La moratoria su prestiti bancari è stata utile per contrastare gli effetti della crisi da pandemia. Prolungarla troppo a lungo potrebbe causare rischi per il sistema bancario. È dunque necessaria un’attenta analisi dell’efficacia delle misure prese.
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Per colmare il gap di genere nelle prospettive di carriera il voucher Mba prospettato dal governo non sembra una buona soluzione. Meglio concentrarsi su carriere universitarie, tempi di lavoro e cura e politiche salariali. Nemmeno quella di emettere titoli perpetui per far fronte all’aumento del debito pubblico sembra una proposta in grado di reggere alla prova dei fatti: poca la domanda, troppo il rischio di dare segnali di debolezza.
Il decreto rilancio ha solo ventilato l’introduzione del voto plurimo nelle società quotate. Idea non priva di spunti interessanti, che alla fine è però naufragata. Rimanendo tra le aziende quotate, l’impatto della crisi non è stato uguale per tutte: uno studio dimostra che quelle con una proprietà familiare hanno retto meglio. Molti i miliardi in arrivo dallo stato per la ricapitalizzazione delle imprese: servono regole chiare e strumenti partecipativi per evitare una presenza troppo ingombrante.
Quella causata dalla pandemia di Covid-19 non è la prima crisi globale del secolo: le misure di sostegno al reddito dei lavoratori messe in campo dieci anni fa, però, furono diverse. Con effetti diversi sulla disoccupazione.
È online anche la terza puntata del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. Parola chiave della settimana: Salute, con Gilberto Turati.
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L’articolo 26 del “decreto Rilancio” prevede interventi fiscali e finanziari per agevolare la ricapitalizzazione delle imprese di minori dimensioni. Rischia però di imporre tempi troppo stretti per rispettare i vincoli comunitari sugli aiuti di Stato.
Alla fine lo stato è intervenuto per ricapitalizzare Mps. La strada per concludere il salvataggio è ancora lunga e ricca di incognite, ma già si possono trarre insegnamenti. Il primo: cambiare le regole sulle crisi bancarie, con priorità alla stabilità del sistema finanziario.
Si fanno sempre più insistenti le voci su nuove aggregazioni nel sistema bancario italiano. Dati alla mano, tuttavia, sembra d’obbligo la cautela: le banche coinvolte negli ultimi anni in processi simili hanno spesso mostrato risultati nettamente peggiori rispetto agli istituti più piccoli.