Per ottenere il reddito di cittadinanza gli stranieri devono certificare il possesso di alcuni requisiti aggiuntivi. Si tratta però di condizioni molto difficili da accertare, spesso anche nei paesi Ue. Si avrà un’applicazione rigida o equa della norma?
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Il governo ha annunciato di aver raggiunto un accordo con le associazioni dei risparmiatori danneggiati dai fallimenti bancari. Non si sa se passerà il vaglio comunitario, né si conosce in dettaglio il suo contenuto. Ma che messaggio dà al mercato?
La legge di bilancio estende ai negozi la cedolare secca. Si applica a quelli sfitti o con contratti che scadono nel 2019. Ma non è la soluzione giusta per aumentare il numero degli immobili locati. Più vantaggi si otterrebbero con lo sconto sull’Imu.
Diventa obbligatorio il dibattito pubblico prima della realizzazione di opere infrastrutturali rilevanti. Può aiutare a migliorare le decisioni delle amministrazioni. A patto che tutti i soggetti interessanti siano consapevoli dei limiti da non superare.
Alcune regioni pensano di contenere la quota di case popolari assegnate agli stranieri attraverso i requisiti di residenza anagrafica e assenza di altre proprietà. Ma l’efficacia del primo è dubbia, mentre il secondo è complicato da verificare.
Sempre più case popolari vengono assegnate a famiglie di immigrati. Perché in media hanno redditi più bassi e sono più numerose. Ma così si crea malcontento in varie fasce dell’opinione pubblica italiana. Eppure, anche questa è una forma di integrazione.
I piani casa hanno prodotto investimenti privati lontani anche dalle attese più prudenti. Ma il loro effetto non va sottovalutato. In un periodo di grave crisi, hanno permesso la sopravvivenza di un certo numero di piccole imprese e di artigiani.
Molti giovani di oggi avranno una pensione bassa, a causa di carriere discontinue e redditi incerti. La soluzione potrebbe essere l’introduzione di uno sgravio fiscale per le famiglie disposte a versare i contributi per i figli inoccupati e non laureati.
Salvataggi e ristrutturazioni cambiano il nostro sistema bancario e le condizioni di offerta del credito. Tra piccoli istituti catturati da interessi locali e grandi gruppi con centri decisionali lontani dai territori, c’è forse spazio per una terza via.
Perché sulla casa non basta il mercato
Di Raffaele Lungarella
il 14/07/2017
in Commenti e repliche
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