Il Parlamento britannico ha di nuovo respinto l’accordo con la UE per una Brexit governata. Il nodo è il backstop: inaccettabile per il Regno Unito, ma irrinunciabile per l’Unione. Anche il rinvio dell’uscita, appena approvato, comporta evidenti problemi.
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La Brexit continua a rimanere un rebus senza soluzione. Theresa May ha ora concesso al parlamento di votare su un rinvio dell’uscita definitiva dalla Ue. Ma così non si risolve nulla. E ai Comuni non c’è una maggioranza per una reale alternativa.
Lo storico “multiculturalismo” britannico garantisce e protegge l’identità culturale degli immigrati e delle loro comunità, il cui peso politico non è di poco conto. Questo aiuta a spiegare l’importanza dei flussi migratori nel dibattito sulla Brexit.
La Brexit senza accordo avrebbe effetti pesanti per la City, ma anche per le banche e le assicurazioni del continente. Verrebbe a mancare quel “passaporto finanziario” che al momento facilita lo scambio di servizi tra le due sponde della Manica.
Il governo è sempre più in crisi e l’opposizione alla Brexit comincia a organizzarsi. Ma il conto alla rovescia va avanti e tra undici mesi scoccherà l’ora della fine dell’adesione del Regno Unito alla UE, iniziata il 1° gennaio 1973. A meno di sorprese.
Dal 2010 le scuole del Regno Unito possono diventare autonome dal governo. La loro esperienza mostra che per migliorare la qualità dell’istruzione più dell’indipendenza conta il modello di governance adottato. La Buona scuola dovrebbe tenerne conto.
I professori in sciopero, il primo ministro che dubita dell’utilità della laurea, una burocrazia sempre più ossessiva. Nel Regno Unito le torri d’avorio universitarie sono in stato di assedio. E se niente cambia, si avviano verso un inevitabile declino.
Come la nobiltà siciliana ai tempi del Risorgimento, molti nel Regno Unito sperano che una volta assestato il polverone Brexit, alla fine cambierà poco davvero. Intanto, riprendono voce i contrari all’uscita dalla UE e si parla di nuovo referendum.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea avrà conseguenze anche sugli equilibri all’interno del Parlamento europeo, chiamato a decidere su cosa fare dei 73 seggi britannici. Una discussione da seguire, in particolare in vista delle elezioni del 2019.
Sembrava un’elezione dall’esito scontato. Invece il Regno Unito sorprende ancora con un risultato elettorale che ha l’apparenza del cataclisma. Ma Theresa May è ancora al potere, almeno per il momento. E per i negoziati Brexit rimangono due scenari.