Il Documento programmatico di bilancio 2023 lascia molto spazio alla variazione di “altre entrate e altri costi” per le coperture, ma, finora, non è chiaro dove andranno recuperate le risorse. Occorrerà essere più chiari per incassare l’approvazione della Commissione.
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Rispetto al Def, la Nadef riporta un minore indebitamento netto, grazie all’incremento delle imposte indirette. Forse sarebbe stato meglio prevedere meccanismi di sterilizzazione dell’inflazione sul gettito Iva, anziché redistribuire poi quello in più.
Per i lavoratori dipendenti la coalizione di centrodestra propone di tassare gli aumenti di stipendio con una flat tax del 15 per cento. L’obiettivo è spingere le persone a migliorare la propria posizione. Ma i risparmi di imposta sono troppo esigui.
Approvato dal Parlamento il Documento di economia e finanza. L’indebitamento netto tendenziale sul Pil si riduce nel 2022 rispetto a quanto previsto dalla Nadef per differenti previsioni su entrate e spese. Lo scostamento di bilancio non è scongiurato.
La manovra 2022 prevede una revisione delle aliquote Irpef e una estensione del Superbonus per le ristrutturazioni. A conti fatti, entrambi gli interventi portano benefici maggiori alle fasce di reddito più abbienti.
Le amministrazioni comunali dovranno gestire 43 miliardi del Pnrr. Il rischio è che siano utilizzati per finanziare investimenti in viabilità e trasporti, particolarmente cari ai sindaci nell’anno pre-elettorale. Servono regole per evitarlo.
Nell’ambito della prossima riforma dell’Irpef, le detrazioni per reddito da lavoro e il bonus Irpef dovrebbero essere sostituite da una detrazione unica fissa fino a un dato livello di reddito, prevedendo anche un’imposta negativa. Ecco chi avvantaggerebbe.
I comuni dovranno gestire ingenti risorse del Pnrr. L’analisi dei progetti finanziati dal Fondo sociale europeo rivela che quelli troppo piccoli e quelli grandi, specie al Sud, hanno difficoltà a spendere i fondi. Servirebbe una struttura di sostegno.
Quando si parla di riforma dell’Irpef, si indica spesso come punto di partenza la revisione delle spese fiscali. Ma quali sono quelle da eliminare? Le detrazioni incentivanti, per esempio, avvantaggiano molto i redditi alti e ben poco quelli medio-bassi.
I comuni dovranno gestire direttamente 43 miliardi nell’ambito del Pnrr. Ma l’esperienza del Fse ci dice che non tutti hanno le capacità di realizzare i progetti. Cosa fare per mettere anche il Mezzogiorno nelle condizioni di spendere le risorse.