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La sirena della moneta fiscale

C’è molta confusione sulla moneta fiscale. Non è il pasto gratis che molti propagandano. Emettere moneta fiscale per 100 miliardi è esattamente come un taglio alle tasse di 100 miliardi, una cifra pazzesca ed insensata, che genera un aumento equivalente delle passività dello stato.

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Il Punto

Ancora una volta una sentenza nega ai fattorini di Foodora la qualifica (e le tutele) da lavoratori subordinati. In applicazione della legge esistente. Eppure accordi tra imprese ed esperienze di altri paesi – in particolare il Belgio – mostrano che creare un sistema di protezione anche per loro sarebbe possibile.
La si chiami moneta fiscale o minibot, la zuppa è la stessa. Si tratta di aggirare il monopolio della Bce nella produzione di moneta senza uscire dall’euro. Emetterne per 100 miliardi è come tagliare le tasse per lo stesso ammontare, con uguali effetti su economia, occupazione e aumento del debito. (L’articolo è una sintesi dell’e-book scaricabile qui).
Per scoraggiare l’assunzione di rischi eccessivi da parte dei banchieri, le norme europee vietano che i bonus superino il loro stipendio fisso. Però il 10 per cento dei 4.600 manager con oltre 1 milione di compenso annuo riesce ad aggirare la regola e a guadagnare di più con i premi. Tra questi, pochi gli italiani.
Beviamo 206 litri di acqua minerale a testa, per 10 miliardi di euro all’anno, mentre gli imbottigliatori pagano canoni per 18 milioni. Sembra una sproporzione scandalosa. Ma il vero costo per i produttori non è nella materia prima. E agli italiani non piace l’”acqua del sindaco”. Così però ci riempiamo di bottiglie di plastica da smaltire.
Per Matteo Salvini l’Ungheria di Viktor Orbán è un modello da imitare in tema d’imposte, perché applica una flat tax del 16 per cento sui redditi. Peccato però tacere che il paese ha l’Iva più alta del mondo, al 27 per cento, come rivela il fact-checking de lavoce.info. Dalla nostra infografica si vede quanto pesa in Europa l’Ungheria che ha confermato l’anti-Ue Orbán con voto plebiscitario.
Nelle elezioni di marzo le aree con la percentuale di stranieri più alta hanno dato la vittoria al centro-destra. Mentre le zone con più disoccupazione hanno premiato il M5s. Un voto che ha punito il cattivo funzionamento delle istituzioni.
Sempre meno in Italia le imprese iscritte a un’associazione di categoria. Che però spesso applicano comunque il contratto collettivo nazionale. Ci sono però oltre 700 mila lavoratori senza questa tutela. Sarebbe perciò utile introdurre il salario minimo legale o (più complicato) estendere a tutti i contratti collettivi.

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