La contrattazione collettiva offre minimi elevati, ma un’ampia fetta di lavoratori dipendenti ne è esclusa, in particolare al Sud e nelle piccole imprese. Non servono pene più severe: la soluzione passa per un sistema più semplice e più informazione.
Tag: mercato del lavoro Pagina 13 di 14
I voucher, utilizzati marginalmente, sono stati aboliti. Il governo ha così evitato un referendum spinoso. Però ha anche rinunciato a uno strumento utile per sostenere i lavoratori più deboli e per riportare il lavoro occasionale alla luce del sole.
I dati confermano che negli ultimi mesi non si è arrestato il lento ma progressivo miglioramento del mercato del lavoro. La decontribuzione ha avuto un ruolo importante, ma è stata un investimento ragionevole in tempo di crisi. Più difficile indicare il contributo del Jobs act.
Per capire cosa succede nel mercato del lavoro italiano bisogna considerare un orizzonte più ampio delle variazioni di mese in mese. Gli sgravi contributivi hanno comportato un anticipo dei flussi a fine 2015 in una sorta di investimento in capitale umano. Risale la quota del tempo indeterminato.
Proposta per la prima volta sulle pagine de lavoce.info, l’idea del contratto a tutele crescenti è diventata legge dello stato. L’efficacia della riforma sarà misurata in termini di riduzione della precarietà. Un risultato non scontato, su cui pesano alcuni errori d’impostazione. Il Jobs act -da completare nei prossimi mesi- mira anche a far emergere le finte partite Iva e i contratti a progetto che ingrossano le fila del precariato. Facciamo i conti per scoprire quali e quanti sono i collaboratori che potranno diventare subordinati. Anche ricorrendo in tribunale.
Sette le aree toccate dal Disegno di legge sulla concorrenza: assicurazioni, comunicazioni, poste, energia, banche, professioni e salute. Provvedimenti specifici e necessari per modernizzare l’Italia. Esclusi ingiustamente taxi, farmacie, servizi pubblici locali e ferrovie. Mentre le categorie colpite torneranno alla carica in Parlamento.
A che punto sono le riforme istituzionali? Con l’approvazione dell’Italicum, nuova legge elettorale per la Camera, andrà in soffitta -senza rimpianti- il Porcellum. Ma la partita della riforma del Senato è ancora tutta da giocare. Sarà una procedura di modifica costituzionale lunga e complessa.
Da Bruxelles arriva un test di realtà per la Grecia, per il neo-premier Tsipras e per i suoi elettori. Il minimo di flessibilità ottenuta richiede di fare comunque le impopolari riforme richieste.
Il rischio di nuove crisi “di sistema” accresce i livelli di capitale che le banche dovrebbero tenere a riserva. Da calcoli fatti alla New York university si scopre che alcune grandi banche europee (anche italiane) sono molto esposte a questo tipo di rischio. Risultati molto diversi da quelli usciti dagli stress test della Bce.
Tra pochi giorni parte il Quantitative easing, la nuova strategia della Bce per aiutare la crescita. Vediamo la catena di effetti sull’economia italiana. Il Pil potrebbe salire dello 0,4 per cento già quest’anno.
Sostieni lavoce.info
È ormai l’ottavo anno di una crisi interminabile, ma lavoce.info vive ed è indipendente grazie al sostegno delle migliaia di suoi lettori. Vi chiediamo un piccolo-grande sforzo con un contributo finanziario secondo le vostre possibilità. Grazie!
Il Jobs Act è stato approvato. È però una legge delega e perché si possa definirla la prima vera riforma del Governo Renzi è necessario che i decreti delegati non contengano sorprese su alcuni punti fondamentali. Cosa resta da definire su contratto a tutele crescenti e compensazioni.
Mentre il tasso di disoccupazione giovanile sale, scende la fiducia dei giovani nella possibilità di trovare un lavoro, tanto più se adeguato al livello di istruzione. Forse anche perché le politiche sulla fase di ingresso nel mercato del lavoro si sono spesso rivelate inadempienti e inefficaci.
L’introduzione di un reddito minimo per i poveri di tipo non categoriale è stata cancellata dall’agenda politica. Il Governo Renzi si interessa solo di lavoratori con scarso reddito o disoccupati. Dimenticando chi non è mai entrato nel mercato del lavoro.
Gli svizzeri hanno capito che è necessario affrontare i problemi comuni in modo pragmatico e condiviso, pur rispettando le differenze culturali tra le diverse regioni. Un modello valido anche per l’Unione Europea.
L’insostenibile leggerezza dell’università
Di Desk
il 29/07/2016
in Commenti e repliche
Il ruolo dell’università
Leggi tutto