La revisione dell’Istat sui crediti di imposta non cambia l’effetto dei bonus edilizi sull’economia e sullo squilibrio dei conti pubblici. Già da tempo si sarebbe dovuto intervenire, ma la nostra politica di bilancio guarda solo al breve periodo.
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Sugli esiti degli stress test sulle banche europee – in via di pubblicazione – sono uscite anticipazioni che indicano il Monte dei Paschi di Siena come la più fragile banca italiana. In caso di sua liquidazione la questione è se, come imporrebbe il bail-in, farne pagare il prezzo a tutti o solo a una parte dei detentori di obbligazioni. Il governo – per motivi politici – spinge per una soluzione che salvi gli obbligazionisti per un altro giro con il concorso di soldi pubblici, cioè del solito Pantalone. Ma si può arrivare a un compromesso. Certo il Fondo Atlante non basterà – con gli 1,2 miliardi che gli rimangono – a sanare una situazione da 47 miliardi di sofferenze. Servirà un Atlante 2 per un’operazione di ingegneria finanziaria il cui costo potrebbe ricadere in parte su tutti gli italiani. Tra i crediti deteriorati delle banche italiane, 25,5 miliardi sono quelli delle famiglie che non ce la fanno a pagare il mutuo. Un caso in cui a fianco delle garanzie reali (le case) c’è anche un problema sociale. Affrontabile con l’istituzione di un fondo ad hoc (un Atlante 3?) che utilizzi il leasing abitativo invece del pignoramento degli immobili.
Le compagnie di assicurazione hanno un grande massa di dati personali sui loro assicurati. Che utilizzeranno sempre più nell’offerta dei loro prodotti mirati a target specifici. È ora di regolamentare l’uso di questi “big data” sia per difendere la privacy delle persone sia per non distorcere la libera concorrenza.
Con una crescita ancora decimale e da sostenere, la politica di bilancio 2015-16 ha goduto di spazi di manovra più ampi rispetto al passato. La maggior parte delle misure punta alla riduzione del cuneo fiscale. Rimane da vedere se abbiamo colto in pieno le opportunità offerte dalla flessibilità parziale.
Un commento di Marco Bianchi a “Ma l’università non deve insegnare un lavoro” di Francesco Ferrante.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).
Nel contesto favorevole del 2014 e 2015 la politica di bilancio italiana ha goduto di spazi di manovra più ampi. La maggior parte delle misure adottate punta alla riduzione del cuneo fiscale. Solo i numeri diranno se è stata la scelta giusta per la ripresa o se abbiamo sprecato una buona occasione.
Il modello per determinare Pil potenziale utilizzato in Europa sottostima la capacità produttiva dell’economia. Ne conseguono raccomandazioni di politica di bilancio troppo restrittive, un rischio che l’Eurozona oggi non può correre.