Sul mercato del lavoro scendono gli inattivi e aumentano gli occupati, anche quelli tra i 15 e i 34 anni. Insomma un secondo trimestre sorprendentemente positivo. Ma con il Pil a crescita zero l’aumento dei posti di lavoro non può durare.
Matteo Renzi parte lancia in resta contro le slot machine promettendo misure draconiane. Speriamo che alle parole seguano i fatti e tutto non si stemperi nell’ambiguità dello stato che da una parte fa campagne contro la ludodipendenza, dall’altra incassa una bella fetta dei profitti del gioco d’azzardo.
In vista della Legge di bilancio – che potrebbe includere modifiche delle aliquote Iva legate alle “clausole di salvaguardia” – vale la pena vedere come ha funzionato lo “split payment”, introdotto nel 2015 per eliminare l’evasione di questa imposta da parte dei fornitori della Pa. A conti fatti sono arrivati 2,2 miliardi di gettito in più.
La bassa spesa per asili e scuole materne obbliga le nonne a fornire un welfare supplementare. Messo in crisi, però, dall’innalzamento dell’età di pensione, come rivelano i numeri di una ricerca. Nel Fertility day sarebbe stato meglio parlare di investimenti pubblici negli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia.
Frenare le migrazioni investendo nei paesi da cui originano? Si è già tentato, spesso con risultati fallimentari a tutto vantaggio dei regimi corrotti. Per impostare in maniera diversa il rapporto con l’Africa occorre coinvolgere le multinazionali e aprire maggiormente l’Europa ai prodotti africani.
Con l’affermazione del movimento Occupy nelle elezioni locali, Hong Kong è ridiventata una spina nel fianco del governo di Pechino. Che deve essere molto cauto nell’imporre il proprio dirigismo perché l’ex protettorato britannico rimane il principale crocevia dei flussi finanziari da e per la Cina.
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Le moderne tecniche statistiche permettono di rispondere a quesiti a lungo dibattuti. Come le gabbie salariali, il sistema di differenziazione territoriale delle remunerazioni in vigore nel secondo dopoguerra. Uno studio suggerisce che l’effetto sull’occupazione di quegli anni sia stato modesto.
Dal Rapporto Inps 2016 emerge non solo la perdita di milioni di posti di lavoro, ma anche come la crisi abbia ridotto il numero delle imprese e indotto una loro maggiore concentrazione. Così la ripresa dell’occupazione è lenta e spesso part-time. Modello insostenibile per la non autosufficienza.
Indebolito dal primo turno delle elezioni amministrative, il premier Matteo Renzi si trova un’altra gatta da pelare. Il bonus di 80 euro – suo grande successo del passato – è stato un regalo temporaneo per un milione e mezzo di cittadini – quelli agli estremi della fascia dei beneficiari. Chi stava in alto e chi troppo in basso si è ritrovato a non averne più diritto una volta fatti i conti sui redditi effettivamente percepiti.
In vista della legge di stabilità 2017, si parla di un’altra voluntary disclosure per regolarizzare capitali illegalmente detenuti all’estero. La prima, nel 2014, ha fatto emergere 60 miliardi (35 in meno dello “scudo” del 2009) con un gettito di 3,8 miliardi. Una sua ripetizione rischia però di annacquare la lotta all’evasione.
Da inizio 2016 rallentano le assunzioni a tempo indeterminato. Pesano la riduzione degli sgravi contributivi e la più lenta crescita del secondo semestre 2015. Rispetto a gennaio 2014, nel mercato del lavoro rimangono 500 mila occupati stabili in più. E una disoccupazione in lento calo.
Laburista sganciato dal vertice del partito, origine pakistana e islamico, da un mese sindaco di Londra, Sadiq Khan è quanto di più diverso si possa immaginare dal premier Cameron. Eppure insieme hanno fatto un comizio contro l’uscita del Regno Unito dalla Ue. Brexit divide i simili. Il rischio Brexit unisce i diversi.
Banche e imprese industriali europee, anche italiane, hanno pagato multe salate al governo Usa per violazione delle sanzioni contro paesi nella loro lista nera (come Iran, Cuba, Sudan). Le misure contro la Russia potranno portare altre grane alle nostre aziende che vi sviluppano un volume d’affari di 21 miliardi.
La cura dell’epatite C è stata rivoluzionata da un nuovo farmaco salvavita. Ma il suo prezzo è talmente alto che in Italia viene somministrato solo a pochi su un milione di malati. Chiamiamolo farmaco salva-poche-vite, allora.
Al Festival dell’Economia di Trento, appena concluso, si sono tenuti tre forum sotto la testata de lavoce.info. Ecco i video di questi dibattiti.
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Per capire cosa succede nel mercato del lavoro italiano bisogna considerare un orizzonte più ampio delle variazioni di mese in mese. Gli sgravi contributivi hanno comportato un anticipo dei flussi a fine 2015 in una sorta di investimento in capitale umano. Risale la quota del tempo indeterminato.
Cosa accade se, andando oltre alle oscillazioni mensili che appassionano le opposte tifoserie, innestiamo i dati Istat sul lavoro del primo trimestre 2016 sulle dinamiche degli ultimi 12 anni? Semplice: si vede che siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi ma anche che gli occupati crescono e cala la disoccupazione.
È una giungla la legislazione per le indennità ai disabili. Date ad alcuni e negate ad altri, differenti importi per uguali invalidità oppure stessa somma a chi ha diverse necessità. Il Consiglio di stato aggrava l’iniquità stabilendo che questi aiuti non rientrano nel calcolo dell’Isee: un vantaggio per chi già riceve di più. Un’altra foresta normativa è il nuovo codice degli appalti. Sulla carta, uno strumento contro la corruzione e per migliorare i progetti di opere pubbliche. In pratica ci vorranno più o meno 50 decreti attuativi perché funzioni.
A sei mesi da elezioni che hanno prodotto un quadro politico frantumato, gli spagnoli torneranno al voto. È l’effetto di un sistema elettorale senza doppio turno né premio di maggioranza che rischia lo stallo e l’ingovernabilità. Almeno da questo esito l’Italicum ci dovrebbe preservare.
Il sovraffollamento delle carceri è un problema dei sistemi di detenzione in molti paesi europei. Da noi ci sono quasi 110 detenuti per ogni 100 posti. Meno che in passato. Non perché si sono fatte nuove strutture ma grazie a condanne alternative, sconti di pena e depenalizzazione dei reati lievi.
Un commento di Francesco Giubileo all’articolo di Daniele Fano “Salviamo la Garanzia giovani dai manichei”
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La situazione sul mercato del lavoro italiano resta grave. Ma di sicuro non peggiora, anzi si intravedono segnali di miglioramento. L’andamento dell’occupazione dipendente permanente o a tempo determinato e la contrazione strutturale del lavoro autonomo. Effetti delle misure di incentivazione.
Deficit pubblico giù al 2,3 per cento nel 2016 e all’1,8 nel 2017, verso il pareggio del 2019. Con una politica fiscale moderatamente espansiva. Gli impegni del governo scritti nel Def (Documento di economia e finanza) sono però una scommessa rischiosa. Che Renzi vince solo se il Pil (inclusivo dell’inflazione) sale più del 2 per cento e se lo spread Btp-Bund rimane non lontano da quota 100 punti.
Gli 80 euro di bonus sulle pensioni minime che Renzi ha in mente costerebbero da 2 miliardi in su. Se servono contro la povertà, dovrebbero essere permanenti e non una tantum. Se invece sono un altro tentativo di far ripartire i consumi, sarebbe più efficace restringerli alle giovani coppie escluse dal credito.
I Panama papers ci mostrano che i paradisi fiscali, a dispetto delle liste nere e degli accordi internazionali, sono sempre in piena attività. Forzieri di ricchi evasori, usati da grandi imprese, primo anello di catene di hedge fund e fondi di private equity. Combattuti, ma solo a metà, dai paesi “normali”.
Torniamo sul referendum no-triv di domenica prossima. Ora vediamo, se vince il fronte referendario, i possibili effetti su industria, occupazione, gettito fiscale e tutela dell’ambiente. Anche su questi temi la campagna per il voto ha alimentato un gran polverone demagogico che non aiuta a capire.
Mentre l’unione bancaria dell’Eurozona continua fare passi avanti (e qualcuno indietro), sono tutte da creare le condizioni per un’unione dei mercati dei capitali che la completi. Arrivando a una più completa integrazione del settore finanziario privato, necessaria per la condivisione dei rischi.
“Maneggiare con cautela”: bisognerebbe scriverlo sulle statistiche mensili sull’occupazione. Perché la visione di cortissimo periodo può risultare fuorviante. Soprattutto se si parla di una variazione inferiore a 30 mila occupati in più o in meno.
Alberto Martini e Barbara Romano commentano l’articolo di Tiziano Vecchiato “Nella lotta alla povertà un ruolo per le fondazioni bancarie”
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I dati mensili sull’occupazione sono soggetti a continue revisioni. Solo variazioni congiunturali superiori a circa 30mila unità si mantengono stabili nel tempo. Al di sotto della soglia, occorre essere cauti nel trarre conclusioni su aumenti o diminuzioni degli occupati. I primi due mesi del 2016.
Alla fine del 2015 si è registrato un aumento significativo dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato. Nuovi incentivi potranno solo affinare gli strumenti di politica attiva e passiva del lavoro. Ma sarà inutile aspettarsi risultati immediati o cercarne le tracce nei dati di breve periodo.