Il crollo della stablecoin “Terra” ha provocato un autentico sisma nel mondo delle criptovalute. È l’inizio della loro fine? E può significare anche la fine della blockchain e delle sue possibili applicazioni in campi diversi da quello monetario?
Tag: Luca Fantacci
Da settembre bitcoin sarà valuta legale in Salvador. L’obiettivo dichiarato è favorire le rimesse degli emigrati. Ma le problematiche non mancano. Senza contare il paradosso del corso forzoso di una moneta nata per prescindere da ogni autorità.
La Fed ha avviato la sperimentazione di un dollaro digitale. Perché proprio ora? Per contrastare l’attivismo della Cina. La moneta digitale potrebbe essere infatti il prossimo terreno di scontro fra superpotenze. E gli Stati Uniti vogliono essere pronti.
Le Tesla si potranno acquistare con i bitcoin. Più che il segno della maturità raggiunta dalle criptovalute, la novità è il sintomo di un’economia adolescenziale, dove è normale che sia più facile arricchirsi speculando invece che intraprendendo.
Per ora si tratta solo di un’opzione al vaglio della Bce ma la prospettiva di una terza forma di moneta, a metà fra contante e riserve digitali, solleva già interrogativi. Perché in gioco, al di là del progresso tecnico, c’è l’intera politica monetaria.
Facebook presenta la sua criptovaluta. Si tratta di un’opzione strategica per rafforzare un modello di business finora affidato esclusivamente alla pubblicità. Ma il sistema dei pagamenti è un servizio pubblico. E le problematiche che si aprono sono tante.
Le criptovalute pretendono di essere più sicure rispetto alla moneta tradizionale e di non richiedere intermediari. Ma un terzo delle piattaforme di scambio di bitcoin è stato hackerato fra il 2009 e il 2015. Ed è sorta una pletora di intermediari.
Come investimento, il bitcoin comincia ad apparire troppo volatile ed è probabile che finirà per rimanere vittima dei suoi difetti. Ma forse nel frattempo saranno le banche centrali a emettere contante digitale, grazie alla tecnologia della criptomoneta.