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Il buio si infittisce

Il decreto varato martedì dal Governo prevedeva la reintroduzione della tassazione in sede Irpef (al 50 per cento) delle rendite catastali degli immobili non locati e dava a imprese e professionisti la possibilità di dedurre il 50 per cento dell’Imu pagata sugli immobili strumentali dalle imposte sul reddito. Nel giro di tre giorni tutto è cambiato e, nella versione pubblicata ieri in Gazzetta ufficiale, non c’è nessuna di queste misure. Non c’è la deduzione per le imprese perché non c’è la copertura, che appunto doveva essere garantita dalla reintroduzione della tassazione in sede Irpef. Naturalmente, secondo il governo la colpa del pasticcio è tutta dei commentatori che si sono basati su “illazioni”, benché le illazioni fossero appunto la bozza del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri.

Il prezzo del galleggiamento

La manovra sull’Imu si può sintetizzare in meno tasse sul patrimonio e più sull’abitare, meno certezze sulle entrate dei comuni e più tempo per il Governo. Aumentano anche le distorsioni e l’iniquità fiscale. Non è di questo che ha bisogno l’Italia.

Il buio oltre l’Imu

Le misure sull’Imu varate ieri dal Governo sono state dettate da esigenze politiche, poco sensate sul piano economico. Restano molte incertezze sulle coperture e sui finanziamenti ai comuni. E la service tax che entra in vigore dal 2014 è avvolta nelle nebbie di decisioni ancora tutte da prendere.

Riforma del catasto, se cinque anni sembrano tanti

La riforma del catasto, per essere efficace, richiede almeno cinque anni. Ma non c’è alternativa: nel breve periodo non sono disponibili altri sistemi equi e congrui di determinazione delle basi imponibili per la tassazione immobiliare. Conviene dunque non sprecare altro tempo.

Imu, è in gioco l’autonomia locale

Il dibattito sull’Imu è ancora aperto a tutte le opzioni, tranne l’unica corretta: il mantenimento della struttura lasciata dal Governo Monti. In gioco non c’è solo il gettito, ma la stessa autonomia locale. Può sopravvivere solo se tutti sono contribuenti oltreché elettori. Soluzioni possibili.

È vero che l’Imu affossa il mercato immobiliare?

Il mercato immobiliare è fermo. Colpa anche dell’Imu? L’imposta ha un impatto rilevante sugli affitti mentre l’andamento della proprietà è determinato da altre cause strutturali. E per ridare vigore al mercato dell’edilizia residenziale è su quei fattori che occorre intervenire.

Non lasciamo la progressività solo all’Irpef

La progressività del sistema tributario, dettata dalla Costituzione, consente di mantenere una equa distribuzione di risorse, fornire servizi di qualità e cure sanitarie adeguate. Ma non può essere la sola Irpef a rendere progressiva la tassazione. Anche l’Imu deve continuare a fare la sua parte.

La redistribuzione dell’Imu

Quello che accadrà all’Imu sulla prima casa potrebbe addirittura determinare le sorti del Governo Letta. Importante dunque conoscere quale sia l’impatto distributivo complessivo dell’attuale tributo sul possesso degli immobili. E le conseguenze distributive di una sua parziale eliminazione.

Se la felicità è tagliare l’Imu

L’idea di eliminare l’Imu sulla prima casa suscita molti entusiasmi. Ma è una tesi populista. Perché bisognerebbe indicare con chiarezza dove trovare le risorse per recuperare il gettito perduto. O quali spese si intendono tagliare. E queste somme non potrebbero avere utilizzi più proficui?

Come fare un’Imu più equa

Le simulazioni mostrano che è possibile una manovra di rimodulazione dell’Imu che aumenti il grado di progressività dell’imposta a parità di gettito. A condizione però di accettare un aumento dell’aliquota per gli immobili diversi dall’abitazione principale.

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