Un emendamento alla legge di stabilità propone l’introduzione di congedi di paternità obbligatori di quindici giorni, a retribuzione piena. Un grande passo avanti per scardinare l’idea che avere figli sia un costo associato alle sole madri. Parità tra i sessi e riequilibrio sul mercato del lavoro.
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Sulla spesa sanitaria la principale novità della legge di stabilità riguarda i piani di rientro a livello di singolo ospedale in caso di difficoltà sulla tenuta dei conti o nella fornitura di buoni servizi. Saranno le regioni stesse a comminare le sanzioni. Scatterà poi la clausola di supremazia?
Per le imprese la legge di stabilità prevede un abbassamento delle aliquote Ires e una revisione del prelievo Imu e Tasi sui cosiddetti imbullonati. Ma il provvedimento più importante riguarda l’ammortamento figurativo per l’acquisto di nuovi ben strumentali. I benefici per marchi e brevetti.
Sono ora disponibili i numeri definitivi del ddl 2111, la legge di stabilità 2016, arrivata per la discussione in Senato. Eccone un riassunto per il solo anno 2016 in una tabella che distingue tra le risorse e gli impieghi (gli interventi finanziati dalle risorse predisposte allo scopo dalla legge di stabilità).
Le riduzioni di imposta della legge di stabilità 2016 derivano soprattutto dall’eliminazione di clausole di salvaguardia. Ma ne restano ancora per 15 miliardi per il 2017. Da disattivare domani, forse con nuove salvaguardie. Una partita di giro non entusiasmante che per ora non interessa ai mercati.
Da tempo il governo parla della possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro in cambio di una riduzione della pensione. Creando così grandi aspettative, soprattutto tra le donne, per le quali dal 2016 si alza l’età di pensionamento. Ma nella legge di stabilità c’è solo uno strano part time.
La legge di Stabilità per il prossimo anno contiene tagli alle tasse che non sono compensati da riduzioni di spesa. Il nostro paese dovrebbe invece approfittare del quantitative easing per far calare il debito in modo significativo. L’illusione dello scampato pericolo e l’esempio del Canada.
Dai lavori in corso per definire la legge di stabilità emergono già chiare le linee generali: rimandato al futuro il pieno riequilibrio dei conti, con meno tasse e meno tagli di spesa, dunque più deficit. Tutte le caratteristiche di una manovra pre-elettorale.
“Il cambiamento siamo noi” recita senza autoironia la pubblicità di Poste Italiane che va in borsa. Sembra invece la solita minestra di una privatizzazione accompagnata da provvedimenti che perpetuano le nicchie di monopolio. Alla faccia della concorrenza e dei cittadini che – alla fine – pagano.
Per l’economia il Nobel 2015 va ad Angus Deaton. Un economista e statistico completo che ha spiegato una cosa ovvia per tutti ma non per la macroeconomia e cioè che non esiste “un” consumatore rappresentativo di tutti gli altri. Nei suoi lavori ha anche mostrato perché i consumi – specie quelli delle famiglie meno abbienti – non ripartono se le persone hanno paura del futuro. E ha enfatizzato come tra mancanza della salute e mancanza di reddito ci possa essere una relazione di concausa, soprattutto nei paesi più poveri.
Si discute alla Camera una riforma delle norme sulla cittadinanza che ne faciliti l’acquisizione per chi nasce in Italia da genitori stranieri o per chi arriva ancora minorenne. Una buona proposta con qualche ombra. Soprattutto sulla nozione di “residenza legale” e sulle barriere frapposte ai disabili.
Una riduzione delle cause civili del 20 per cento era la previsione del Guardasigilli Orlando in virtù della spinta alla mediazione extragiudiziale e allo scoraggiamento delle tattiche dilatorie nel processo. In effetti i risultati – anche se più lenti del previsto – stanno arrivando. Vale quindi la pena di rafforzare le nuove regole.
La legge di stabilità 2016 è espansiva, almeno rispetto a quanto previsto nel Def. Cercare di sostenere la fiducia quando la crescita è ancora debole va bene. Ma l’Italia può permetterselo visto lo stato delle finanze pubbliche? Lo spazio fiscale a cui rinunciamo ora, potremmo rimpiangerlo domani.
La conferma della decontribuzione per i contratti a tempo indeterminato sembra possibile. Ma in che forma? Per renderlo il contratto prevalente nel mercato del lavoro, è necessario che diventi meno costoso di quello a tempo determinato. In campo anche l’ipotesi di rinnovo solo al Sud o per le donne.