L’effetto dell’emergenza sanitaria sul mercato del lavoro è dirompente. Lo dimostrano i dati di aprile sui disoccupati negli Stati Uniti.
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Quest’anno i lavoratori non possono celebrare il 1° maggio in piazza. D’altra parte, c’è poco da festeggiare: con il blocco delle attività, un terzo dei lavoratori italiani è fermo. E sono particolarmente colpite le fasce più deboli della popolazione.
Il 4 maggio torneranno al lavoro in larga maggioranza lavoratori uomini. Alle donne non resterà che farsi carico ancor di più della cura della famiglia. Anche i giovani rimangono a casa. Sono due categorie che già avevano difficoltà sul mercato del lavoro.
In tempi di emergenza sanitaria, si torna a parlare di regolarizzazione dei migranti. Andrebbe fatta per molti motivi, legati alla struttura del nostro mercato del lavoro. Un’analisi sulla sanatoria del 2002 ne indica gli effetti positivi per l’economia.
L’Italia è molto indietro in materia di formazione professionale e le politiche attive rimangono improntate più alla ricerca del lavoro che alla valorizzazione del capitale umano. Tre proposte per far sì che la fase 2 sia all’insegna degli investimenti in competenze.
Per procedere con la riapertura delle attività è necessario predisporre un piano dettagliato e capillare. Ogni lavoratore deve avere ben chiaro quali comportamenti tenere in ogni circostanza. E ai tempi del Covid-19 la formazione utilizza la tecnologia.
L’Italia è da sempre considerata una nazione di risparmiatori, ma il mito non corrisponde più alla realtà. Con tre mesi di blocco dell’economia, dieci milioni di italiani potrebbero non avere risparmi sufficienti per sopperire alla mancanza di reddito.
Alcuni settori cruciali della nostra economia oggi sarebbero paralizzati senza la forza lavoro straniera. Spesso sono però anche quelli dove più è presente il sommerso. Per garantire tutele e diritti, il governo dovrebbe pensare a una regolarizzazione.
I dati delle comunicazioni obbligatorie del Veneto offrono prime indicazioni sugli effetti della crisi sanitaria sul mercato del lavoro. Rispetto al 2019, peggiorano tutte le componenti della domanda di lavoro. Fermi i licenziamenti, bloccati per decreto.