L’analisi empirica rigorosa migliora le politiche pubbliche e dunque rende il paese più ricco e più giusto. Un libro recente lo riafferma con esempi concreti. Ma su questo fronte l’Italia è in clamoroso ritardo. È arrivato il momento di recuperarlo.
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Il successo del Recovery plan italiano dipende dalle scelte sulle priorità di investimento. Una di queste è la ricapitalizzazione delle Pmi, necessaria per ridurre i rischi di un’espansione del loro debito. E lo strumento è un fondo pubblico-privato.
Il nuovo codice della crisi di impresa sarà pienamente operativo da agosto 2020. Se le imprese si adegueranno ai suoi obblighi organizzativi in modo non solo formale, sarà l’occasione per un salto di qualità, in particolare per le piccole aziende.
L’industria dell’auto è in una fase di profondi cambiamenti. Tanto che nel 2019 il calo delle vendite continua. Ma se la diffusione della mobilità condivisa può essere una minaccia, la transizione alla mobilità elettrica offre opportunità di rilancio.
Il divieto alla fusione Siemens-Alstom ha aperto il dibattito sulla politica industriale dell’Europa. Ma il consumatore-lavoratore è meglio difeso se vi sono imprese che creano occupazione sostenibile perché competitive sul mercato globale.
La difficoltosa cessione di Alitalia a Etihad porta con sé una grande mole di esuberi. Il costo ricadrà sull’erario e quindi sui contribuenti. È forse l’atto conclusivo di una vicenda fallimentare, il cui prezzo è stato pagato dai cittadini. Le responsabilità sono di molti.
I giovani continuano a essere schizzinosi in fatto di lavoro? Mentre diminuiscono le offerte, aumenta il tasso di accettazione di quelle poche che arrivano. I più giovani e i laureati se la cavano meglio delle donne e di chi vive nel Mezzogiorno. Le esigenze di un sistema produttivo tradizionale.
L’attuale impianto di aiuti alle imprese va smontato perché macchinoso e poco funzionale, per costruirne uno nuovo più adeguato e flessibile. Partendo dalla corretta quantificazione delle risorse, si dovranno ridurre i livelli di governo della spesa e rendere prevalenti le procedure automatiche.
L’economia comportamentale suggerisce che per incentivare un’attività molto rischiosa con elevati tassi di insuccesso, come una start-up, non sono necessari gli incentivi fiscali, quanto meccanismi assicurativi che consentano un atterraggio morbido nella probabile ipotesi che le cose vadano male.