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Casa (popolare) vuol dire integrazione

Sempre più case popolari vengono assegnate a famiglie di immigrati. Perché in media hanno redditi più bassi e sono più numerose. Ma così si crea malcontento in varie fasce dell’opinione pubblica italiana. Eppure, anche questa è una forma di integrazione.

Quando il migrante diventa un capro espiatorio

È cambiata la percezione che i cittadini europei hanno dell’immigrazione. Soprattutto in Italia la visione patologica del fenomeno ha vinto sul piano culturale e comunicativo. I motivi sono da ricercare nella crescente fragilità economica e sociale.

Il Punto

Quali sono gli effetti duraturi del Jobs act sull’occupazione dopo la fine della forte decontribuzione del 2015 per i nuovi assunti? Dati Inps mostrano che per i giovani continuano a prevalere contratti precari che raramente diventano permanenti. Pesa la riluttanza delle imprese a investire in capitale umano durante una ripresa debole. Riluttanza che è accresciuta dall’assenza di buone regole e di fiducia reciproca nel sistema di relazioni industriali Si può migliorare guardando ad alcuni esempi internazionali. Come i paesi scandinavi.
Banco Popular, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Monte Paschi: quattro banche Ue in crisi e tre soluzioni diverse. È plausibile? Sì, perché il legislatore europeo ha voluto lasciare una certa flessibilità per tutelare la stabilità finanziaria e per evitare gravi disturbi all’economia, anche solo regionale. Saggiamente.
Circa il 9 per cento degli studenti non sono cittadini italiani anche se in maggioranza sono nati qui. Per migliorarne l’integrazione ci sono due leve. Serve una legge che faciliti il loro percorso verso la cittadinanza. Ma anche politiche che scoraggino l’abbandono degli studi, molto frequente tra gli immigrati.

Yoram Gutgeld, deputato Pd e commissario alla spending review, commenta l’articolo di Francesco Daveri “Il Fiscal compact in Italia: tanta spesa, poca resa

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

Quando uscire dalla povertà fa rima con integrazione

In Italia la povertà rimane un’emergenza che riguarda soprattutto gli stranieri. Nuovi strumenti per contrastarla possono favorire anche una maggiore integrazione? E quali sarebbero i costi e i benefici per il paese? I dati e una contrapposizione tra lavoratori italiani e immigrati da evitare.

Così la povertà ostacola l’integrazione degli stranieri

La presenza di immigrati non incide molto sulla spesa pubblica italiana. Tuttavia, per quanto riguarda reddito e patrimonio il divario tra famiglie italiane e straniere è ancora ampio. Ed è per questo che sono soprattutto le seconde a beneficiare delle misure di welfare decise da governo e regioni.

Bonus cultura: non tutti i diciottenni sono uguali

La legge di stabilità ha stanziato 290 milioni per un bonus da spendere in attività culturali destinato a chi compie 18 anni nel 2016. Peccato che ne siano esclusi i giovani extracomunitari, compresi quelli che sono nati in Italia e frequentano le nostre scuole. Integrazione e ruolo della cultura.

Vista in tv l’immigrazione fa paura

La televisione influenza il modo in cui le persone si fanno un’opinione su tematiche importanti. In Europa, lo dimostra una volta di più la questione dell’immigrazione. Più ore si passano davanti alla tv, più aumenta la percezione negativa degli immigrati. I risultati dell’analisi statistica.

Energia elettrica: è l’ora dei prezzi negativi

L’Italia dovrà introdurre la possibilità di prezzi elettrici negativi. È un’opportunità. E non solo per l’integrazione del nostro mercato con quello di altri paesi europei, ma anche per valorizzare il ruolo della borsa elettrica.

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