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Tag: povertà educativa

Palazzo Chigi sulla povertà educativa*

di Tommaso Nannicini e Stefano Gagliarducci

Ringraziamo gli autori dell’articolo sia per il supporto all’iniziativa sul contrasto alla povertà educativa sia per gli spunti critici, che sono senz’altro uno stimolo a migliorare un percorso di sperimentazione appena avviato. Ne approfittiamo per rispondere nel merito della principale questione sollevata, ossia la scarsità dei fondi allocati per la valutazione empirica degli interventi.
In verità, non sono del tutto assenti esempi internazionali, come ad esempio il J-Pal (The Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab) dell’Mit (Massachusettes Institute of Techology), in cui i gruppi di ricerca si fanno carico dei costi di valutazione. Questo non solo perché animati da spirito solidaristico, ma soprattutto perché in cambio ricevono la possibilità di disegnare l’implementazione delle politiche (nel nostro caso, progetti fino a 3 milioni di euro) in maniera sperimentale o quasi-sperimentale, con evidenti ritorni in termini di qualità scientifica e pubblicazioni internazionali. Non solo, avere accesso a disegni sperimentali di questo tipo, come nel caso di randomized controlled trials, può aumentare le possibilità di accedere a finanziamenti internazionali alla ricerca, in un’ottica di matching funds che è anche uno dei cardini dell’iniziativa. In un mercato caratterizzato da forti asimmetrie informative, contenere le spese dirette ascrivibili alla valutazione empirica può essere un modo per selezionare questo tipo di ricercatori, interessati all’originalità della metodologia di valutazione prima di ogni altro fattore.
Detto questo, ci rendiamo conto che gli interventi finanziati dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile saranno su larga scala, e non tutti i gruppi di ricerca necessari a valutare l’elevato numero di progetti messi in campo potrebbero avere le risorse economiche di J-Pal, indipendentemente dalle proprie capacità scientifiche. Per questo motivo, sul sito conibambini.org, è stata pubblicata una nota interpretativa sul bando in cui si esplicita quanto forse prima era poco chiaro: in aggiunta al rimborso spese di missione nel limite del 2 per cento del budget, “la coerenza e la congruità di eventuali altre spese, relative a risorse umane e acquisto di beni e servizi funzionali alla valutazione di impatto, saranno esaminate in sede di istruttoria”. Questo proprio per dotare tutti i gruppi di ricerca delle risorse necessarie, ad esempio, alla somministrazione di questionari, al reclutamento di assistenti alla ricerca, o più in generale alla raccolta dei dati.
Speriamo che questa risposta abbia chiarito almeno parte dei dubbi degli autori.

*Tommaso Nannicini è Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Presidente del Comitato strategico per il contrasto alla povertà educativa.
Stefano Gagliarducci è Consigliere economico del Presidente del Consiglio e componente del Comitato strategico per il contrasto alla povertà educativa.

 

La replica degli autori
Restano i dubbi sulle risorse per la valutazione

di Alberto Martini, Barbara Romano e Ugo Trivellato

Ringraziamo Tommaso Nannicini e Stefano Gagliarducci per i commenti. Conosciamo abbastanza bene J-Pal: 143 professori affiliati a 49 università; 793 randomized control trial, completati o in corso, in 72 paesi; il sostegno di ingenti donazioni. Si colloca però su un’altra scala rispetto ai centri di ricerca che potranno essere coinvolti nel programma di contrasto della povertà educativa minorile.
Il nostro iniziale spunto critico ha riguardato l’immotivato vincolo a utilizzare i fondi destinati alla valutazione per rimborsi spese. La spiegazione di Nannicini e Gagliarducci non ci ha convinti del tutto. Abbiamo quindi letto con piacere la nota interpretativa pubblicata sul sito conibambini.org, che lo allenta.
Più in generale, quella del Fondo per la povertà educativa potrebbe essere un’esperienza importante per cambiare il rapporto tra politici e produttori di evidenza empirica, oggi largamente improntato ad altisonanti dichiarazioni dei primi seguite da piatte descrizioni da parte dei secondi. Appunto, potrebbe. Restano peraltro alcuni aspetti nebulosi e qualche perplessità.

  1. I due bandi richiedono che “ciascun ‘soggetto proponente’ si doti già in ‘prima fase’ di una strategia di valutazione, indicando nel partenariato un soggetto con comprovata esperienza nel settore. […] Nel caso in cui non riesca a identificare autonomamente soggetti con tali competenze, sarà predisposto un elenco di soggetti idonei”. Come avverrà l’accreditamento dei centri di ricerca non è però detto. Quali criteri saranno adottati? Saranno ammissibili centri di ricerca non italiani? Si tratta di informazioni essenziali, che è bene siano rese pubbliche tempestivamente.
  2. Vi sono parecchie differenze fra le iniziative che possono essere incluse nei progetti rispettivamente per i bandi 0-6 e 11-17 anni. Alcune sono comprensibili; altre meno. Un solo esempio: i conditional cash transfer (che sono stati uno dei cavalli di battaglia di J-Pal) sono previsti soltanto per i bandi 0-6 anni. Una banale svista o una scelta motivata?
  3. La nota interpretativa prevede che, al di fuori del tetto del 2 per cento, “la coerenza e la congruità di eventuali altre spese, relative a risorse umane e acquisto di beni e servizi funzionali alla valutazione di impatto, [sia] esaminata in sede di istruttoria”. Ci domandiamo: non sarebbe più saggio restare entro un tetto, forse elevato al 3-4 per cento, e richiedere un argomentato dimensionamento del finanziamento richiesto e un’argomentata ripartizione delle spese, in relazione al disegno dell’intervento e della sua valutazione?
  4. La nota conclude così: “Non potranno, comunque, essere previsti rimborsi o compensi per le attività di valutazione svolte successivamente alla conclusione del progetto”. Il progetto consta del solo intervento? Oppure comprende la valutazione d’impatto, che può svolgersi pienamente soltanto a intervento compiuto, quindi comporta costi anche dopo la sua conclusione? Sfortunatamente, i due bandi sono chiari: il centro di ricerca coinvolto “si [farà] carico di valutare l’andamento, i risultati conseguiti al termine delle attività e gli impatti raggiunti due anni [dopo]”. Quanto sia importante valutare l’impatto di un intervento anche diversi anni dopo la sua conclusione, lo mostra un esempio estremo: nel Perry Preschool Projectun randomized control trial su 123 bambini afro-americani di 3-4 anni a rischio di fallimento scolastico – gli effetti di essere stato assegnato a un programma di formazione pre-scolastica di elevata qualità, invece che esserne escluso, sono stati valutati seguendo quei 123 bambini oltre i 40 anni di età.

Il Punto

Se Trump presidente confermerà la sparata di Trump candidato “Il riscaldamento globale è una bufala”, il difficile cammino degli accordi per la riduzione del carbonio subirà un brusco stop.  Ripercorriamo i termini del problema partendo dalle responsabilità dei diversi paesi. Il primo di tre articoli.
Nel terzo trimestre il Pil è tornato a crescere: un buon +0,3 per cento sul secondo trimestre, con un +0,9 sull’anno precedente. Ma per centrare l’obiettivo prefissato del +0,8 sul 2016, sarà meglio farci in anticipo gli auguri di un buon Natale (di spesa).
La riforma costituzionale su cui si voterà in dicembre estende l’immunità parlamentare propria dei parlamentari a consiglieri regionali e sindaci che entreranno nel nuovo Senato. Nata come giusta garanzia per tutti i legislatori, nel tempo si è trasformata in privilegio. Un istituto da ripensare.
Il quesito referendario, quantunque confermato nella sua validità da sentenze della magistratura, risulta tuttora poco comprensibile ai più. Per il significato politico di cui è stato caricato (prima di tutti dal premier ma non solo lui) non sarà nemmeno utile come esperimento statistico per capire le preferenze degli elettori.
Per ottimizzare le consegne al consumatore (tipico il caso di Foodora) un algoritmo organizza il lavoro di fattorini con contratti precari e bassi compensi. È la gig economy, versione aggiornata della catena di montaggio tayloristica. Si diffonde sempre più ed è il momento di introdurre qualche regola.
Sono 300 milioni i contributi che lo stato deve alle persone disabili per la rimozione delle barriere architettoniche. Ma per il rifinanziamento dell’apposito fondo non c’è nemmeno un euro nella legge di bilancio 2017, dove pure i finanziamenti a pioggia (ad esempio ai diciottenni) non mancano.
Nei bandi del fondo per il contrasto alla povertà educativa viene data grande attenzione alla valutazione di impatto di progetti. Ma non è una cosa seria perché gli esperti valutatori verranno compensati con rimborsi spese documentati fino ad un massimo del 2 per cento del contributo assegnato al progetto.

Il Punto

Si fa presto a dire “reti d’impresa” e “fare sistema”. Bisogna riempire di contenuti queste suggestive parole. Guardando a cos’hanno fatto in Germania, Francia, Regno Unito, Usa per promuovere ecosistemi innovativi. Spetta al prossimo presidente di Confindustria prendere una forte iniziativa sul tema. Perché se l’Italia è ancora uno dei leader dell’export mondiale (primo esportatore di 235 prodotti e tra i primi tre di altri 946), le quote di mercato del nostro paese sono calate chiaramente nell’ultimo decennio, più che per gli altri paesi Ue. Tra i motivi più recenti, c’è il rallentamento dell’economia cinese. Ne soffrono direttamente i settori che là esportano direttamente e in modo indiretto quelli (come la meccanica strumentale) che partecipano alle filiere europee guidate dalla Germania, molto esposta sul mercato cinese.
In questi giorni l’America discute la scelta di un nuovo giudice della Corte suprema. In ballo gli equilibri tra conservatori e liberal che pesano in tema di diritti civili e su molti temi economici, dall’insider trading alla protezione dei consumatori, su cui destra e sinistra hanno idee ben differenti.
La povertà economica assoluta di 1 milione di bambini e adolescenti in Italia è strettamente connessa con la povertà educativa che esclude dalle opportunità di crescita sociale. La legge di Stabilità 2016 ha creato un fondo per contrastarla, coi soldi delle fondazioni bancarie. Cercasi criteri rigorosi per non sprecare gli sforzi.
Nella giornata mondiale dell’acqua, riemerge il solito paradosso italiano. Una risorsa che nel pianeta è insieme scarsa e preziosa, è spesso sprecata in Italia – dove la sua disponibilità non sarebbe un problema – e mal utilizzata e distribuita.

Illuminiamo il futuro dei bambini *

Non c’è solo la povertà economica a rendere problematico il presente e il futuro di molti bambini in Italia. Esiste anche una più subdola povertà educativa. Un piano di Save the Children per migliorare l’offerta di servizi e la partecipazione dei minori alle attività culturali ed educative.

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