Niente più dati trimestrali sul numero degli abbonati: la decisione di Netflix ha colto di sorpresa gli analisti. Ma è coerente con il nuovo modello di business, nel quale la pubblicità diventa sempre più centrale. Allargando il campo della competizione.
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Nell’ultimo trimestre del 2023 Netflix ha superato i 260 milioni di abbonati in tutto il mondo. E si tratta di un pubblico fedele. La piattaforma è stata fin qui capace di anticipare le trasformazioni del mercato, ma ora si profilano nuove sfide.
Superata da Disney per numero di abbonati, Netflix apre alla pubblicità. La decisione è conseguenza di una svolta nel mercato: la competizione non è più solo sulla disponibilità di spesa, ma sulla capacità di catturare l’attenzione del consumatore.
Sport e calcio in particolare hanno favorito in passato lo sviluppo della pay-tv tradizionale. Ora sono protagonisti di un’altra trasformazione del sistema, con il prevalere dello streaming. Nuovi attori garantiranno le risorse necessarie alla crescita.
È in dirittura d’arrivo la legge che recepisce la direttiva sui servizi di media audiovisivi. Impone obblighi molto rigidi agli operatori on demand. Ma è una scelta che non difende la nostra industria audiovisiva, anzi finisce per penalizzarne lo sviluppo.
Il 2020 è stato un anno eccezionale sotto tanti punti di vista. Nel panorama dei media rappresenta uno spartiacque tra il mondo del broadcasting tradizionale e il nuovo mondo della banda larga e dello streaming video. Ora la nuova frontiera è lo sport.
Dopo cinque anni di aspre battaglie, si chiude forse definitivamente la vicenda Mediaset-Vivendi. Nel frattempo, però, il mondo della televisione è completamente cambiato, rendendo difficilmente realizzabile il progetto iniziale.
La Commissione ha presentato a dicembre una proposta che introduce un nuovo scenario di regolazione e politica concorrenziale per le piattaforme digitali, rafforzando la sinergia con l’antitrust. Le conseguenze potrebbero essere drastiche.
Il lockdown ha fatto crescere il consumo di televisione, tradizionale e on demand. Ma gli operatori broadcast e le pay-tv classiche risentono i contraccolpi della crisi economica. Ne beneficiano i servizi in streaming. E la pubblicità ne prende atto.
Durante la quarantena forzata il consumo di servizi di streaming video ha raggiunto livelli straordinari. Il successo continuerà. Perché tv tradizionale e pay pagheranno le conseguenze della crisi economica. Unico rischio è il blocco delle produzioni.