Proposta per la prima volta sulle pagine de lavoce.info, l’idea del contratto a tutele crescenti è diventata legge dello stato. L’efficacia della riforma sarà misurata in termini di riduzione della precarietà. Un risultato non scontato, su cui pesano alcuni errori d’impostazione. Il Jobs act -da completare nei prossimi mesi- mira anche a far emergere le finte partite Iva e i contratti a progetto che ingrossano le fila del precariato. Facciamo i conti per scoprire quali e quanti sono i collaboratori che potranno diventare subordinati. Anche ricorrendo in tribunale.
Sette le aree toccate dal Disegno di legge sulla concorrenza: assicurazioni, comunicazioni, poste, energia, banche, professioni e salute. Provvedimenti specifici e necessari per modernizzare l’Italia. Esclusi ingiustamente taxi, farmacie, servizi pubblici locali e ferrovie. Mentre le categorie colpite torneranno alla carica in Parlamento.
A che punto sono le riforme istituzionali? Con l’approvazione dell’Italicum, nuova legge elettorale per la Camera, andrà in soffitta -senza rimpianti- il Porcellum. Ma la partita della riforma del Senato è ancora tutta da giocare. Sarà una procedura di modifica costituzionale lunga e complessa.
Da Bruxelles arriva un test di realtà per la Grecia, per il neo-premier Tsipras e per i suoi elettori. Il minimo di flessibilità ottenuta richiede di fare comunque le impopolari riforme richieste.
Il rischio di nuove crisi “di sistema” accresce i livelli di capitale che le banche dovrebbero tenere a riserva. Da calcoli fatti alla New York university si scopre che alcune grandi banche europee (anche italiane) sono molto esposte a questo tipo di rischio. Risultati molto diversi da quelli usciti dagli stress test della Bce.
Tra pochi giorni parte il Quantitative easing, la nuova strategia della Bce per aiutare la crescita. Vediamo la catena di effetti sull’economia italiana. Il Pil potrebbe salire dello 0,4 per cento già quest’anno.
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Tag: mercato del lavoro
Il Jobs Act è stato approvato. È però una legge delega e perché si possa definirla la prima vera riforma del Governo Renzi è necessario che i decreti delegati non contengano sorprese su alcuni punti fondamentali. Cosa resta da definire su contratto a tutele crescenti e compensazioni.
Mentre il tasso di disoccupazione giovanile sale, scende la fiducia dei giovani nella possibilità di trovare un lavoro, tanto più se adeguato al livello di istruzione. Forse anche perché le politiche sulla fase di ingresso nel mercato del lavoro si sono spesso rivelate inadempienti e inefficaci.
L’introduzione di un reddito minimo per i poveri di tipo non categoriale è stata cancellata dall’agenda politica. Il Governo Renzi si interessa solo di lavoratori con scarso reddito o disoccupati. Dimenticando chi non è mai entrato nel mercato del lavoro.
Gli svizzeri hanno capito che è necessario affrontare i problemi comuni in modo pragmatico e condiviso, pur rispettando le differenze culturali tra le diverse regioni. Un modello valido anche per l’Unione Europea.
Mentre ci si accapiglia su preferenze e dimensione del premio di maggioranza, ci sono aspetti fondamentali della legge elettorale che vengono ignorati: hanno a che vedere con il disegno dei collegi elettorali. Ecco come bisognerebbe ridefinirli e chi dovrebbe farlo. Una proposta per superare le liste bloccate senza alterare gli interessi in campo dei due partiti. Bene che la politica tenga presente che da parte dei cittadini c’è una forte richiesta di un Parlamento di eletti, non di nominati dai vertici dei partiti.
Il Governo presenta il primo bilancio della riforma Fornero del mercato del lavoro. Ma in realtà è un’autopromozione delle norme varate dal ministro Giovannini. Non c’è alcuna valutazione degli effetti della legge 92 perché, come confermano due studiosi che hanno collaborato a questo rapporto, i dati per fare queste valutazioni non sono stati resi disponibili.
Confrontiamo la legge di stabilità presentata a ottobre dal Governo con quella approvata a dicembre. Poco è cambiato. Anche il nostro giudizio: poco incisiva, si naviga a vista. E le previsioni sull’aumento di Pil e avanzo primario vanno riviste al ribasso.
Si risparmia poco con la riforma delle province. Ma ci sono aspetti del disegno di legge che possono diventare opportunità. Se le associazioni di comuni e le regioni sapranno riorganizzare funzioni e servizi.
È vero che le donne sono meno competitive degli uomini, evitano di rischiare e hanno minore autostima? Abbiamo verificato questa tesi con un esperimento su 720 studenti. Il risultato sembra dirci l’opposto.
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Il primo rapporto di monitoraggio sulla legge Fornero offre indicazioni interessanti. Ma per stabilire l’effetto della riforma sul mercato del lavoro mancano ancora informazioni rilevanti, non sempre semplici da trovare. Servirebbe una vera e propria valutazione, come in Spagna.
Che cosa ha reso così diverse fra loro le dinamiche del mercato del lavoro nei paesi europei nell’ultimo decennio? E quali politiche dovrebbe adottare ciascun Governo per modificare la situazione? L’analisi dei dati suggerisce di guardare ai salari e alla produttività. Il problema dell’Italia.