Una riforma delle regole fiscali europee è auspicabile, perché molto è cambiato dai tempi di Maastricht. Ma solo modificare il parametro del debito dal 60 al 100 per cento non è sufficiente. Il problema potrebbe ripresentarsi in futuro.
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Il decentramento non è il principale responsabile dei problemi sorti durante la crisi sanitaria: ci sono gli strumenti per accentrare il potere durante un’emergenza. Buona anche la risposta europea, ma in prospettiva poteri e risorse Ue vanno rafforzati.
La Corte costituzionale ha definitivamente chiarito che la gestione delle politiche contro le epidemie spetta allo stato. Diventa così pretestuoso tutto il dibattito sul Titolo V. Ma va costruito un più corretto rapporto istituzionale centro-periferia.
La riforma del fisco è una questione urgente ma complessa, specie per una maggioranza di governo eterogenea. Due i temi principali: la scelta tra manutenzione dell’Irpef o revisione di tutto il sistema e il ridisegno della struttura stessa dell’Irpef.
Un anno fa il governo bloccava la discussa revisione del Meccanismo europeo di stabilità. Ora l’accordo raggiunto a Bruxelles riporta al centro del dibattito politico una riforma da cui l’Italia, oggi più che mai, avrebbe solo da guadagnare.
In tempi di pandemia, il ministero della Salute ha raccomandato agli italiani di vaccinarsi contro l’influenza. Ma non tutte le regioni si sono procurate dosi sufficienti per coprire le richieste. Le cause? Scarsa preparazione e confusione amministrativa.