Ci si concentra molto su quello che succede alle frontiere, ma l’immigrazione irregolare si combatte anche rafforzando i controlli interni. Cosa che in Italia si è riusciti a fare bene fino al 2004. Da allora, il peggioramento è stato continuo.
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L’affermazione che gli immigrati hanno fatto aumentare il tasso di criminalità in Italia non trova conferma nei dati sugli omicidi. Ma è indubbio che il contributo degli stranieri all’attività delittuosa è stato rilevante, soprattutto nel Nord.
Nel 2016, quando è stata introdotta le legge, due terzi delle unioni civili registrate in Italia sono state fra uomini. È un fenomeno che riguarda tutti i paesi che hanno norme simili. Le disparità si attenuano quando aumentano i diritti garantiti.
Morire in ospedale è stato un tratto caratteristico della società moderna. Ma superato il picco degli anni Ottanta, prima negli Stati Uniti e poi in Europa, c’è stata un’inversione di tendenza. In parte riconducibile al movimento delle cure palliative.
Qual è la situazione nell’assistenza ai malati terminali in Italia? Solo dal 2010 le cure palliative hanno avuto un forte impulso, ma restano ancora molte differenze tra le regioni. Per i nostri lettori un estratto dell’ultimo libro di Marzio Barbagli.
Per molto tempo uccidere era un atto confinato all’interno della popolazione maschile. Dal 2000, però, gli omicidi tra uomini sono calati drasticamente, mentre le uccisioni di donne da parte di altre donne sono rimaste stabili o leggermente cresciute.
Nel Rapporto annuale 2017 l’Istat sostiene che le classi sociali sono ormai scomparse dalla società italiana e le sostituisce con nove gruppi. Ma la nuova classificazione è un passo indietro perché debole sotto il profilo concettuale e metodologico.
Sono 2.803 le unioni civili registrate in Italia dall’entrata in vigore della legge, il 2,2 per cento dei matrimoni avvenuti nello stesso arco di tempo. Sono tante o poche? Per dirlo è utile avere una nozione corretta del numero di persone omosessuali.
Nel 2016 il numero degli omicidi commessi nel nostro paese è diminuito ancora. Vi ha senz’altro contribuito l’affermazione dello stato. Ma anche l’interiorizzazione, da parte dei cittadini, dell’imperativo che non ci si può fare giustizia da soli.
La lunga recessione italiana ha lasciato un forte malcontento in quasi tutte le classi sociali, compresi imprenditori e professionisti. Ma è aumentato anche il divario tra i diversi gruppi. Piccola borghesia e classe operaia sono le più scontente.
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