I “dati elementari” del Censimento 2011 mostrano che il terzo settore è cresciuto meno di quanto si pensi: l’aumento dell’occupazione è concentrato nelle istituzioni più vecchie. Ma il Governo sembra intenzionato a privilegiare le start-up di nuove imprese sociali.
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Il processo di liberalizzazione nel mercato dei prodotti indotto dall’euro e dal Mercato unico europeo si è inceppato in molti paesi non appena acquisito l’ingresso nella moneta unica. A farlo riavviare è stata la crisi, perché nei tempi bui aumenta il costo del non far niente.
Positiva la riforma del catasto appena approvata, benché si prevedano cinque anni per il suo completamento. I comuni farebbero meglio ad accelerarne l’applicazione anziché spremere i contribuenti in base alle vecchie regole. Il caso di Roma e la valanga di ricorsi che renderà deludente il gettito.
Il costo delle riforme delle pensioni è stato sopportato in minima parte dai pensionati. I giovani rischiano di pagare due volte. Oggi, perché entrano in un mercato del lavoro duale con altissima disoccupazione, domani perché avranno una pensione molto più bassa dei loro padri in età più avanzata.
Qual è l’impatto sulla crescita delle riforme strutturali? È il tema di un recente Working Paper del Fondo monetario internazionale dedicato al caso Italia. Vi sono riportati risultati promettenti. Accompagnati, però, da un ammonimento: le riforme vanno attuate e poi rafforzate con tempestività.
Il problema di migliorare la qualità delle università non riguarda solo l’Italia. Diversi altri paesi europei sono alle prese con la mancanza di meritocrazia nei processi di promozione e assunzione dei docenti. La Spagna ha pensato di risolvere la questione con concorsi centralizzati e l’estrazione a sorte dei membri delle commissioni. Ma la casualità nella formazione delle commissioni non ha eliminato i fenomeni di favoritismo. Le probabilità di promozione di un candidato aumentano notevolmente se ha forti connessioni con un esaminatore. L’effetto positivo di legami più deboli.
Il piano di salvataggio della Grecia non dà i risultati sperati. La recessione è più grave del previsto e cresce il malcontento della popolazione per misure di austerità sempre più pesanti. Il limite del pacchetto di aiuti concordato più di un anno fa con Unione Europea, Bce e Fmi è quello di non dare sufficiente importanza alle riforme strutturali, che invece potrebbero togliere molti degli attuali ostacoli alla crescita, spesso a costo zero per il bilancio dello Stato. Oltretutto, riforme di questo tipo avrebbero il pieno sostegno dei greci.