Il processo di liberalizzazione nel mercato dei prodotti indotto dall’euro e dal Mercato unico europeo si è inceppato in molti paesi non appena acquisito l’ingresso nella moneta unica. A farlo riavviare è stata la crisi, perché nei tempi bui aumenta il costo del non far niente.
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Negli ultimi mesi, all’interno di Fed e Bce sono emerse voci contrarie al mantenimento di politiche monetarie accomodanti. È necessario evitare che si generino effetti distorsivi sull’economia reale, ma oggi la priorità è l’occupazione e non l’inflazione. Come mostra l’analisi del Misery Index.
Il Brasile non cresce più a ritmi vertiginosi. E per questo sembra delinearsi un cambiamento del modello macroeconomico, spostando la domanda dal consumo agli investimenti, per aumentare la produttività dell’industria e sopperire alle carenze infrastrutturali. Ne è un esempio la legge sui porti.
È in libreria la biografia di Ezio Tarantelli, scritta dal figlio Luca. Nell’intreccio di lutto personale e tragedia di una nazione, emerge il progetto di cambiamento proposto da un grande economista. E il suo impegno per una democrazia risolutiva dei problemi collettivi è il sogno che ci resta.
È un piccolo grande mito dei nostri tempi l’idea che con tassi nominali prossimi allo zero la politica monetaria sia di fatto impotente. La Banca centrale europea potrebbe ricorrere a diversi strumenti alternativi per evitare un ulteriore aggravarsi della crisi. Un regime che potrebbe piacere anche ai tedeschi.
La Banca centrale del Giappone ha annunciato un radicale cambio di regime nella propria condotta. Non è una semplice manovra di politica espansiva, è il tentativo di uscire dalla trappola deflazionistica. Sul suo successo non mancano i dubbi. Come risponderanno la Fed e la Banca centrale europea?
La fine della crisi ancora non si vede e il presidente della Fsa propone di stampare moneta per finanziare politiche fiscali espansive, rompendo un tabù. La sua efficacia non è garantita e i rischi non sono trascurabili. Il solo fatto che se ne discuta è un segnale della gravità della situazione.