Unione Europea, la Commissione Europea sembra voler imporre condizioni molto restrittive per l’ingresso dei nuovi membri dell’Unione nell’area dell’euro.  Riaffiorano antiche e ingiustificate paure sulla cosiddetta “eurizzazione” delle ex economie pianificate dell’Est europeo.  In realtà gli attuali paesi di Eurolandia hanno tutto da guadagnare da una relativamente rapida adozione dell’euro da parte dei nuovi membri.

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